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Viaggio malinconico

Occhi fissi sulla strada, mente vuota, nessuna voglia di parole sentite o pronunciate. Solo una malinconica canzone di sottofondo.

For those who’ve slept
For those who’ve kept
Themselves jacked up
How Jesus wept
Sunday
Sunday

For those in need
For those who speed
For those who try to slow their minds with weed
Sunday
Sunday

For those who wake
With a blind headache
Who must be still
Who will sit and wait
For sunday, to be monday

Yeah, it will be ok
Do nothing today
Give yourself a break
Let your imagination run away

For those with guilt
For those who wilt
Under pressure
No tears over spilt milk
Sunday
Sunday

Sunday
Sunday

Sunday
Sunday

Yeah, it will be ok
Do nothing today
Give yourself a break
Let your imagination runaway

Yeah, it will be ok
Do nothing today
Give yourself a break
Let your imagination runaway

Delusioni da shopping

E alla fine siamo usciti.

Un giro al nuovo (beh, ormai mica tanto) svavillante centro commerciale vicino casa.

Un primo giretto da H&M, diretti al (minuscolo) reparto uomo, giusto per scoprire che a) orrore, H&M ha una nuova sottomarca che cose a bassimo prezzo ma con materiali tremendi b) sono troppo grasso per entrare in un pantalone taglia 34 slim c) ci sono molte cose figose, ma rientrano nella categoria del vorrei ma non posso perché: mi fanno sembrare un palo vestito, non ho nulla da abbinarci, non ho mai messo cose del genere, d) mi intistrisce l’idea di dover comprare capi fall/winter quando non mi sono neanche gotuto l’estate.

Poi un giro da Carpisa, giusto per scoprire che il mio portamonete non è ancora arrivato (o mai arriverà).

Poi uno, lunghissimo, da Saturn. Con la voglia di comprarmi il pack Plastation3 + Little Big Planet + PSP a 399€, quando in realtà a Settembre uscirà la nuova PS3 Slim, più piccola e con HD più grosso, allo stesso prezzo, ma avrei ho comunque tempo di giocarci, né ho un televisore HD per sfruttarla al massimo delle sue capacità. E vabbè, poi abbiamo (ho?) sbavato un po’ davanti al TV Samsung Serie 7 a tecnologia LED. Lo necessito per il mio (nostro?) salotto. E abbiamo perso tempo alla ricerca della chiavetta USB perfetta (e siamo finiti su una SONY 8GB con sistema di chiusura a molla. Figossima).

Poi giretto da Games Stop per vedere se c’era qualcosa di interessante.

Poi al TreEsse Sport, attirati da magliette Tokidoki in vetrina, ma ovviamente avevano la nuova collezione da donna e delle bellissime shopping bag Tokidoki+Onitzuka Tiger, ma di modelli maschili neanche l’ombra, a parte un paio di magliettine che no, non mi piacevano per nulla.

E poi un salto all’Iper alla ricerca di un paio di cose per la cena di questa sera. E abbiamo usato con soddisfazione le casse Self&Via, dopo la tragica esperienza di ieri ad un altro Iper (ma lascio al Byb l’onere di parlare delle pessima avventura).

E alla via di corsa a casa.

E la mia mastercard pretende di essere strisciata un po’.

Uff.

[Pootooo, quando vieni a Milano e mi dai una mano a rinnovare tutto il guardaroba!?]

[Take me out of here, please]

Post programmati.

Far comparire domani quello che provo ora.

Perché non sono pronto a rilasciarlo ora, a tutto il mondo.

Perché mi sto tenendo tutto dentro e non mi fa bene.

Mi sto chiudendo su me stesso e allontanando, in un modo o nell’altro, un po’ tutti.

Vorrei prendere, urlare, scagliare iPhone contro muri (e sarebbe per lo meno il secondo), piangere.

Perché la situazione è assurda e non resisto mica.

E mi serve aiuto, ora e subito.

Aiutatemi.

A partire dalle cose materiali. Perché ho una consegna giovedì e anziché scrivere questo post che verrà pubblicato domani, dovrei essere a fare scansioni, scontornare e impaginare, visto che domani, mentre voi starete leggendo queste righe, io dovrei essermi già incontrato con i miei compagni di gruppo per stampare tutto e stare un po’ tranquilli.

Poi venerdì ho l’esame di informatica. Quello in cui ho già un parziale di 30 e lode. Ed è la cosa peggiore. Perché praticamente non ho ancora aperto libro/fatto esercizi. E questa volta si parla di Javascript e Action Script. E non so nemmeno se si parla del 2 o del 3. Siam messi bene, eh? Quindi ciao ciao lode, ciao ciao buon esito dell’esame.

E poi rimane matematica, da dare, prima o poi.

E come se non bastassè, c’è il lavoro. E quel clima schifoso e insopportabile che regna in ufficio.

Ho bisogno di una pausa, di fermarmi.

E invece mi trascino avanti, perché devo e non posso fare altrimenti. Non posso abbandonare il lavoro, non posso lasciare indietro l’uni, ora che finalmente faccio quello che voglio.

Ma ammetto che la voglia scarseggia.

E scarseggia ancor di più passando qui la notte.

Qui non ci voglio stare, me ne voglio andare.

Può non essere la soluzione giusta, ma è l’unica che mi viene in mente.

Mi dici che devo essere in pace con me stesso. Beh, non ce la faccio.

Ho dentro di me tanta, tanta rabbia.

E si accumula e mi lacera.

Mi rendo conto di non riuscire più a vederli come li vedevo prima.

Li odio. Puramente e semplicemente.

O forse la odio.

È iniziato quest’estate, in quei giorni terribili.

La prima volta che l’ho pronunciato ad alta voce, davanti a lei.

Covavo dentro di me quelle parole, stavo male a tenerle dentro, perché sono parole che fanno male.

Ma quando sono uscite, non ho provato nulla.

Rimpianti, dolore, necessità di chiedere scusa.

E ora meno che meno.

Voglio prendere ed andarmene e non voglio più averci nulla a che fare.

Io mi sono arreso, non ho più le forze di lottare e recupare qualcosa che non credo abbia senso di recuperare.

O più altro, è impossibile recuperare qualcosa che forse non è mai esistito.

E questo me l’ha fatto notare qualcuno che non avrei mai pensato avrebbe detto una cosa del genere, che bene o male mi conosce da quando sono nato.

E mi sono perso, con questo post assurdo.

So solo che non ce la faccio.

Voglio dormire.

E forse svegliarmi tra un sacco di tempo, quando potrò guardare indietro e sorridere a questo momento così lontano.

Ma non è possibile.

E c’è troppo da fare.

E non ho voglia.

E non ce la faccio.

E ho bisogno di aiuto.

Anche se lo rifiuto.

Vi prego.

Bandiera bianca

È che vorrei arrendermi.

O meglio, lo faccio. Sommerso di cose che non riesco a gestire, quindi mi rifiuto di gestirle, perché non ce la faccio, sono più grandi di me e non sento di avere le forze, né ho la voglia.

Poi queste si accumulano e alla fine sono da fare. All’ultimo secondo utile, facendole male, non dormendo, stando male.

Vorrei arrendermi, definitivamente, sventolare una bandiera bianca e dichiarare la mia sconfitta, su ogni fronte.

Dichiarare la sconfitta dei sogni e delle illusioni davanti al muro grigio della realtà.