35 – famiglia

Dici che hai letto una news che la TARSU non la vogliono più chiamare TARSU ma TARSE o quello che è, tanto cambiano il nome ma la fregatura rimane.

Dici che vogliono farla pagare in base al reddito ISE (o era ISEE?) che io mi ricordo solo essere un grande sbattimento perché quando ho fatto quell’errore durato 4 anni di studiare alla Cattolica lo dovevi consegnare entro un giorno tot e se non lo consegnavi voleva dire che eri ricco e avresti pagato la retta per intero senza sconti.

Beh, dici che è una fregatura, perché tra la casa, il tuo reddito, quello di mamma e il mio pagheremo tantissimo.

Il mio?, ti chiedo.

E tu dici che si, faccio parte della famiglia anche per la legge e per le tasse.

Allora ti chiedo se non è il caso che io inizii a cercare una casa mia. Un po’ a mo’ di battuta, un po’ perché effettivamente ci sto pensando da qualche tempo, ma sono sostanzialmente indeciso.

Abbandonare i vizi e gli agi di casa, fare da solo un grande passo che invece avrei dovuto fare accompagnato, abbandonare il mio stile di vita (cit.), imparare a cavarmela da solo tra fornelli – aiuto! -, lavatrici – ok, ci posso arrivare -, ferro da stiro – fattibile – e polvere (polvere ti odio).
E poi c’è quel piccolo sogno di andarmene da Milano e ricominciare tutto da capo da qualche altra parte, possibilmente fuori dall’Italia, possibilmente in UK, possibilmente a Londra. E quindi perché prendere e spendere soldi per trasferirmi?

E poi penso invece che no, sarebbe bello avere una mia casa qui. Per diventare un ottimo ospite e poter finalmente offrire un letto comodo all’amico di passaggio, per organizzare serate e cene e Just Dance Party o proiezioni varie. E non posso non pensare a quel bellissimo terreno che mi avevi fatto vedere e di cui avevamo discusso, con un futuro fatto di vincite al Superenalotto, su dove avremmo posizionato casa, piscina e box auto (e no, sui box auto avevi una pessima opinione e non mi interessava se eri tu l’architetto, perché una cosa così non te l’avrei permessa).

Comunque tornado al filo del discorso, va a finire che Papà, ti chiedo se non è il caso che io inizii a cercare una casa mia.

E tu mi guardi e mi sorridi e mi dici di no.

E mi rendo conto che di solito tu non non sorridi mai.

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