58/2024

E siamo di nuovo qui.

A ricordarmi di questo spazio solo per lamentarmi un po’ in questa notte senza sonno, inseguito dalle ansie e dai mille pensieri.

C’è una situazione che mi agita, mi crea stanchezza, mi paralizza e non mi rende sereno.

La ricerca di una via di fuga è forsennata ma difficile e quasi impossibile.

Ed è l’ennesima occasione per mettere in dubbio tutte le scelte che hanno portato fino a questo momento.

217/2023

Anche se per motivi differenti dai tuoi – anche io non sto passando un bel momento tra lavoro (di cui sai) e casini pesanti con la mia famiglia (che non ti ho raccontato per non aggiungere un ulteriore carico) e posso assolutamente empatizzare.

Ma per capire, ho bisogno di un minimo di dialogo, che non c’è stato, tra silenzi e l’impossibilità a una conversazione di senso compiuto, anche al telefono. E non dovevamo parlarci di faticosi massimi sistemi, a me bastava anche solo scambiare quattro chiacchiere in leggerezza, eh.

Ma se a una domanda diretta che chiedeva altro, la risposta tira in campo tempo ed energie, ci rimango un po’ male e sono perplesso.

Credo anche il mio tempo e le mie poche energie abbiano lo stesso valore delle tue.

E la mia domanda era volutamente un’altra, perché al non avere tempo e non avere energie c’è soluzione, anche solo aspettare momenti migliori come mi sembra abbiamo fatto in questi mesi, provando a ritagliarci possibilità e proposte che alla fine per sfighe varie sono sfumate.

Quindi: tu mi piaci e mi interessi e mi piacerebbe darci una possibilità.

Ma io a te piaccio?

210/2023

Di nuovo, giornate senza scrivere nulla qua sopra.

Ma cosa succede, come sto?

Sto.

Stanco.

Affaticato.

Tecnicamente in ferie anche se comunque i prossimi non saranno giorni tranquillo.

Soffro un po’ l’essere solo, ma con tutto quello che è successo nei giorni/settimane/mesi in realtà non ci faccio caso.

Ci faccio caso però nelle piccole cose, nei piccoli momenti di tranquillità.

Quando fisso il soffitto in quel letto troppo grande e vuoto.

Quando crollo sul divano senza calore a fianco.

Quando passo la giornata da solo a sistemare casa.

11/2023

Mentre tornavo a casa mi era venuta in mente l’idea per un post.

Poi sono arrivato a casa e me ne sono dimenticato.

Ora mi son ricordato che avevo in mente di scrivere qualcosa ma adesso non ricordo cosa.

Quindi ecco che scrivo discorsi inutili in questo post di un 365 a singhiozzo.

Ma va bene così.

Non ha senso costringermi a scrivere tutti i giorni se non ci riesco, se non ho idee, se non ho tempo, se proprio non ci penso.

Non ha senso obbligarmi a scrivere post e programmare le uscite.

Però voglio provare a scrivere cose, anche parole a caso come queste e riempire questo spazio troppo bianco.

3/2023

Non so perché anziché andare a letto presto ho deciso di premere play su In from the side.

Il film in realtà non mi è dispiaciuto. Sarà per la parlata inglese, per i bellocci protagonisti che giocano a rugby, per le vedute di Londra e quelle fantastiche riprese di treni e metro che mi sempre mi affascinano. La storia non è un granché, o meglio: il finale non è quello che mi aspettavo è un po’ mi ha lasciato l’amaro in bocca.

Ma quello che mi ha fatto più pensare è stata tutte le scene in famiglia. Situazioni di apertura, accettazione, felicità, voglia di vivere assieme e soprattutto dialogo che – come questo capodanno mi ha brutalmente ricordato – per me sono fantascienza e lo saranno per chissà ancora quanto tempo.

1/2023

Primo giorno di quest’anno.

E già si inizia con le discussioni.

Quelle pesanti e faticose che partono da cose piccole e inutili e insignificanti ma che invece forse forse nascono da macigni inaffrontati da ormai 15 anni (eh già).

Non so come andrà a finire, se troveremo la strada del dialogo o correremo lungo la strada del chiudersi ancora di più, allontanandoli totalmente.

Certo è che – dopo un anno che tutto sommato mi ricordo abbastanza positivamente, col raggiungimento di alcuni equilibri che mi facevano sentire bene – ho le scatole per lo meno un po’ girate per come è iniziato questo venti ventitré

Così ci vediamo per parlare un po’

Sinceramente non capisco per quale motivo chiedermi di vederci per parlare un po’ e poi sparire di nuovo, sapendo comunque del tuo viaggio in Sardegna.

Non capisco il perché di questo allontanamento e di questo poco interesse, così come quella sensazione che traspariva dalle tue parole, come se fossi io il problema, quello incapace di comprendere la situazione stavi vivendo.
Invece, la comprendo benissimo, avendola vissuta anche sulla mia peelle, e ho tentato – magari sbagliando perché invece avevo bisogno di altro – di lasciarti i tuoi spazi, non rompere o impormi più di tanto, ma non riesco a comprendere come tu ti sia totalmente dimentico di aggiornarmi per tempo sui programmi in corso per ferragosto, come non ti sia reso conto di quanto sia stato veramente poco carino solo a quel punto invitarmi, come un ripiego, o ancora dimenticarsi totalmente di farsi sentire a fine di quella giornata lavorativa lì, mentre preoccupato attendevo un tuo cenno di vita. Comprendo la presenza ingombrante di altri pensieri, ma quindi: c’è dello spazio per me?

Quello di cui a questo punto sono certo è quanto io sia stato cretino a pagare di più per una camera doppia non usandola, visto che non hai mai avuto il coraggio di dirmi che non saresti mai passato a dormire. O a tutte le opzioni di cambio dei voli del matrimonio che avevi comprato sperando di poter trovare il modo di triangolare tra lavoro e logistica varia Milano-Sardegna-Sicilia.

Capisco anche che a questo punto, che senso ha parlare?