Remember?

Immobile, davanti alla stufetta che sputava aria calda, per tanto, troppo tempo.

E la testa affollata di pensieri, sensazioni che correvano veloci, da una parte all’altra, cozzavano e facevano male.

Tu, dietro una porta, che parlavi e dicevi cose, che però non riuscivo a sentire.

Poi la doccia.

Sotto lo scorrere dell’acqua, cadevano goccie di un pianto sommesso.

Poi le fotocopie e i documenti, che hai dimenticato a casa.

Poi il pranzo, forzato, con lo stomaco ormai chiuso e i bocconi mandati giù a fatica.

Le tue parole che mi hanno ferito, le mie parole che ti hanno ferito.

Ma purtroppo, per me, tutto si riduce ad un’unico momento di giorni e giorni fa.

Tutto si riduce ad una doppia frase, magari detta nella foga della lite.

Però mi rivedo, lì, a metà della scala, quella sera o tardo pomeriggio, che mi sento dire

Non ti accetto per quello che sei e non ti accetterò mai.

Mi hai lacerato il cuore, hai annichilito le mie speranze.

E mi spiace. Perché quella frase ha cambiato tutto.

E mi sembra di averlo già detto, averlo già fatto presente.

Eppure nulla, nulla è cambiato. Non un non è vero, non l’ho detto. Non un era colpa della rabbia. Non un non è più così, ora è diverso. Non un we’re workin’ on it.

Finché quella frase rimarrà valida, non chiedermi qualcosa di più.

Perché è il massimo che posso darti.

Perché è il massimo che voglio darti.

4 pensieri su “Remember?

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