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Elogio di FriendFeed: le belle persone, parte 2 (che doveva essere la parte 0)

Il post di prima ha generato parecchio scompiglio là su FF. Siete degli assetati di protagonismo, ecco cosa siete!

Però ora che ci penso, avevo in mente un altro post su un’altra bella pesona che ero finalmente riuscito a conoscere dal vivo settimana scorsa. Volevo parlare del bel posto, delle chiacchere, della compagnia, del vodka lemon carichissimo.

Ormai, però, mi son dimenticato tutte le cose belle e pucci che avevo pensato di scrivere e (temo) che lui possa esserne solo contento. Sono conscio del fatto che ha una reputazione da difendere.

E poi, insomma, non posso mica continuare a far ingelosire così il Byb, che io il marito ideale già ce l’ho, no.

Elogio di FriendFeed: le belle persone

FriendFeed avrà pure i suoi difetti, ma io non posso che ringraziarlo.

È grazie a questo social network che ho avuto modo di conoscere molta nuova gente ed apprezzare particolarmente alcuni di loro.

Uno di questi è una persona che definire affascinante è dir poco: una di quelle persone che potrebbero parlare per ore e tu rimarresti comunque imbambolata. Una di quelle persone che è disponibile, generosa, disponibile, competente ed onesta.

Ed ecco, io, non posso fare altro che ringraziare FriendFeed per l’opportunità.

E via da un social

Alla fine, questa mattina ho deciso.

Meglio allontanarsi da FF per un po’. Non so se per qualche giorno o di più. L’account rimane lì, parcheggiato, perché per ora non mi va di eliminarlo. In compenso ho rimosso tutti i collegamenti a Linkedin, Twitter, Tumblr, Last.fm, Vimeo, Google Reader. Il bello è che continua lo stesso ad importare e la cosa non mi piace per niente.

In ogni caso, i motivi sono diversi. Tanti motivi che poco alla volta si sono sommati, fino a raggiungere il mio limite di sopportazione. Per avendo fatto un bel po’ di selezione nei contatti, era tutto un flame, finti tuttologi della domenica, persone che litigano per il nulla, ipocriti, gay che danno dei froci ad altri gay non mantenendo un minimo di dignità neanche per se stessi, finte amicizie, cazzate, maleducazione E io alla fine mi arrabbio per tutte queste cose.

Purtroppo ho un carattere un po’ del cavolo e interiorizzo tutto quello che mi succede e ieri non ha certo aiutato veder andare pericolosamente fuori tema un mio thread che poi è degenerato fino ad arrivare all’insulto tra le parti (e a quel punto l’ho cancellato).

La cosa assurda è che tutto questo forse mi serve anche per sfoltire le amicizie offline. Voglio dire, chi vuole e chi mi conosce dovrebbe già avere tutti i miei recapiti on ed offline per contattarmi. Quante persone, nel giro di queste 14 ore – che per l’internet del tutto e subito coincidono con un’eternità – mi hanno contattato per questa cosa? Non intendo i vari contatti superficiali. Intendo quelli che sento regolarmante via chat, quelli con cui si va agli aperitivi, quelli con sui si organizzano cene, quelli con cui si va al cinema, quelli a cui ho fatto favori o prestato cose, quelli per cui mi preoccupo se leggo che c’è qualcosa che non va e vedo di contattarli, anche in privato.

Beh, dicevo, quanti? Uno.

Ma forse, sono solo io che devo ridimensionare un po’ le aspettative nei confronti degli altri, vero?

È successo lunedì, ma ne parlo solo ora

Settimana piena, pienissima.

Una festività passata sui libri, che non è ancora finita. E neanche i libri, in realtà.

Un po’ di tempo rubato per “giocare” con un’installazione di prova di WordPress 3.0, provare le nuove funzioni, abituarsi al leggero restyling dell’interfaccia di admin e testare alcuni plugin che potrebbero farmi comodo per un nuovo lavoro.

Già, il nuovo lavoro.

Voglia di parlarne, perché l’intera situazione mi piace, mi stimola, mi affascina. Lunedì ne ho avuto solo un piccolo assaggio, ma mi è bastato per capire l’aria che si respira, i brainstorming, la possibilità di lavorare accanto a persone più che preparate, alcune delle quali ho già avuto modo di conoscere.

Insomma, tutto un’altro mondo rispetto al vecchio open-space.

Però tutto ciò porta anche una certa ansia, collegato a quanto traspare di quello che sono tra i bit dell’online.

Forse qua sopra parlo troppo di me e sono troppo lamentoso e non so se voglio che chi mi dà lavoro legga queste pagine. Su Facebook forse sembro troppo monotematico e dannatamente pop-trash. Su friendfeed forse il problema non è quanto scrivo, ma tutti i commenti che lascio in giro, su post assolutamente variegati.

Mi viene voglia di un altro dominio, con tutto un altro genere di contenuti. Mi viene voglia di azzerare gli account di twitter e di friendfeed e ricominciare tutto da capo. Per dare tutta un’altra immagine di me. Più seria, più professionale, evitando tutte le cavolate.

Eppure boh.

Forse ora è meglio ributtarsi sui libri. La notte è giovane, l’esame è lì che mi attende e per queste cose c’è sempre tempo.