Campagna di Current.tv censurata: la parola agli autori

Ho trovato qui questo testo, scritto (da quel che ho capito) dagli autori della campagna pubblicitaria censurata dalla ATAC di Roma, con strane (e non coincidenti) motivazioni. Direi che il testo è da leggere, fino in fondo, più volte. E vorrei avere Sky, per riuscire a vedere quei due documentari, che sembrano in ogni caso interessanti.

Non ricordo il nome di un critico d’arte, della corrente formalista russa, che affermava qualcosa tipo: se all’inizio del racconto lo scrittore descrive un chiodo piantato nel muro, alla fine il protagonista dovrà impiccarsi con una corda fissata a quel chiodo.

Alludo alla pertinenza. Alludo a uno dei “comandamenti pubblicitari” di Bill Bernbach:

“sii provocatorio ma assicurati che gli stimoli nascano dal prodotto stesso. NON E’ GIUSTO mostrare in un annuncio pubblicitario un uomo messo a testa in giù solo per attirare l’attenzione. Ma E’ GIUSTO mettere un uomo a testa in giù per dimostrare che il prodotto impedisce alle cose di cadergli dalle tasche”.

Non abbiamo bucato la Bibbia con dei proiettili per profanare un testo sacro. Abbiamo voluto simboleggiare il tema dell’inchiesta Vanguard sui martiri della camorra. Un prete ucciso perché dava fastidio a un’associazione di criminali. Questo annuncio pubblicitario si propone di farvi vedere l’inchiesta. Perché lo merita.

Lo stesso discorso vale per l’annuncio sulla guerra segreta in Iran. Non dobbiamo avere paura di vedere un fucile in un annuncio pubblicitario. Semmai dovremmo avere paura di vedere esercito e ronde per le strade delle nostre città.

I Vanguard Journalist rischiano letteralmente la pelle andando nelle aree più “calde” del pianeta, là dove non arrivano altri media, per raccontarci quello che sta accadendo. O che è accaduto e nessuno ci ha raccontato. Sono le inchieste per chi si pone ancora delle domande, per chi cerca delle risposte. Il canale televisivo voluto da Al Gore ha un commitment preciso: se vuoi cambiare il mondo devi prima comprenderlo. Non è solo politica. E’ prima di tutto un pensiero. Quello che in Italia sembra spaventare tanto. Sembrano tutti atterriti dalla eventualità che noi italiani si torni ad avvertire una lontana necessità, quasi un remoto formicolio, come quando si è dormito troppo a lungo, di ricominciare a pensare. 25 anni di “mediasettizzazione” della TV hanno prodotto un devastante sortilegio al nostro paese. Addirittura peggiore dell’effetto procuratoci dai 9 anni (su 14) di governo Berlusconi. Ci hanno fottuto il senso critico” di una generazione”.

Abbiamo fatto una campagna di prodotto. Niente di più. Non ci teniamo proprio a essere visti come i nuovi Toscani della pubblicità. Quelle sono provocazioni gratuite. Le nostre sono e saranno sempre al servizio del prodotto. Vogliamo che si parli di questo. Non di cOOkies. A questo punto temo che anche i prossimi annunci finiscano nel mirino di qualche funzionario, pretore, o imbecille in cerca di pubblicità personale o semplicemente incompetente. Ma non sarà colpa della pubblicità. Sarà stupidità, o la paura di chi non vuole che noi italiani si possa esercitare la nostra facoltà di pensiero.

Tutto questo mi fa tornare in mente il “comandamento” con cui un bravissimo art director italiano (Agostino Toscana) chiosò una volta l’elenco dei comandamenti di Bill Bernbach: “Procurati al più presto un passaporto. E soprattutto usalo”. Lo scrisse almeno sei anni fa, forse sette. Prima o poi seguirò quel consiglio. Nel frattempo, vorrei tanto che questa ingiusta censura contribuisse a piantare un chiodo a cui si impiccasse la carriera politica di qualche incompetente.

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