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Succede che

Succede che si lavora, si lavora come non mai.

Succede che si diventa grandi e si decide di aprire una partita iva.

Succede che si porta avanti l’università, anche se con un po’ di fatica e delusione.

Succede che si seguono diversi progetti web, con clienti diversi.

Succede che si entra ufficialmente in una società per dare una mano su molti fronti, anche sulla gestione di diverse immagini coordinate.

Succede che si ottengono i primi appuntamenti con clienti da seguire per la società: una stilista ed un fotografo.

Succede che si ricevono inviti per una serata della moda uomo milanese, che in realtà è l’occasione per vedere con i propri occhi il risultato di un lavoro lunghissimo.

Succede che si ricevono proposte di collaborazione da amici onesti, fidati e competenti.

Succede che si è stanchi.

Ma soddisfatti.

E soprattutto felici.

Elogio di FriendFeed: le belle persone

FriendFeed avrà pure i suoi difetti, ma io non posso che ringraziarlo.

È grazie a questo social network che ho avuto modo di conoscere molta nuova gente ed apprezzare particolarmente alcuni di loro.

Uno di questi è una persona che definire affascinante è dir poco: una di quelle persone che potrebbero parlare per ore e tu rimarresti comunque imbambolata. Una di quelle persone che è disponibile, generosa, disponibile, competente ed onesta.

Ed ecco, io, non posso fare altro che ringraziare FriendFeed per l’opportunità.

Spese (cronache di una giornata ordinaria)

Riassumendo la giornata di oggi:

iPad arrivato, nottata passata a giocare/impostare/configurare e poi lavorare su un paio di cose

Arrivare a Certosa, farsi al solito tutta la stazione per arrivare all’unica macchinetta per timbrare e… “solo tessere elettroniche”. Salire sul treno, scendere a Garibaldi, beccarsi un controllore che ti fa la multa (51€ ora oppure può fare ricorso ma se le va male son più di 200€. Ah, ma allora lo fate apposta! Sapete che a Certosa c’è una sola macchinetta e che oggi non timbra? Sì, ma lei non doveva salire senza timbro. E comunque loro lo sanno. E comunque sì, ha ragione, probabilmente lo fanno anche apposta a non aggiustare le timbratrici). Venti euro nel portafogli, la corsa di sopra alla ricerca del bancomat, il pin sbagliato per due volte e il rischio della terza, l’annulla all’ultimo, aspetta 30 secondi, riinserisci la tessera, prevela 50, torna dallo strozzino). Guardi: vada in Centrale e faccia reclamo, a noi non ci ascoltano, ma magari lei che è arrabbiato per la multa sì. Ok, grazie, fan c***.

Corsa in office, in ritardo, non riuscire beccarsi col capo (bloccato in riunione) con cui si doveva andare da un cliente, andare dal cliente (importante) da solo. Non trovare il posto (certo, se ti suono 3 volte e 3 volte mi apri il cancello e non mi rispondi su dove diavolo sei, io mica ti trovo, visto che non hai neanche una targhetta visibile, no?

Tornare a porta Genova, beccare al volo il Byb in copisteria, sentire al volo una persona che stimo veramente tanto e organizzare una chiaccherata di lavoro. Divagazioni di qui, di là, di su e di giù. Ottima compagnia, il tempo che passa. Accorgersi alle 19 di non avere fatto né colazione né pranzo. Scroccare così una pasta + nonmiricordocosa buonissima, al prezzo di una mazzetta di prezzemolo all’Esselunga lì vicino.

Continuare a parlare, parlare, parlare e parlare. Scroccare un passaggio verso Certosa, recuperare la macchina e mettere piede in casa alle 23.

Rispondere alle mail, accorgersi che, ehi, sabato c’è il concerto della GaGa!!!111!!!1!1! , controllare il conto, vedere che è arrivato un mezzo pagamento di una fattura, finire a spendere la stessa identica cifra (no, di più!) in soluzioni di backup, hd esterni e chiavette usb (che servono sempre).

Rendersi conto che è finito il mese e che serve la ricarica della 3 e quindi spendere altri 10€ di ricarica (dopo averne spesi altri 20 nel giro dell’ultima settimana). Tranne poi pensare che c’è ancora un iPad 3g 32gb da pagare e che forse ha senso tenere traccia dei lavori fatti e che devono essere pagati, no?

E poi, arriva natale e ci sono i regali da fare. Beeeneeee…

Nel frattempo

E niente… settimana piena, piena, pienissima.

Solo lavoro, solo lavoro (e venerdì sono arrivato a casa alle 23, dopo essere uscito di casa alle 7:30, ringraziando la neve. Un riunione saltata causa altro lavoro, la consegna di una prima pubblicità per iPad andata un po’ troppo per le lunghe, visto che abbiamo finito alle 21.15. Poi il rimanere bloccati nel cortile dell’ufficio, causa cancello automatico rotto. E, infine, il ritornare a casa alle 23 dopo una pausa Mc visto che non ce la facevo più per i crampi allo stomaco).

La prossima settimana, forse sarà ancora peggio, ma per lo meno domani dovrebbe arrivarmi un iPad, che tecnicamente mi serve per lavoro.

Oggi tutta la giornata in giro con amici (al GameShow ad Assago: nulla nulla nulla di che, ma giornata decisamente piacevole) e con il B. Una visita veloce all’amica che se ne scapperà per un anno in Australia e la decisione delle tariffe.

E si avvicina una settimana che non so come sarà organizzata: già domani ho due riunioni, ma boh. Martedì un appuntamento dal commercialista, mai confermato. Mercoledì un photoshooting in Lab foto al Poli in cui io sarò il protagonista. E poi boh, vedremo come vanno le cose.

Intanto, sto facendo un po’ di pulizia online: il mio twitter ora è pubblico e lo utilizzerò di più, promesso. È online anche un nuovo blog (per chi mi conosce, cercate mionomemiocognome punto net) un po’ più professionale, che non collego con questo per avere due spazi separati: questo rimarrà personale come è sempre stato.

E poi, boh. Son successe altre cose, ma mica me ne ricordo…

[Confessioni] In the middle of the night

Alle 21 ero nervoso, sconfortato e arrabbiato. Avevo deciso che sarei andato a letto direttamente, fregandomene di tutte le cose da fare, pur sapendo che me ne sarei pentito.

La verità è che ho solo chiuso gmail e friendfeed e facebook e sono rimasto sveglio. Che un pensiero tira l’altro e mi è venuto in mente un’idea per un lavoro, quindi ho aperto photoshop e ho lavorato (con una puntata ai limiti dell’osceno di glee che andava in una finestra nascosta dalle altre). Poi ho salvato e non so come il mio cervello ha iniziato a pensare a come risolvere un problema per un altro progetto. E quindi ho riempito innumerevoli fogli di carta di schemi logici e schizzi e bozze. E come nulla fosse, sono arrivate le 3.52.

Ora, per rimandare ulteriormente il sonno, devo solo preparare la borsa per domani e già so che mi verranno in mente troppe altre cose.

Fidati, non è vero.

Una settimana tremenda, con troppe cose da fare, consegne che si accavallano, nervosismo e troppo poco tempo.

Però la cosa assurda (ed egoista) è che ho trovato un po’ di tempo per me stesso e sono andato prima ad una lezione di prova di fit boxe poi, la sera stessa, mi sono iscritto in palestra.

Abbonamento full-optional, per un anno. Ho scelto di pagare subito, che a sentire la parola finanziamento son stato male. Così mi hanno regalato altri 42 (42, sì) giorni gratis. In pratica, l’abbonamento mi scade a dicembre 2011. Ansia.

Oggi prima lezione seguito dall’istruttore per preparare la scheda. Credo influenzato dal buon Poto ho scelto il tapis roulant al posto della cyclette, poi qualche macchina infernale con pesi al minimo, poi ancora tapis roulant e poi niente, sono morto.

La sala attrezzi era mezza vuota, vista l’ora, ma c’era un tizio pompato e tamarro, con canotta grigia scura. In spogliatoio si è messo a parlare con un altro tizio. Prima di un locale, dove lui avrebbe lavorato nel weekend. Pensavo fosse un buttafuori. Ma quando ho iniziato a sentire faccio serata e il discorso è finito su Corona e Lele Mora e lui è caduto dal pero che no, ma vah, ma dove l’hai sentito, mica devi credere ai giornali, io quell’ambiente lo conosco, io ho vissuto con Daniele e conosco anche Costantino, fidati, non è vero.

Ammetto che non vedevo l’ora di finire di rivestirmi e scappare via. Ma fortunatamente ha finito prima lui. Niente doccia, sì è infilato su una maglia, si è cambiato le scarpe, ha indossato il piumino catarifrangente e via, se ne è uscito. Meno male.

Ora devo solo segnarmi giorno ed ora. Per sapere quando non allenarmi.

Riassumendo: la riunione

Pomeriggio di riunione di lavoro, rimandata da troppo tempo.

Tutto bene, tutto bene, tranne un paio di discorsi su cui non ci si riusciva a comprendere, pur dicendo praticamente le stesse cose e poi bon, si arriva alla fine della riunione, dandoci appuntamento al prima possibile e decidendo già cosa su cosa sviluppare nel frattempo per poter procedere col lavoro.

Ed è in questo momento che, dopo quasi 3 mesi (o di più?) che il progetto è in ballo, vengo a scoprire in maniera indiretta che le carte in tavola sono un po’ cambiate, con un ridimensionamento dei miei compiti e con l’assegnazione ad un altro della parte che mi interessa di più, visto che è quello per cui sto studiando e di cui mi voglio occupare nella mia vita lavorativa.

Così facendo a me rimarrebbe solo la parte più lunga, difficile e complicata del lavoro, parte di cui si occupano apposite figure professionali e che quindi – a questo punto – rispetto a me sarebbero ben più movitate, efficienti ed efficaci.

E sinceramente, non so come comportarmi.

Il progetto comunque è grosso e importante, mi interessava molto e sarebbe anche un ottima aggiunta al mio portfolio e curriculum, ma se non potrò occuparmi della parte che andrei ad inserire in portfolio e curriculum, mi sembra perfettamente inutile.

E quindi, niente, ora la voglia di tirarmene fuori è tanta e non mi piace per nulla averlo saputo in questo modo, visto che gli accordi non erano affatto così. O forse è anche possibile che fosse stato sempre così, ma possibile che in 3 /o più mesi) non ci sia mai stato alcun sentore che non ci si era capiti?

20 ore & counting

Avviare Photoshop alle 7.30 di venerdì.

Chiuderlo alle 4.11 di sabato.

In mezzo, solo tanti spostamenti di file da un disco all’altro per liberare un po’ di memoria virtuale per gestire pdf di dimensioni disumane e le canzoni della seconda stagione di Glee a tutto volume sparate dalle Creatures collegate all’iPod.

La stanchezza, di questi giorni senza un attimo di tregua, ma la soddisfazione per i risultati. E la consapevolezza che: eh, mi piace!