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E tu, passate bene le feste?

È la domanda più banale di questo periodo.

E la risposta da dare in realtà non è così semplice e scontata. Perché d’istinto dovrebbe essere un “sì, tutto bene”: alla fine ci sono state le belle giornate in famiglia (sia con la mia che con quella acquisita), la felicità per il nipotino appena nato, il relax di una giornata in montagna tra camino, partite interminabili (per colpa della mia regola speciale, tra l’altro) ad Uno, mini-battaglie a palle di neve, l’aver passato il capodanno in quella casa di Bergamo che ha sempre il potere di farmi sentire bene, rilassato, tra amici.

E poi ci siamo quasi con la tesi. La deadline per la consegna della parte progettuale si avvicina inesorabilmente e sono anche abbastanza soddisfatto del lavoro di gruppo che stiamo facendo. Un’interessante novità a livello lavorativo che si spera continui bene così come è cominciata.

Però arrivano i però. Perché in queste giornata non ci sono stati giorni di riposo, di dormite colossali, di dolce far nulla. Sempre a correre in giro da un cliente o da un altro, tra macchina, benzina, passante, metro. Fatture da emettere, pagamenti da ri-richiedere anche se continua ad esserci chi fa orecchie da mercante, giornate passate davanti al computer. L’avere praticamente solo 3 giorni di vacanza (25, 31, 6) e aver comunque lavorato anche gli altri giorni.

E quindi, sì: potrei rispondere un “sì, tutto bene”. Ma aggiungerei anche un “ma mi sento più stanco di due settimane fa”.

Succede che

Succede che si lavora, si lavora come non mai.

Succede che si diventa grandi e si decide di aprire una partita iva.

Succede che si porta avanti l’università, anche se con un po’ di fatica e delusione.

Succede che si seguono diversi progetti web, con clienti diversi.

Succede che si entra ufficialmente in una società per dare una mano su molti fronti, anche sulla gestione di diverse immagini coordinate.

Succede che si ottengono i primi appuntamenti con clienti da seguire per la società: una stilista ed un fotografo.

Succede che si ricevono inviti per una serata della moda uomo milanese, che in realtà è l’occasione per vedere con i propri occhi il risultato di un lavoro lunghissimo.

Succede che si ricevono proposte di collaborazione da amici onesti, fidati e competenti.

Succede che si è stanchi.

Ma soddisfatti.

E soprattutto felici.

Red alert

So che sto diventando monotono e particolarmente lamentoso, ma anche oggi è stata una bella giornata (lavorativa) da dimenticare.

Da sclero, veramente. Momenti di panico, momenti di pura follia e ore e ore di telefonate per capire che cavolo si doveva fare e ogni poco, cambiava qualcosa.

Roba che avrei voluto che qualcuno, prima o poi, saltasse sul tavolo e urlasse ballando don’t worry, don’t panic.

Ma non è successo.

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Quindi sono tornato a casa con un altro paio di ore di straordinari segnati sulla tabellina (che nessuno leggerà). Poi solo fame, nervosismo e un cervello in sciopero che vorrebbe addormentarsi il prima possibile.

TO-DO #2 (credo) Update 2

 

  1. preparare un seme completo per il lavoro sulle carte (entro lunedì)
  2. ricerca storia dell’arte, della grafica e del design (entro martedì)
  3. studiare  continuare a studiare storia per l’esame (entro martedì)
  4. trovarsi con il gruppo (mercoledì e giovedì mattina)
  5. lavorare (mercoledì e giovedì pomeriggio/sera/notte)
  6. trovare continuare a cercare il modo per rendere cartoonose tutte quelle foto che ci servono per il lavoro di gruppo/video (per venerdì)
  7. montare almeno una parte del suddetto video (per venerdì)
  8. finire tavole da finire fare gli ultimi ritocchi alle tavole (per venerdì) 
  9. preparare le bozze del progetto finale del corso di disegno (per venerdì), ma mandare una mail alla prof molto prima
  10. trovare il materiale per il progetto finale di un’altro modulo del corso di disegno (per venerdì)
  11. lavorare (domenica)
  12. studiare per i 2-esami-in-1 esame (per il lunedì successivo)
  13. andare avanti con il progetto delle carte per l’ultima revisione (per il lunedì successivo)
  14. lavorare (martedì, mercoledì, giovedì pomeriggio/sera/notte)
  15. trovarsi con il gruppo (mercoledì e giovedì mattina)
  16. concludere il montaggio del video (per venerdì successivo)
  17. concludere i progetti finali dei 2 moduli del corso di disegno (per il venerdì successivo, ma si spera di no)
  18. concludere le carte (sabato)
  19. stampare le carte (sabato)
  20. comprare il materiale per la confezione (sabato)
  21. ritagliare le carte (sabato/domenica)
  22. lavorare (domenica)
  23. ricordarsi delle cose da fare che mi sono dimenticato di scrivere in questa lista.
  24. dormire, di tanto in tanto

Una giornatina niente male, veramente, massacrante. Quasi 2 ore in copisteria per stampare quella ricerca. Ed è successo di tutto. Prima nessun tizio del negozio a cui chiedere di lanciare le stampe, poi il computer non leggeva il mio pdf, poi la carta inceppata (e ancora nessuno che la disinceppava) poi la carta finita (ma talmente tanto finita che non avevano più gli A4 e dovevano tagliare in 2 l’A3), poi il toner finito (ma la ragazza che mi seguiva era bassa e non arrivava al contenitore dei toner, poi non sapeva qual’era e quindi ha lasciato perdere, servendo altri). E ovviamente il toner era finito all’ultima pagina. Poi dovevano essere tagliate e rifilate. La macchina era ovviamente impegnata. E la tizia continuava a controllare le mie stampe. Sì, ok, va bene, alcune immagini sono in bassa, altre saranno venute male perché non le ho schiarite. Però, cavolo mettiti lì, e taglia quei cavoli di fogli. E sì, voglio il retro nero per la rilegatura, perché non ho voglia di decidere. E sì, sono sicuro (anche perché gli altri colori erano un rosso che non c’entrava nulla con i colori della copertina e altri che non avevo voglia di vedere). Poi, ovviamente, lei non poteva fare cassa, quindi ho dovuto aspettare un’altra. 40 euro per stampare e rilegare 2 ricerchine del cavolo.

E poi, ovviamente, di corsa in aula, arrivando a destinazione praticamente ansimando.

Per un esame tremendo, con domande sinceramente assurde. Ma per lo meno è andato. Mal che vada, ci penserò di nuovo il 2 sera.

Ora  voglio solo tranquillizzarmi un po’, mangiarmi la mia crepes alla Nutella qui al TodoModo e scappare poi sul treno e tornare a casa.

Che domani sarà un’altra lunga giornata.

Sognando martedì (o mercoledì?)

Ok. Sono giorni decisamente pesanti. Sommerso di cose da fare per l’uni e impegnato in lunghe e faticose giornate lavorative, che tra partite da attendere e speciali di natale e capodanno, sembrano non finire mai.

Poi arriva la mattina. E la necessità di svegliarsi, presto, ad un orario decente, per andare a tagliarsi i capelli, sistemarsi quella maledetta barba, fare le tavole, pensare alla consegna di lunedì, andare a prelevare, comprare la custodia per la nuova bestiolina.

Qui si dorme molto e male, non riuscendo però ad essere fresco e riposato. 

E le cose si tirano per le lunghe e non sono mai convinto del risultato.

In più piove piove piove e mi mette tristezza.

In fondo, devo solo arrivare in qualche modo almeno a domani e alla cena di domani sera. E poi, tirare fino a martedì sera (o mercoledì?) per potermi godere qualche giorno di totale e assolutamente meritata vacanza.

Tempo

Questa giornata non passa più. Nel gruppo di lavoro si respira una brutta aria. Anzi, ci sono un bel po’ di cose che non piaciono. E così, pur se mi stavo divertendo ad impostare lo speciale (finalmente qualcosa di anche solo lontamente creativo!), in realtà, oggi, mi sembra che il tempo non passi più. E non vedo l’ora di salire in macchina e viaggiare verso casa. Magari è solo colpa dell’estate che sta arrivando e della stanchezza accumulata. Però, al momento, non ce la faccio più. E meno male che sono sull’altro tavolo, per i fatti miei, dando le spalle al mondo.