È che poi scopro che tutte le paranoie che mi ero fatto in realtà erano tutte mie e non fregano un tubo a nessun altro.
E quindi perché farmi tutti questi problemi per dire o fare qualcosa?
È che poi scopro che tutte le paranoie che mi ero fatto in realtà erano tutte mie e non fregano un tubo a nessun altro.
E quindi perché farmi tutti questi problemi per dire o fare qualcosa?
E quindi, è finita.
Tanta stanchezza accumulata, le ultime cose da sistemare, la rabbia per le cose che non hanno funzionato al primo colpo, ma tanta tanta soddisfazione per questo primo evento.
Ora c’è solo da analizzare a tavolino com’è andato il tutto e imparare dagli errori e mancanze di tutti per migliorare per una eventuale seconda volta.
Ed intanto, a Rimini il sole splende e i lettini in spiaggia chiamano per ultimo saluto prima di tornare a Milano.
di quando l’unica soluzione per riprendersi è crollare a letto.
http://youtu.be/h6eNuJdxAoQ
Il punto di questo video è che non importa quanto tu possa essere distante dai protagonisti, ma ti prende e ti colpisce e non può far altro che toglierti il respiro, metterti ansia e lasciarti male, malissimo.
Sarei già dovuto essere in viaggio, verso l’ospitalità di divani amici. Per rivedere un po’ di facce che non vedo da troppo tempo e con cui è sempre stato impossibile organizzarsi.
Invece sono ancora a casa, indeciso su cosa fare.
E così, avendo praticamente saltato le ferie estive, è il mio turno di prendere qualche giorno di riposo dall’ufficio.
Il problema è che ci sarà da capire bene come riempire questi 10 giorni. Ok, la parte finale è già bella piena e occupata con un progetto folle che si spera – incrociando le dita – vada a buon fine.
Il problema principale sarà gestire l’inizio e quella prenotazione in albergo per una singola, in una città semi-sconosciuta, lontano da tutto e da tutti, solo con me stesso.
Una settimana iniziata quasi in sordina e poi improvvisamente decollata sotto le lame di un frullatore di cose da fare che ti sballonzolava di qua e di là e non sapevi più dove mettere la testa.
Poi oggi capita di uscire all’orario adatto per essere in macchina, imboccare lo svincolo per la A4 per Torino e vedere davanti a te un cielo di quelli che ti toglie il fiato.
C’è questa cosa che mi accorgo capitarmi sempre più spesso.
Arrivo a casa, lascio la macchina in giardino senza alcuna voglia di portarla in garage, apro la portiera per scendere, prendo in mano il telefono e poi finisce che mi distraggo dietro a qualche notifica.
E rimango così, seduto sul sedile, con la portiera aperta. Intanto le luci del giardino e della macchina si spengono, l’aria fresca della notte entra nei polmoni e sono circondato dal buio e dai rumori della notte sileziosa.
Qualche macchina che passa sulle strade vicine, a volte il rumore del vento e delle foglie, altre volte nulla più.
Ed è meraviglioso.
Oggi è il giorno in cui si ci si ricorda di quella data e si pensa a dove eravamo e cosa stavamo facendo prima che succedesse il tutto.
Ma oggi è un giorno brutto anche per altri motivi.