Il punto è che poi non capisci se quello che ti sta solcando il viso sia pioggia

È che ti capita di passare, nel giro di neanche 6h dall’essere contento ed esaltato per la consegna di un lavoro a sentirti, per lo stesso lavoro, niente più che un’inutile nullità.

Perché nuovi acquisti e vecchie glorie si permettono di ignorare tutti i se e tutti i ma del passato, i problemi, le difficoltà, gli intralci che hai subito ed affrontato col massimo impegno e sforzo, fisico e morale, ed andare avanti fornendo il meglio possibile in quel momento, in quella situazione, con quelle premesse.

Paraculismi e prese di posizione forse dovute e doverose, ma che ti si scagliano addosso come massi caduti dall’alto e che ti fanno un male cane.

Un senso di sconforto totale per tutti gli sforzi fatti e il dubbio atroce che quindi i traguardi e i risultati che pensavi di aver raggiunto sono stati in realtà immaginazioni effimere della tua mente non supportate dalla realtà.

Un senso di paura per il futuro, l’annullamento delle tue certezze e la messa in discussione senza se e senza ma di tutto quello che sei, professionalmente parlando.

E poi si aggiunge quella rabbia, quella rabbia per chi si permette di trattare così te, il tuo lavoro, la tua professionalità, quando invece dovrebbe essere la persona che lì proprio per aiutarti e supportarti proprio in questi casi.

Il provare a sollevare obiezioni, forse in maniera troppo debole, giusto perché per diplomazia non puoi prendere e mandare quel vaffanculo che invece ti sta saltando fuori dal cuore e che la mente sta ricacciando giù, cercando il dialogo, la spiegazione, la condivisione di quel passato dimenticato o peggio ignorato.

Si parlava del futuro, delle cose che devono partire bene e invece ti ritrovi all’improvviso con l’idea di un passato che hai distorto.

E ti ritrovi col volto bagnato e non hai più scusanti, visto che sei sul vagone, al capolinea di una metro.

Un pensiero su “Il punto è che poi non capisci se quello che ti sta solcando il viso sia pioggia

  1. Ci sono passato qualche anno fa anche io…ti capisco. Posso solo darti un abbraccio, virtuale e simbolico in questo caso, anche se non so quanto possa bastare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.