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Non sempre tutto riesce a finire su Instagram

Una casa di nuovo piena di amici, un po’ – troppo – sushi take away, persone che non si conoscono tra loro ma che sembrano andare subito d’accordo, partite infinite a Mario Kart 8 prima e a Super Mario 3D World poi, con un po’ di Destiny alla fine.

E non c’è Instagram che basti per immortalare questa bella sensazione, questa serata improvvisa che neanche ad averla organizzata sarebbe uscita così bene.

E io, per l’ennesima volta, sono molto contento di quello che questa Casa mi sta permettendo di vivere.

Paure

A volte hai paura a raccontare certe cose a qualcuno perché non vuoi che si preoccupi per te, anche se in realtà sapere che c’è alcuno che si preoccupa per te vuole in realtà dire che ti vuole bene.

A volte hai paura a raccontare certe cose perché vorrebbe dire distruggere certezze che gli altri hanno su di te.

A volte hai paura a dire certe cose a voce alta perché hai paura che poi diventino effettivamente vere.

Ma forse la paura peggiore è scoprire che in realtà non le dici perché non sai a chi raccontarle.

Punto e a capo.

La verità è che ci sono un sacco di persone che ho lasciato indietro 60km fa.

E mi mancano e vorrei sentirle sempre, sapere come stanno, cosa fanno, essere aggiornato sulle loro vite, vederle e trovarci per cene e aperitivi.

Ma poi tutto questo improvvisamente diventa faticoso quando non c’è simmetria nel cercarsi, quando sei sempre tu il primo (l’unico?) a scrivere o a chiamare, quando a domanda segue risposta e poi tutto si ammutolisce, quando gli inviti cadono puntualmente nel vuoto.

E quindi ti ritrovi a rivalutare tutto e a domandarti di nuovo se in fondo il problema non sei tu, che forse hai preteso di vedere amicizie importanti dove non in realtà non erano presenti o se semplicemente non sei abbastanza per loro.

Poi passa, però la tristezza rimane.

In fondo poi, qualsiasi sia il motivo, sei tu quello che sei scappato.

Spirali

Il punto è che in un modo o nell’altro si arriva sempre punto e a capo, come se nulla fosse cambiato, come se nulla potesse cambiare.

Per quanto ci si sforzi, gli sbagli vengono perpetrati all’infinito, per poi essere trascinati in una spirale di ansie e paure da cui non si riesce ad uscire.

E l’essere così da solo non fa altro che peggiorare le cose.

194 – stanchezza

È strano: sono le 21.38 e sono già a letto.

Non è vera e propria stanchezza, perché riesco a dormire di più, ho degli orari di lavoro più umani, sono più rilassato, mangio meglio e sicuramente più sano.

Anche le giornate son belle, il sole è caldo, faccio le mie commissioni in giro per il paese a piedi e la macchina è chiusa in box da 2 giorni.

Quindi boh? Sarà la primavera?

174 – parole

Che poi, ero convinto di tutt’altro

E mi sbagliato.

Mi ero chissà perché incattivito nei tuoi confronti.

E invece siamo riusciti a parlare, con la scusa di parlare di altro.

Ed è tutto tornato a posto.

Perché nel giro di 5 minuti mi sei tornata quella persona allergica al contatto umano che tanto ammiro e apprezzo.

Mi mancherai un sacco, anche se in realtà non abbiamo mai avuto quel rapporto più profondo che invece avevi con altri e di cui sono sempre stato un po’ invidioso.

E poi tu non lo sai, ma lunedì mi hai fatto sorridere con quell’abbraccio ad una festeggiata. Perché sono due i casi: o hai fatto uno sforzo enorme per fare quel gesto o alla fine non è poi così tanto vero che sei allergica al contatto umano come invece vuoi far credere.