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Strade (by Subsonica)

Ho trovato il mio singolo dell’estate.

È Strade dei Subsonica. Canzone già presente in Microchip Emozionale, album risalente ormai al 1999.

E non sono io che ho deciso di riesumare una canzone che mi è sempre piaciuta. Sono loro, i Subsonica, che hanno deciso di rilasciarla come singolo. Passerà in radio ed è anche disponibile il video ufficiale.

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E io non posso che esserne felice.

Una canzone bella, veramente bella, allegra e scanzonata ma riflessiva al tempo stesso.

Se tutto ciò che cerco nasconde un movimento
Quale destinazione può incontrarci
Se in tutto ciò che inquadro il senso è già sfocato
Qual’è l’angolazione per fissarci

Strade che si lasciano guidare forte
Poche parole piogge calde e buio
Tergicristalli e curve da drizzare
Strade che si lasciano dimenticare

Leggero in fondo solo l’umore acceso al volo
Senza lasciare il tempo di pensarci
Ti guardo che mi guardi non so se salutarti
O fare finta che non sia già tardi

Strade che si lasciano guidare forte
Poche parole piogge calde e buio
Tergicristalli e curve da drizzare
Strade che si lasciano dimenticare
Strade che si lasciano guidare forte (andare via così)
Poche parole piogge calde e buio (via così via così)
Tergicristalli e curve da tremare
Strade che si lasciano dimenticare

Strade che si lasciano guidare forte
Poche parole piogge calde e buio
Tergicristalli e curve da drizzare
Strade che si lasciano dimenticare
Strade che si lasciano guidare forte (andare via così)
Poche parole piogge calde e buio (via così via così)
Tergicristalli e curve da tremare
Strade che si lasciano dimenticare

Forse sta a pochi metri da me
Quello che cerco e vorrei trovare
La forza di fermarmi
Perchè sto già scappando mentre non riesco
A stringere più a fondo e ora che sto correndo
Vorrei che fossi con me
Che fossi qui
Sento a pochi metri da me
Quello che c’era e vorrei trovare
La forza di voltarmi
Perchè se stai svanendo io non ci riesco
A stringere più a fondo ora che sotto il mondo
Vorrei che tu fossi qui
Che fossi qui

La fine del concerto

Non ho parole. Un concerto fenomenale, 3 di ore di un peccato acceso che danzerà riscaldando ombre dietro noi! Sugli spalti, comodissimi, in primissima fila, a due passi in linea d’aria dal palco. Sì, un po’ laterali, forse ci siam persi il bello degli schermi led semitrasparenti e vedere le loro (probabili) ombre suonare su uno sfondo infuocato.

Però bello. Anzi, indescrivibile.
Cantare a squarciagola le parole, assaporare i testi. E rendersi conto di quanto è tremendamente reale il contenuto di Piombo, mandato in loop. E averne i brividi. Solo strumentale, un pochettino più lenta della versione dell’album. Con luci anch’esse in loop su quell’unico movimento ondulatorio.

L’aria è più pesante che mai quando un fantasma ci ruba l’ossigeno
Quando il futuro è solo piombo su queste città
Sotto una cupola che sembra la normalità.
L’aria è più pesante che mai e brucia tanto che manca l’ossigeno
Troppi silenzi in quel cemento che già sanguina
Troppe speranze nel mirino che ora luccica.