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Goodbye London, goodbye my friends

Lo so che come mio solito al momento dei saluti sono stato piuttosto impacciato, forse persino più del solito.

Ma è che avevo bisogno di scappare via, girare l’angolo e non farmi vedere da te mentre piangevo.

Perché non riesco a pronunciare tutti i grazie che tu e il tuo fantastico lui vi meritate. E perché non mi sembra di meritare persone così amazing come amici.

E adesso, mentre faccio l’hipster che sorseggia il suo beverone al cappuccino al Joe & the juice muovendo la testa a ritmo di Last Night A DJ Saved My Life, nascondo di nuovo le lacrime dietro lo schermo di questo mac e facendo finta di imprecare con la wifi che non mi scarica un fondamentale wetransfer da 2,4gb.

Carrara

Quelle giornate festive che iniziano con mezze giornate di lavoro, quando dovresti stare a casa a sistemarla perché hai ospiti e hai anche il frigo vuoto.

Quei pomeriggi passati a pasticciare in cucina per preparare degli aperitivini.

Quegli amici che arrivano e poi aperitivo che va per le lunghe e le chiacchiere.

Quelle passeggiate notturne a Bergamo, per tentare di vedere la Carrara appena riaperta.

Quelle vasche in un Borgo Santa Caterina pieno di gente, estremamente vivo, forse anche troppo e l’indecisione nello scegliere il locale dove bere qualcosa.

Tutti quei chilometri macinati a piedi aventi e indietro.

Quella stanchezza che appena tornati a casa ti fa sedere sul divano, accendere la TV e dormire, istantaneamente. Con un sorriso stampato in faccia.

Poi scopri che c’è chi vive una vita vera

E alla fine, proprio mentre mi stavo gettando una life, hanno spento i server del fifi.

Ma mentre tutto quello che ha significato per me il Socialino l’ho scritto di la, nell’altro blog in cui scrivo con nomecognome, di qua volevo parlare di questa serata.

Una serata di reunion di gente del liceo (grande successo: 6 su 26).

Però è una di quelle cose che mi fanno piacere, perché alla fine degli amici magentini ho un buon ricordo. È bello ritrovarsi a distanza di anni (quanti sono, 10/11 da quando abbiamo finito il liceo) e vedere come sono andate avanti le nostre vite.

Persone che non ci sono neanche tutte su Facebook (e chi c’è lo usa poco), persone che fanno lavori veri (medici, chi in azienda – che producono beni materiali).

E poi aiuta anche il buon cibo, le chiacchiere, il vino, i liquori, le partite a biliardino (che ti fanno sudare più di una mezza maratona).

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E poi così come sono iniziate, finiscono.

A tra 10 anni, amici.

Sabato, domenica, lunedì

Alla fine non sono abituato a giornate come queste.

Sabato ho comunque avuto casa piena di gente, ho fatto del mio meglio per offrire un aperitivo casalingo di quelli buoni e come sempre sono state tante, troppe le risate, soprattutto giocando a quella droga perfetta che è TowerFall.

E alla fine non capisco perché ci sono rimasto così male per quel tasso del 100% di assenza di quel determinato gruppo di amici. Non capisco perché mi ostino a vedere dell’amicizia o per lo meno una volontà di vedersi, quando invece – a conti fatti – non sembra esserci. Devo rassegnarmi, smetterla di rimanerci male e, veramente, fare un po’ di potatura. Perché non ha tanto senso a continuare con un rapporto di amicizia a senso unico, no?

Poi è arrivata la domenica: svegliato tardi, troppo tardi, un 5km di corsa a meno di 5’/km, la corsa a recuperare l’amica bergamasca, il salto volante in pasticceria e poi su al ristorante. Un menù di solo pesce fatto apposta per l’occasione. Tutto buono, buonissimo. E compagnia ovviamente eccezionale.

E la cosa più bella non è solo la felicità o i sorrisoni™ stampati in faccia come un ebete. È anche leggere poi certi status su Facebook che ti riempiono il cuore e ricevere poi messaggi dopo, quando tutto è finito. Perché vuol dire che è stata una bella bellissima giornata non solo per te, ma anche e soprattutto per gli altri. E sei ancora più felicione™.

Poi arriva il lunedì a rovinare tutto, ma qui è meglio non parlarne.

 

 

Un bene dell’anima

Una canzone tratta da Lorenzo 2015 CC., il nuovo album di Jovanotti, in uscita a breve. L’album è in prevendita su iTunes e Un bene dell’anima è una delle tracce disponibili in anteprima. Una di quelle canzoni che la senti e niente, inizi a pensare.

Che cos’è un amico
nessuno lo sa dire
centomila libri
non lo sanno spiegare
nonostante ogni giorno
esca fuori uno
con una teoria
con qualche bella idea
la filosofia non me l’ha ancora detto
come mai un casino
sembra un posto perfetto
come mai un difetto
rende bello un viso
come niente più del caos
può essere preciso

Quanto abbiamo riso
e quanto rideremo
come in quella foto
che ho la faccia da scemo
quante notti svegli
a raccontarci storie
a cantare canzoni
cambiando parole
forse è tutto qui
che cosa vuoi che dica
forse è proprio questo
il bello della vita
poter dire un giorno
è stata una fatica
ma,
ma ti voglio un bene dell’anima
oh oh
io ti voglio un bene dell’anima

Rimanerci male per una stronzata
essere gelosi di una fidanzata
fare finta di niente
ma sentire nel petto
che qualcosa manca
ancora di non detto
essere d’accordo
che non si è d’accordo
segnati sta cosa
prima che mi scordo
ridi perché a me il tramonto mi commuove
dopo che un tramonto mi portò via il sole
e vai dal dottore anche se non hai niente
io ho una soluzione per il medio oriente
io trasformo in mito
anche una gomma bucata
tu daresti un occhio
per una battuta
forse è tutto qui
che cosa vuoi che dica
forse è proprio questo
il bello della vita
poter dire un giorno
è stato una fatica
ma,
ma ti voglio un bene dell’anima
ohh ohh
io ti voglio un bene dell’anima
eh eh
io ti voglio un bene dell’anima
oh oh
io ti voglio un bene dell’anima
è forse tutto qui
che cosa vuoi che dica
forse è proprio questo
il bello della vita
poter dire un giorno
è stato una fatica
ma io ti voglio un bene dell’anima
oh oh
io ti voglio un bene dell’anima
e io ti voglio un bene dell’anima

Fierce

In questi giorni ho avuto modo di rivedere colleghi ed ex-colleghi che non vedevo da una vita.

C’è stato modo di parlare, chiacchierare, raccontarsi, scoprire le loro novità lavorative.

E, ripensando un po’ calma a quanto detto, non riesco a non essere contento per loro, fiero di loro.

Sunday happy Sunday

Una giornata di pioggia, un treno in ritardo, un parcheggio introvabile, uno scambio regali inaspettato, un pranzo in centro da Biif, una lunga camminata in Città Alta, un panorama che ti toglie il fiato anche se troppo nebbioso, un tè delle 5 e tante tante chiacchiere.

Poi pensi che senza questo blog non ci saremmo neanche potuti conoscere.

E ti scappa un altro sorriso.

 

amici

Oggi è una di quelle giornate in cui ti ricordi di quello che per te è un amico e inizi a rivalutare chi ti sta attorno.

Ed ovviamente ci rimani male, ma forse poi ti rendi conto che hai caricato di inutili aspettative persone che forse non ci tenevano così tanto a te.

E così niente, ci rimani un po’ male perché la tua affollata cena di domani sera non sarà così tanto affollata. Ci rimani male perché chi comunque volevi ci fosse di più, tra gli altri, neanche ti ha degnato di una risposta.

E niente: pensi invece a chi sarà e pulisci e pulisci e pulisci perché la tua casa ti piace e domani deve essere uno splendore, per te e per i tuoi ospiti, perché è giusto così.

Oggi non ce la potevo fare.

Oggi non ce la potevo fare.

Perché per me sono stati 3 giorni fantastici: la mia prima corsa da #cityrunners e quei 2 giorni a Rimini per la (ora si chiama) Festa della Rete.

Ed è vero, alla fine ho visto poco o nulla dei panel e degli interventi. Ma sono stato in compagnia di persone fantastiche e ne ho conosciute altrettante. Ho scoperto che a volte è bello sbagliare sottovalutando chi non conosci di persona, altre volte invece sopravvaluti e ci rimani male malissimo.

Poi ci sono quelli che fanno i simpa e ti si attaccano modalità zecca perché hanno bisogno di te e tu tenti di fare il gentile (perché in realtà lo sei e in realtà quello che ti chiedevano per te non è un grosso problema). Ed è improvvisamente un tripudio di mention, saluti, battute fastidiose che non fanno ridere. E ti rendi conto di essere improvvisamente considerato perché gli fai comodo.

Però niente, chissenefrega di queste cose.

Mi frega invece della compagnia, delle risate, delle chiacchiere, dello stare insieme.

E mi frega anche il provare questo magone e il sentire il peso di essere lontano da tutti loro.

Perché vuol dire che loro ti hanno fatto veramente stare bene.

332 – matrimonio

E così ieri si sono sposati.

La cerimonia è stata bella e commuovente (no, sposo, non dovevi dire a tradimento quel “prendo te come mia bellissima sposa”), i coriandoli al posto del riso han fatto il loro effetto, il tempo è stato clemente, i festeggiamenti sono stati impeccabili per location, menù, organizzazione dei tempi e poi il tutto è finito con gli sposi e gli invitati più giovani a bere birra in un noto pub della zona.

Il mio abbigliamento ha fatto la sua porca figura, ma la storia delle scarpe è girata talmente tanto che tutti erano preoccupati per me, persino anche la madre dello sposo (maledetti social!).

E insomma, a parte un po’ di rivalità tra i tavoli per colpa degli Haribo-segnaposto e della guerra a rubare le caramelle degli altri, alla fine è stata un giornata di gioia e risate e sorrisi, di quelle che ti lasciano una bella sensazione piacevole, anche se arrivi a casa alle 2 di notte un po’ stanco e crolli addormentato sul letto.