Cose non dette

In realtà, nel post precedente, volevo parlare d’altro. Ma poi mi son perso, come mio solito. E alla fine mi sono ritrovato, prima, leggendo sul Reader un post di Xlthlx che ora esiste sono nella cache di Google..

In ogni caso..

fanno di tutto per farlo: contratti a termine, precari, al limite della legalità, stipendi da fame, disorganizzazione cronica, mezzi limitati o assenti, ambiente di lavoro al limite del mobbing, familismo amorale, raccomandazioni, prese per i fondelli limitate o globali, sfiducia parziale o totale, ritmi di lavoro stressanti, ritmi di lavoro inesistenti, totale autonomia che in realtà ètotale indifferenza, responsabilita’ inesistenti, responsabilità riversate sul lavoratore per lavarsene le mani, controllo delle azioni sul lavoro ma totale indifferenza al risultato del lavoro stesso, tante piccole/medie/grandi aziende che alla fine sono in mano a padri/padroni che credono di poter decidere della vita e della morte dei loro dipendenti.

Sì. Alcune di queste cose le ho vissute/le sto vivendo sulle mie spalle, invischiato come sono nel mondo della produzione di massa dell’info(rmazione)grafica. E son queste alcune delle cose a cui ho imparato a disinteressarmi. Non so se sia un bene o un male, ma ora, queste cose, non mi fanno più così tanto male come prima.

Dalla lunga e articolata riflessione di Xlthlx si arriva a questa conclusione:

quello che quindi ne dovresti dedurre e’ per forza di cose: fai il minimo indispensabile, non curati del lavoro perche’ non ne vale la pena, puoi solo ricavarne grosse delusioni.

Già. Purtroppo. Già capitato. Progetti in cui mi sono buttato a capofitto con entusiasmo, per poi ricavarne cosa? Nulla. A parte, ovviamente, falsità, bugie, straordinari non pagati e promesse non mantenute.

care piccole/medie/grandi aziende italiane, vorrei dirvi due paroline.
saro’ molto poco italiana in questo, ma se non faccio qualcosa con vivo interesse preferisco non farla proprio.
e se mi mettete in condizione di lavorare male, di non essere giudicata per il lavoro che faccio ma per mille altre stronzate del cazzo che vi passano per quel cervellino bacato, se pensate di potermi fottere con contratti di merda o orari disumani, se credete davvero di potermi manipolare in un qualsiasi modo, ricordatevi sempre di una cosa: non mi toglierete mai la mia passione.
il che vuol dire che non mi controllerete, non faro’ quello che volete, vi troverete sempre davanti un muro.
e prima o poi me ne andro’ sbattendo la porta, non prima di avervelo messo almeno un po’ in culo.

2 pensieri su “Cose non dette

  1. meno male che nel mio ufficio, al momento almeno, queste cose non succedono.

    certo, guadagno una miseria, ma non succedono.

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