La fine del concerto

Non ho parole. Un concerto fenomenale, 3 di ore di un peccato acceso che danzerà riscaldando ombre dietro noi! Sugli spalti, comodissimi, in primissima fila, a due passi in linea d’aria dal palco. Sì, un po’ laterali, forse ci siam persi il bello degli schermi led semitrasparenti e vedere le loro (probabili) ombre suonare su uno sfondo infuocato.

Però bello. Anzi, indescrivibile.
Cantare a squarciagola le parole, assaporare i testi. E rendersi conto di quanto è tremendamente reale il contenuto di Piombo, mandato in loop. E averne i brividi. Solo strumentale, un pochettino più lenta della versione dell’album. Con luci anch’esse in loop su quell’unico movimento ondulatorio.

L’aria è più pesante che mai quando un fantasma ci ruba l’ossigeno
Quando il futuro è solo piombo su queste città
Sotto una cupola che sembra la normalità.
L’aria è più pesante che mai e brucia tanto che manca l’ossigeno
Troppi silenzi in quel cemento che già sanguina
Troppe speranze nel mirino che ora luccica.

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