Chiavi di casa

Praticamente, ieri sera ho perso le chiavi di casa.
Giustamente me ne sono accorto solo una volta arrivato davanti casa.
Penso di essere così stordito da essere uscito senza chiavi, senza chiudere casa e provo a citofonare ai pochi vicini che conosco.
Sarà l’età media elevata nel palazzo, sarà l’ora magari un po’ tarda, nessuno risponde.
Panico.
Ovviamente, il cellulare è giustamente scarico (basta giocare a Ingress, basta!).
Mi convinco che sì, ho lasciato le chiavi di casa in ufficio, sulla scrivania, sicuro.
Torniamo a Milano!
La macchina è parcheggiata davanti casa, ma le chiavi sono in casa.
Quindi corro (circa, visto la stanchezza) in stazione a prendere il treno back to Milan.
Salgo sul treno, che ovviamente è un Garibaldi e non un Centrale diretto che ferma a Lambrate.
Prendo il Mac, attacco il cellulare, inizio ad allertare mezza gente.
Chiamo i miei. Discussioni a non finire.
Intanto faccio preoccupare amici e amiche che però mi riempiono il cuore offrendosi di venirmi a prendere o ospitarmi per la notte.
Arrivo a Garibaldi.
Scendo in metro, ma non ho il biglietto.
Evito di usare quella figata dell’app visto la batteria scarica.
Litigo con le macchinette dei biglietti che hanno deciso di non leggere né la CC né il Bancomat. Grazie di esistere AMEX.
Prima metro persa, che era quella giusta. Il successivo passa qualcosa come un’infinità di minuti dopo.
Torno in ufficio, sperando di non fare casino con l’allarme.
Niente, sulla scrivania non ci sono.
Sarebbe stato troppo bello per essere vero.
Intanto arriva mio padre, che propone insistentemente di tornare al paesello, fa niente  degli amici che abitavano a Milano e che mi avevano proposto di stare da loro a dormire. Queste cose non si fanno, disse il genitore.
Intanto cresce fame, che ormai erano le 23 e io ovviamente non avevo ancora cenato.
Stamattina partiamo prima delle 7 per Bergamo
Arrivo davanti casa.
C’è l’uomo delle pulizie.
È la persona che praticamente conosco meglio del palazzo!
Mi apre cancello e portone.
Vado al pianerottolo.
Mi avvicino cauto alla porta.
Le chiavi erano lì nella toppa.

E vissero tutti felici e contenti.

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