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Scripta manent

Non lo so, magari sono strano io.

Però trovo le parole scritte forti, capaci di cambiare il mio stato d’animo in un nanosecondo.

E oggi, oggi è successo due volte.

Prima, con una mail di ieri sera e letta solo a mezzogiorno. Mi ha decisamente risollevato.

Poi, l’sms che ho ricevuto tornando a casa dalla stazione. L’ho letto una volta arrivato a casa. E mi si è gelato il sangue, leggendolo. Sono stato un po’ imbambolato e velocemente ho pensato a tutti i risvolti della cosa. A ciò che non c’è più e quanto mi faccia stare male la cosa.

E poi ci sono altre parole.

Quelle dette a voce.

Ma per lo meno quelle, da ieri mattina fino a chissà quando, in questa casa, sono bandite.

#ç@*_°§#@¥¡ˆ

Basta.

Va bene tutto, le belle parole, i bei discorsi.

Ma dopo neanche una settimana, è (già) tutto a donnine.

I problemi sono sempre quelli.

Sembravano in via di risoluzione.

E invece son sempre lì.

Ma non avete neanche il coraggio di parlarne. È molto più semplice insinuare, lanciare frecciatine, trattarmi come un cretino.

Proprio ora che l’ancora di salvezza, il mal che vada prendo e me ne vado, non c’è più.

Bene, bravi, bis.

Coming out social

Dopo giorni di contenuti futili e inutili, finalmente qualcosa che giustifichi quel “me” di “Me or not?”.

Giusto perché in realtà il mio coming out in effetti è stato solo un outing forzato da finti amici che hanno spifferato blog e account twitter ai miei cari genitori (o almeno, questa è la versione ufficiale), ho deciso, ora, di fare qualcosa, di ben peggiore.

Un coming out su Facebook a mezzo spam del gruppo e dell’evento della fiaccolata di domani a Milano.

Perché sinceramente il “proteggermi” dalle possibili malelingue è decisamente ridicolo e assurdo in confronto al tacere un’evento così importante, per noi, per i nostri cari, per i nostri amici.

E ora cari adorati falsi amici delle elementari, medie, superiori, università, vicini di casa, lontani parenti, gente della parrocchia e dell’oratorio, esimi colleghi (e capi?) e faccine che non ho mai visto dal vivo, sta a voi.

Sinceramente, me ne frego e vado dritto per la mia strada

Ma, sinceramente, me ne frego e vado dritto per la mia strada.

È che a volte, la vita vera ritorna a far capolino

Perché qui, anche se a volte si parla solo di Mele, GaGa, si copiano incollano cose figose sul design, in realtà la vita va a avanti.

Va avanti, come al solito, anche se uno la vuole un po’ lasciare fuori da queste pagine bianche e magenta.

E uno la vuole lasciare fuori perché come al solito non bastano mai le lacrime, la rabbia, la tristezza e quel senso di spaesamento di essere a casa e non sentirsi a casa.

Perché ti scontri con un muro che non vuole sentire le tue ragioni, che ha deciso che la tua è la scelta (come se fosse sbagliata), che porta dritta all’inferno.

Perché quando fai notare che qualcuno ha detto queste parole, parte a rinnegare, ad accusarti di essere matto e di avere inventato tutto.

Ti accusa di esserti allontanato e di non parlare più. Ma lo so, è voluto. E li avevo avvisati. Dopo mesi insopportabili li avevo posti davanti ad una scelta, sperando che almeno quello li spronasse in qualche modo.

O mi accettate per quello che sono, o non saprete più nulla di me.

E invece niente, mi sono sbagliato.

Qui si pretende di poter non accettare un figlio e che continui a comportarsi come tale.

E nel calderone delle cose oscene fatte dal figlio genero, tiri pure in ballo la copertina di un libro (Trueblood nello specifico). Come la copertina di un libro dicesse tutto.

E a me partono i problemi, le ansie, i brutti pensieri, le lacrime.

Perché se prima c’è una gola dolorante per il troppo urlare, dopo c’è solo un silenzio straziante che trafigge il cuore. Un silenzio pieno di lacrime che prendono e cadono, sopra ogni cosa.

E si vuole prendere e scappare da questa realtà.

In tutti i modi, veri o fantastici che siano.

Buone intenzioni

Uno ha delle buone intenzioni, vuole provare un po’ di dialogo.

Ma quando si sente rispondere un ma dovevi proprio andare (a perdere tempo) [ndl: al Telefilm Festival, a vedere un film in anteprima che chissà noi quando vedremo] tutte le buone intenzioni crollano, letteralmente e istantaneamente.

Per non parlare, poi, di tutto quello che si è generato dopo.

[The Parent’s Guide on Healtly Living] Le presentazioni

Le presentazioni sono molto importanti.

Le poche e semplici domande che seguono permettono di capire se si potranno avere contatti con il soggetto appena conosciuto oppure no.

  • Qual è la sua età?
  • Che posizione di lavoro occupano i suoi genitori?
  • Qual’è la sua posizione di lavoro?
  • A quanto ammonta il suo reddito mensile?
  • Possiede una o più case di proprietà? Metratura?
  • Ha mai avuto malattie infettive e contagiose, come ad esempio la mononucleosi?

Potete benissimo comprendere che ad una risposta positiva all’ultima domanda, bisogna allontanarsi immediatamente dal soggetto esso e non aver più alcun tipo di contatto con lo stesso.