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Rai per una notte

Ora in onda, sul web (uno tra tutti qua: live.raiperunanotte.it), in radio, o in TV (RaiNew24, Current TV al canale 130 di Sky).

Raiperunanotte, la trasmissione che forse diventerà un’evento molto importante per la storia dei media, contro il regolamente sulla par condicio che di fatto ha eliminato i talk show dai palinsesti televisivi in un momento – quello che si avvicina alle elezioni – in cui invece la gente ha bisogno di essere informata.

Come dice Santoro, organizzatore e conduttore della serata:

Rai per una notte’ è un avvertimento democratico che serve a rompere il silenzio e bucare il filo spinato che rischia di avvolgere la Rai. […] Andremo in onda per riaccendere l’informazione che è stata spenta – continua Santoro – Per la prima volta si potrà parlare dello sciopero bianco degli abbonati della Rai, privati dei loro programmi che cercheranno in tutti i modi di rivedere. Da Bologna racconteremo quello che ci è accaduto realmente in questi giorni perchè non è stato fatto con chiarezza

La serata è stata finanziata dagli sponsor (uno tra tutti, Fastweb) e con la raccolta di 50mila donazioni da 2,5€, nonché supportata da Al Gore e dalla sua rete televisiva Current TV.

Fiaccolata LGBT Milano: questa sera il servizio su Current.tv

Senza_Censura_788886_115x115Questa sera a mezzanotte, all’interno di Senza Censure, in onda su Current.tv sul canale 130 di Sky, verrà trasmesso il servizio realizzato da Livia Iacolare alla fiaccolata LGBT di martedì.

In ogni caso, anche perché si dovesse perdersi l’appuntamento, Livia Iacolare, che ha curato la realizzazione del servizio, assicura che nei prossimi giorni sarà disponibile la versione estesa sul sito di Current.

Campagna di Current.tv censurata: la parola agli autori

Ho trovato qui questo testo, scritto (da quel che ho capito) dagli autori della campagna pubblicitaria censurata dalla ATAC di Roma, con strane (e non coincidenti) motivazioni. Direi che il testo è da leggere, fino in fondo, più volte. E vorrei avere Sky, per riuscire a vedere quei due documentari, che sembrano in ogni caso interessanti.

Non ricordo il nome di un critico d’arte, della corrente formalista russa, che affermava qualcosa tipo: se all’inizio del racconto lo scrittore descrive un chiodo piantato nel muro, alla fine il protagonista dovrà impiccarsi con una corda fissata a quel chiodo.

Alludo alla pertinenza. Alludo a uno dei “comandamenti pubblicitari” di Bill Bernbach:

“sii provocatorio ma assicurati che gli stimoli nascano dal prodotto stesso. NON E’ GIUSTO mostrare in un annuncio pubblicitario un uomo messo a testa in giù solo per attirare l’attenzione. Ma E’ GIUSTO mettere un uomo a testa in giù per dimostrare che il prodotto impedisce alle cose di cadergli dalle tasche”.

Non abbiamo bucato la Bibbia con dei proiettili per profanare un testo sacro. Abbiamo voluto simboleggiare il tema dell’inchiesta Vanguard sui martiri della camorra. Un prete ucciso perché dava fastidio a un’associazione di criminali. Questo annuncio pubblicitario si propone di farvi vedere l’inchiesta. Perché lo merita.

Lo stesso discorso vale per l’annuncio sulla guerra segreta in Iran. Non dobbiamo avere paura di vedere un fucile in un annuncio pubblicitario. Semmai dovremmo avere paura di vedere esercito e ronde per le strade delle nostre città.

I Vanguard Journalist rischiano letteralmente la pelle andando nelle aree più “calde” del pianeta, là dove non arrivano altri media, per raccontarci quello che sta accadendo. O che è accaduto e nessuno ci ha raccontato. Sono le inchieste per chi si pone ancora delle domande, per chi cerca delle risposte. Il canale televisivo voluto da Al Gore ha un commitment preciso: se vuoi cambiare il mondo devi prima comprenderlo. Non è solo politica. E’ prima di tutto un pensiero. Quello che in Italia sembra spaventare tanto. Sembrano tutti atterriti dalla eventualità che noi italiani si torni ad avvertire una lontana necessità, quasi un remoto formicolio, come quando si è dormito troppo a lungo, di ricominciare a pensare. 25 anni di “mediasettizzazione” della TV hanno prodotto un devastante sortilegio al nostro paese. Addirittura peggiore dell’effetto procuratoci dai 9 anni (su 14) di governo Berlusconi. Ci hanno fottuto il senso critico” di una generazione”.

Abbiamo fatto una campagna di prodotto. Niente di più. Non ci teniamo proprio a essere visti come i nuovi Toscani della pubblicità. Quelle sono provocazioni gratuite. Le nostre sono e saranno sempre al servizio del prodotto. Vogliamo che si parli di questo. Non di cOOkies. A questo punto temo che anche i prossimi annunci finiscano nel mirino di qualche funzionario, pretore, o imbecille in cerca di pubblicità personale o semplicemente incompetente. Ma non sarà colpa della pubblicità. Sarà stupidità, o la paura di chi non vuole che noi italiani si possa esercitare la nostra facoltà di pensiero.

Tutto questo mi fa tornare in mente il “comandamento” con cui un bravissimo art director italiano (Agostino Toscana) chiosò una volta l’elenco dei comandamenti di Bill Bernbach: “Procurati al più presto un passaporto. E soprattutto usalo”. Lo scrisse almeno sei anni fa, forse sette. Prima o poi seguirò quel consiglio. Nel frattempo, vorrei tanto che questa ingiusta censura contribuisse a piantare un chiodo a cui si impiccasse la carriera politica di qualche incompetente.

La Bibbia e il fucile

Vanguard Current - Bibbia

Vanguard Current - Fucile

Ancora una volta è stata censurata una pubblicità, in Italia. In questo paese con la p minuscola ormai non si può, oltre che a parlare, neanche fare pubblicità. Ok, forse le immagini sono un po’ forti, ma non credo si possano mettere fiori e margherite per la campagna promozionale per queste due inchieste, giusto?

E son state censurate, per via del “difficile momento che sta vivendo la cittadinanza di Roma”, come spiegato chiaramente nel comunicato stampa diffuso da ATAC e pubblicato sul blog di Current TV:

Oggetto: richiesta autorizzazione all’esposizione pubblicitaria dei due soggetti “Bibbia” e “Fucile” della campagna pubblicitaria SKY.

Con riferimento alla richiesta relativa alla campagna in oggetto, pianificata a Roma dal 20 Febbraio, ATAC, dopo aver attentamente valutato i probabili impatti sulla sensibilità dei cittadini e della città tutta, ritiene di non poterne dare autorizzazione all’esposizione sui propri mezzi.

Tale decisione trova fondamento nel difficile momento che la cittadinanza di Roma sta vivendo riguardo alla percezione della sicurezza personale e sociale, in considerazione del quale ATAC non può che coadiuvare l’Amministrazione comunale nell’evitare qualunque elemento che possa ulteriormente aumentare tale disagio.

È, pertanto, la specifica situazione a costituire la chiave di lettura per l’applicazione dei riferimenti contenuti negli articoli 8 e 48 del vigente codice di autodisciplina pubblicitaria.

Distinti saluti.

La traduzione, suggerita da Suzukimaruti, suona più o meno così:

Cioè, tradotto in termini più comprensibili: i tempi sono bui, la gente si agita facilmente e noi dell’Azienda Trasporti dobbiamo aiutare il Sindaco Alemanno a tenere tutti buoni.

Il problema è che c’è di più:

E viene da domandarsi chi è che può avere paura di una video-indagine sui rapporti tra la Chiesa e la camorra, tanto da non volerne diffondere la pubblicità. E soprattutto viene da domandarsi da che parte stia chi, politicamente, non vuole dare l’opportunità alla gente di informarsi su un tema così forte e controverso.

Come al solito, il consiglio è di leggere fino in fondo il post di Suzukimaruti linkato qui sopra.

Via Insert Coin