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Il momento dei pensieri liberi

Ci sono i viaggi. Quei viaggi in macchina, da solo. Quelli di rientro verso casa, di notte.

In quei viaggi, la mente viaggia più o meno libera e processa di tutto.

Eppure questa volta no. Non riusciva a viaggiare, era fissa e in loop su una scena e tutto quello che è successo dopo.

È la scena di un’aggressione. Pochi secondi che sono sembrati un’eternità . Per persone di mezzo, le cose dette da chi tentava di separarli, la parua che potesse finire male, incapacità  di capire razionalmente cosa fare. Mettersi in mezzo, chiamare il 112 o semplicemente stare in apnea fino alla fine.

È tutto ciò che è successo dopo. O almeno, quello che non è successo.

Non si è verificato, come si presuppone in uno stato civile, nel 2016, con gente più o meno istruita e civile, un prendere le distanza in modo netto da un atto di violenza. A quanto pare la violenza può essere giustificata.

Anzi, c’è stato chi “avrebbe pagato per vedere il video” e riderne.

E la mia testa è in loop, tenta di capire, riavvolgere il nastro e ragionare e arriva a una conclusione che non ha senso.

Perché siamo nel 2016 e succedono queste cose di merda.

Perché non si finisce mai di conoscere la gente (e rimanerne deluso).

 

 

E il pacco da Condé Nast

Avevo ricevuto anche io una delle #copiafallata del numero di Aprile di Wired.

Solo che tra tutti i vari impegni, non avevo avuto subito modo neanche di sfogliare il numero, che giaceva sul calorifero da uno/due giorni (sì, si era pure inzuppato tutto d’acqua).

Alla fine, mi accorgo il 5 sera, prima di andare a letto, che anche la mia copia presentava alcune pagine duplicate e altre completamente mancanti.

Mi viene poi in mente uno status su Twitter scritto dal direttore Riccardo Luna, che avevo intravisto pur non avevo idea – in quel momento – di cosa fosse una copia fallata.

Il 6 mattina (ad un orario improponibile) mando la mail con i miei dati.

L’8 aprile alle 14 mi arriva una mail dal servizio abbonamento che mi conferma l’invio della copia sostituiva.

Torno a casa dopo la serata di ieri… e mi trovo un pacco da Condé Nast sulla scrivania.

In neanche 48 ore dalla ho ricevuto la copia sostitutiva.

Complimenti al servizio abbonamenti.

E questo, sinceramente, è un ottimo esempio di customer care.