Destino

In realtà il destino ti chiamava e ti diceva che tu, ieri dovevi essere a Genova, a seguire la seconda edizione di un evento che ti interessava un sacco organizzato da amici bravissimi e che stimi.

E avevi in mente di fare di tutto per andarci, tentando possibili organizzazioni all’ultimo e invece no, una serie di piccoli problemi diciamo burocratici non permettevano che tu potessi prendere quel giorno di ferie, essere di nuovo in quella Genova in mezzo ai tuoi amici che non vedi da un sacco, a conoscere nuove persone, a parlare di ciò che ti piace, imparare un sacco di cose e sentirti ispirato e trascinato, esattamente come l’anno scorso.

Poi non pensi più a Genova e lasci un po’ perdere i pianti del tuo cuore e ti fai assorbire da tutto il resto della vita. E di visita medica in visita medica il destino ti porta a fissare (senza pensarci) un’altra visita proprio per ieri pomeriggio. Orario scomodo, problemi con lavoro e ultime consegne e ti rassegni a recuperare al sabato.

Non contento ovviamente di recuperare al sabato, decidi di saltare anche pausa pranzo, giusto per portarti un po’ avanti e uscire all’ultimo minuto disponibile per arrivare in tempo in ospedale.

E invece ti chiamano in ufficio, ti dicono di scendere e ti vedi una macchina accartocciata sulla tua macchina parcheggiata, che è stata sbalzata indietro fino ad urtare un’altra macchina parcheggiata. E vieni risucchiato in un vortice fatto di vigili, testimoni, assicurazioni, mail che non arrivano ah no in effetti forse ti arriva tutto per posta, stress, visite mediche già pagate e ormai perse e da riprogrammare, call center con attese infinite, operatori del soccorso stradale scazzati che danno informazioni errate, carri attrezzi che ci provano a tenerti in ostaggio la macchina per ripararla loro e la tua reazione è un ma mollatemi come un imbruttito qualsiasi ma sei troppo educato per dirlo veramente, officine,  perdite di tempo, impegni personali che saltano, esaltanti prospettive di dover gestire il tutto con un legale, vane speranze che in tempi brevi arrivi una macchina sostitutiva, illusioni che Adam torni esattamente com’era prima.

E ora, dimmelo: perché tu, ieri, non eri a Genova?

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