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Benvenuto, cactus pup nr. 1!

L’ho ne ho già parlato. E oggi non ho resistito al richiamo di Tokidoki. E neanche Love ha fatto più di tanto per trattenermi.
Era una piccolissima scatoletta cubica. Dentro, la possibilità di trovare uno dei sette cactus-cagnolini con il suo accessorio. E, incluso nel prezzo, il bello della sorpresa: non si sa infatti quale cagnolino contiene la scatola.
E alla fine è saltato fuori lui. Quello giallo, con lacrimuccia. E salsicciotto sorridente. Non mi piaceva, appena aperta la scatoletta. Preferivo quelle verde, con l’osso. O quello marroncino, con un piccolo Adios. Ma vabbè, prima o poi una collezione deve essere iniziata. E per ora c’è lui, già sulla scrivania, a familiarizzare col coniglio. E intanto la famiglia cresce..

LG 4 Gomorra

Ho già parlato di Piombo, canzone dei Subsonica dedicata a Roberto Saviano, autore del libro “Gomorra”.
Questa è la mia personale reinterpretazione del testo della canzone e della copertina del libro.


E’ inquietante. E lo è ancora di più se si legge il testo che disegna il coltello e la macchia di sangue o la cornice dell’illustrazione. E il testo non è altro che il testo di Piombo, questo:

Chiazze di sangue, giornate di sole
Le dita sull’asfalto, l’arma già scarica.
Giovane vita in un gesso sottile
Tutto finisce, in terra resta una sagoma. 

Fanti e pedine, scacchiere di morte
La merce nel sistema è l’unica regola
Rischiare tutto e non essere niente
Nel male scuro che travolge ogni pietà.

L’aria è più pesante che mai quando un fantasma ci ruba l’ossigeno
Quando il futuro è solo piombo su queste città
Sotto una cupola che sembra la normalità.
L’aria è più pesante che mai e brucia tanto che manca l’ossigeno
Troppi silenzi in quel cemento che già sanguina
Troppe speranze nel mirino che ora luccica.

Se un sogno non raggiunge neanche il mattino
Se le illusioni sono scorie di umanità
Come fare a coniugare un verbo al futuro
Quando il futuro è solo appalto di tenebra.

Dentro una terra di sole e veleni
C’è un paradiso infestato dai demoni
Spettri temuti con nomi e cognomi
Che tremano solo di fronte alla verità
Quella del coraggio di chi sfida l’oscurità,
Quella di chi scrive denunciando la sua realtà,
Le anime striscianti che proteggono l’incubo
Sotto la scorta di un domani che scotterà.

Piombo: Subsonica per Roberto Saviano

L’aria è più pesante che mai quando un fantasma ci ruba l’ossigeno
Quando il futuro è solo piombo su queste città
Sotto una cupola che sembra la normalità.
L’aria è più pesante che mai e brucia tanto che manca l’ossigeno
Troppi silenzi in quel cemento che già sanguina
Troppe speranze nel mirino che ora luccica.

Queste le crude parole mandate in loop, durante il concerto dei Subsonica. E’ il ritornello di Piombo. E il gruppo ha dedicato la canzone a Roberto Saviano (autore del libro) e a tutti coloro che combattono contro quel mostro della malavita organizzata. Troppo organizzata. Insopportabile in uno stato civile, nel 21esimo secolo.

Pubblicità belle. Pubblicità carine. Pubblicità orrende.

Ci sono pubblicità belle. Ci sono pubblicità carine. E ci sono pubblicità orrende e di pessimo gusto. E questo è un’esempio. Un’ottimo esempio.


E partiamo con le domande:

  • come fanno a far pagare una stampa solo 3,89€/mq?
  • il copy ha problemi a letto?
  • l’art ha problemi a letto?
  • il grande formato si guarda a grande distanza. A cosa serve (e cosa significa) una risoluzione “apparente” di 1200dpi?
  • il reparto marketing ha problemi a letto?
  • non hanno pagano i creativi e questi si sono vendicati così?
  • la faccia della donna è un’urlo di terrore (dopo aver visto il flaccido marito)?

Tutto è simmetria

Nel mondo del design circolano tante leggende. Altrettante urban legends circolano sul conto di Apple e di Steve Jobs, suo fondatore dall’enorme carisma, capace di aver risollevato l’azienda dalla crisi che l’aveva colpita e di averla guidata per un cammino che l’ha resa pioniera dell’indistria informatica, del design, della musica e del cinema.

Un CEO con un seguito enorme di fan, protagonista di storielline e anedotti e di numerose satire, Re Mida del 21° secolo. E una delle storielle in voga in questi giorni sulla rete è la sua – presunta – fissa per la simmetria e il design.

Preparatevi.

Due viti del pannello laterale sinistro del MacBook sembrano allentate e danno l’impressione che tale pannello non sia ben saldato al resto del computer, come se le viti si fossero spanate e non aderiscano alla filettatura interna.
E ora entra in gioco la leggenda: sembra che gli ingenieri si siano presentati da Jobs con un propototipo del portatile…

Con leggerezza Steve prese il nuovo MacBook, lo capovolse e, indicando la vite non centrata, disse “mettettela al centro”; dopo guardò entrambi i lati del portatile e disse “mettete due viti su questo lato” e allungò il MacBook al team… senza… neanche… aprirlo. 

Così gli ingenieri hanno inserito le 2 viti sul pannello laterale sinistro per nude e crude ragioni estetiche e senza una precisa funzione di fissaggio. Però già che le dovevano inserire..non potevano usarle per fissare meglio il pannello? E la questione simmetria è però relativa, visto che che su un lato ci sono tutte le porte di connessione, sull’altro la fessura dello slot-in del drive cd.

Sottigliezze a parte, sembra che tale leggenda sia confermata. Non solo dai Mac Genius degli Apple Store americani, ma anche dallo stesso design di alcuni negozi: il quadro elettrico è di solito posto nella parte sinistra del negozio, ma ha una sua controparte (ovviamente non funzionante) simmetrica sulla destra.

Da tutto ciò emerge quindi la figura di uno Steve Jobs ossessionato dalla simmetria. Oltre che con una cura maniacale per il design (ma Ive.. fa qualcosa in quell’azieda, o ritira solo i premi?).
Leggenda? Realtà? Nel frattempo le parole del CEO qualche dubbio lo insinuano..

Nel vocabolario della maggior parte delle persone, design significa rivestimenti in legno. Significa decorazione d’interni. È la scelta del tessuto per il copridivano. Per me nulla è più lontano dal significato di design. Il design è l’anima fondamentale di ogni creazione dell’uomo che finisce per esprimersi in consecutivi strati esterni del prodotto o del servizio offerto. 

Un nuovo componente della famiglia..

Non bastavano i fantasmini venuti dallo spazio.

Non bastava lo psychoniglio parlante dalle orecchie sempre in perfetta forma fisica grazie ai sui esercizi di tai-chin.
Non bastava il tenerissimo elefantino, regalo di una persona molto importante.
No. Da ieri sera fa parte della famiglia un nuovo componente. Regalo di (ottimi) amici ottenuto grazie alle mie innate doti da bambinetto. Si tratta di un non meglio identificato animaletto acquatico. Forse una razza, forse una manta. Segni particolari, grandi occhioni sporgenti e una lingu(etta)a tirabile che lo rende capace di girare in tonto sulla scrivania. E con un immancabile tocco trash: un manto azzurro con decorazioni floreali e pois sbarluccicosi.

Potevo esimermi da mettere qui su freemagenta le sue foto?

Ingrandisci il logo

Quante volte al povero grafico è capitato di dover rifare il layout di una pubblicità o addiritturittura di un’intero catalogo perchè il cliente voleva il logo più grande, o più attraente, con stelline e colori sgargianti?

Beh, ora il povero grafico non dovrà più rimettere mano a tutto il suo lavoro: ora c’è Make My Logo Bigger!!!Basterà indicare il sito al cliente e quest’ultimo potrà acquistare da solo il prodotto che più gli interessa. Sempre sul medesimo sito il cliente potrà visionre un video veramente ben curato che spiega le fasi della (semplicissima) procedura di applicazione del prodotto.

Aggiornamenti sul Magenta

Oltre alla T-Mobile che ha registrato il “suo” magenta, c’è da segnalare anche Red Bull, ora proprietaria dei colori blu, silver e del colore blu/silver (ma non ho ancora capito qual’è esattamente il colore registrato).
In virtù del copyright, quello specifico colore non può essere usato da altre aziende o privati per fini economici o di lucro, poichè si può incorrere nel rischio di essere denunciati per violazione di marchio. Beh, è quello che vorrebbero TMobile e RedBull.

Meno male che l’Unione Europea non la pensa così. L’articolo 4 del regolamento europeo sui marchi prevede infatti che la registrazione è possibile solo per “i simboli rappresentabili graficamente”:

A Community trade mark may consist of any signs capable of being represented graphically, particularly words, including personal names, designs, letters, numerals, the shape of goods or of their packaging, provided that such signs are capable of distinguishing the goods or services of one undertaking from those of other undertakings.

Inoltre l’articolo 7, comma 1(a) continua con un “Non si possono registrare simboli non conformi a quanto previsto dall’articolo 4”:

1. The following shall not be registered:
(a) signs which do not conform to the requirements of Article 4;

E sinceramente a questo punto vengono fuori un po’ di domande. Come mai l’ufficio brevetti/marchi non ha sollevato dubbi sulla registrazione del colore? Come hanno fatto a vincere quel paio di cause? Il giudice tedesco non ha applicato la norma europea?

Salta poi fuori questa contorta sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2004:

Colori o combinazioni di colori che siano oggetto di registrazione, devono essere sistematicamente definiti associando le tonalità in modo uniforme

Ehhhh?? Quindi? Cosa vuol dire?

In ogni caso, c’è un problema di fondo: il regolamento è del 1993 e da quell’anno ne sono cambiate di cose. E’ cambiato il mondo, la stampa, internet si è diffuso. E così cambia il modo comune di concepire il marchio, l’uso che se ne può fare, le consuetudini. Ed è su questo che i legali di Deusche Telecom hanno puntato quando hanno registrato il loro colore.

Non so, non so, non capisco. E si entra pure nel mondo della dottrina giuridica. Dove ci si diverte a fare leggi contorte, fatte apposta per essere interpretate ed adattate. Però, da quel poco che so, anche se cambiasse la dottrina sulla registrazione dei marchi, non dovrebbe esserci effetto retroattivo.
A tutt’oggi vale ancora il regolamento del 1993. T-Mobile ha registrato un colore. Punto. Non poteva registrarlo. Punto.
E i legali dicono:

Non si può, insomma, applicare al mondo virtuale una legge entrata in vigore quando Internet era solo una realtà di pochi.

Ma che non tirino in ballo internet! Le denuncie di violazione di Magenta©/™ si sono scagliate contro campagne pubblicitarie stampate. Mica contro gif o filmatini pubblicitari in Flash!!!

E in ogni caso io il Magenta lo continuo ad usare. E l’ho usato pure oggi, per principio, per una pubblicità di una gelateria. Che venghino a contestarmi pure. Già, li voglio vedere col colorimetro in mano. E li voglio vedere a misurare (e trovare) il 100% Magenta. Non avranno difficoltà a dimostrare che ho usato il loro 100% Magenta perchèl’ho sporcato con un 1% di ciano, giallo o nero. Avranno difficiltà a trovarlo perchè il mio 100% magenta su piccì (o meglio, su Mac), una volta stampato dai simpatici tipografi può diventare qualsiasi colore dello spettro cromatico. Ma anche perchè bisogna pure da considerare la resa cromatica del materiale. Che cambia nel tempo, nel luogo e nello spazio. Ahahah

Facilmente

A volte mi chiedo come possa essere così dannatamente condizionabile.
Non parlo dello Steve che riesce a farmi comprare di tutto, non parlo di acquisti pazzi di conigli parlanti o di custodie ultracostose..
Questa volta parlo di un libro.
Un libro che mi ha colpito per due cose.
I colori della copertina e il disegno della copertina stessa.
Bene. La copertina è nera e magenta. Io ho sempre odiato il nero e persino qualsiasi forma di rosa, rosino, rosone. Fin quando non ho scoperto la questione del copyright sul colore magenta. E ho creato questo blog, dalla grafica nera e magenta. E così capita che passeggiando tra gli scaffali della libreria alla ricerca di tutt’altro (Autrobiografia di Alice Toklas di Gertrude Stein) capita che vengo attirato da quei due colori, colori che mai e poi mai avrei pensato avessere potuto attirare la mia attenzione.
E poi il disegno.. un passeggino magenta, spinto da un uomo elegantoso con un gessato a righe magenta, con al suo interno una beby morte con tanto i falce e fiocchetto magenta. E “Un lavoro sporco” come titolo, ovviamente in magenta. E come potevo quindi esimermi dal fermarmi e leggere il retro della copertina?

Charlie aprì la porta della stanza lentamente, per non spaventare Rachel. Già si aspettava un affettuoso sorriso di disapprovazione e invece la trovò che dormiva, o almeno così gli parve. E accanto al letto c’era un uomo di colore molto alto, vestito verde menta.
‘E lei cosa ci fa qui?’
L’uomo verde si voltò, allarmato. ‘Può vedermi?’. Si indicò la cravatta color cioccolato; per un attimo Charlie pensò a quelle mentine sottili che ti fanno trovare sul cuscino negli hotel di categoria superiore.
‘Certo che la vedo’. Che cosa ci fa in camera di mia moglie?’
‘Questo non va bene’ disse Verde Menta

A pensarci.. una situazione da brivido. Eppure mi ha strappato un sorrisino… E così l’ho comprato.