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312 – botta

E poi arrivano, quei momenti di botta di tristezza che ti prendono dal nulla e no, non riesci proprio a scrollarteli di dosso.

Non capisci come ti arrivano o forse sì, ma non vuoi ammetterlo, perché alla fine sei tu il primo a fare la cazzata che ti prende e come un vortice ti trascina giù senza possibilità di risalita.

Sì, perché così inizi a pensare a un sacco di cose e a tutto ciò di cui sei convinto e in realtà vai a sfaldare quelle certezze che ti sei costruito con così tanta fatica.

Pensi a come vorresti la tua prima casa che puoi finalmente definire tua, con una bella zona giorno, non immensa che tanto il budget è quello che è, ma grande il giusto per poter accogliere quel paio di amici per una cena o per una partita alla play.

Però poi inizi anche a pensare che non devi prendere in giro nessuno, perché il massimo che potresti fare per una cena è alzare il telefono e chiamare la pizzeria più vicina.

O forse, prima di pensare al cibo, dovresti pensare agli amici. Alla fine sei in una città abbastanza sconosciuta. Sì, ci sono i nuovi colleghi, ma poi? Alla fine stai prendendo e lasciando gli amici rimasti alle spalle, amici che in realtà han radici ben salde nell’ovest milanese o nella grande città. Quando mai prenderanno e verranno da te? Forse una volta, forse due, ma non certo quanto basta per colmare quella sensazione di vuoto che in realtà ora stai riempiendo tra lavori extra e corse.

Ok, non è vero. I lavori extra sono portati anche dall’ansia del non aver abbastanza soldi per esser autosufficiente e forse stai esagerando perché sono troppi e troppo imprevedibili, tanto che hai passato l’ultima settimana in ansia al suono di ogni notifica mail, sperando che no, non fosse quel feedback o incrociando le dita perché fosse un “ok, perfetto, chiudiamo”.

E così stai affrontando questa nuova condizione in cui sei veramente da solo. Tu, con i tuoi pensieri, le tue forze e nessuna importante mano dall’esterno a guidarti e sostenerti. Per l’ennesima volta speravi che ci fosse e invece no e così ci sei rimasto di nuovo malissimo. Come se ormai non li conoscessi, eppure continui sempre a sperare in qualcosa di meglio. E anzi, si arriva sempre a qualcosa di peggio, con quel “ma devi proprio trasferirti? Non puoi fare avanti-indietro tutti i giorni?”, che ovviamente supera di gran lunga quel “ma cosa ti licenzi che non troverai mai più lavoro” che ovviamente non è stato minimanente ritrattato dopo tutte le fatture emesse nei 3 mesi da freelance al 100% o dalla nuova offerta di lavoro a tempo indeterminato sopraggiunta.

E quindi niente: la botta di tristezza è arrivata e prima o poi passerà, giusto?

310 – appartamenti

Quindi si sta andando avanti, passo dopo passo.

È stata infatti la mattina dei primi appartamenti visti, dopo giorni e giorni di studio online dei diversi annunci. E come pensavo, l’appartamento che consideravo “ni” rimane un “ni”, l’appartamento “quasi sì” è diventato un “quasi quasi sì” ma ancora non mi convince al 100%. Peccato per il terzo appartamento, che sogno sia un classico colpo di fulmine, ma gli attuali coinquilini non sono riusciti a dare disponibilità all’agente immobiliare per andare a visitarla.

Intanto sto continuando a spulciare ogni possibile inserzione che trovo online e sta regnando l’incertezza con le troppe variabili in ballo: metratura, zona, posto auto, riscaldamento autonomo o centralizzato, terrazzi, arredato o vuoto.

E come sempre, il bello costa.

Le botte di culo nel trovare offerte o occasioni arrivano sempre alle persone sbagliate.

Bisognerà farsene una ragione.

307 – terra

C’è questa cosa che dovrebbe chiamarsi tenere i piedi per terra.

Ma io puntualmente, non ci riesco.

Però è anche quel periodo in cui anche se cado, non mi sto facendo troppo male e troppe cose stanno accadendo così velocemente intorno a me che una cicatrice in più è solo un piccolo trofeo da mostrare… no aspetta non funziona mica così?

305 – insieme

E così ho una sistemazione temporanea.

Mi ero ripromesso che quando sarei arrivato a questo punto mi sarei buttato a capofitto nella ricerca di case, eppure non ce la si fa.

Sommerso di cose, troppe e tutte insieme, per altro per una serie di coincidenze che le hanno fatte saltare fuori tutte d’un colpo.

E se da una parte va bene e ti portano una certa sicurezza, per lo meno sul conto in banca, dall’altra in realtà la voglia è poca e vorrei provare a riposarmi almeno un po’.

304 – coincidenze

È strano come a volte ti ritrovi a vivere e provare più o meno le stesse cose che provano dei tuoi amici. O forse lo strano è la coincidenza di come in quel determinato momento si sta provando la stessa cosa. Un po’ meno strano come loro invece riescano a descrivere molto meglio la situazione, quindi niente, lascio la parola a Xlthlx:

Sono state giornate piene, e serate positivamente piene, e quindi sono arrivata a questo weekend piuttosto soddisfatta.
Come mi era successo già anni fa, quando di giorno insegnavo e la sera studiavo per gli esami, riempire le giornate con cose differenti aiuta moltissimo la mente a focalizzare, nonostante la stanchezza, e a sentire in qualche modo che si sta usando bene il proprio tempo.
È il significato della frase: se si ha molto da mettervi dentro, una giornata ha cento tasche.
Però adesso ho proprio bisogno di un po’ di riposo.

Via: #239 – Si, lo so

 

303 – metodo

Inizia il weekend e si conclude una settimana lavorativa pensante, ma bella e ricca di soddisfazioni.

Il punto però è ripensare a questo 365, perché troppe volte non riesco a scrivere ogni giorno, troppe volte recupero dopo, snaturando un po’ il senso della cosa.

Serve più metodo. Perché dovrebbe diventare una routine costante e non qualcosa che ricordo ogni tanto, giusto?