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No, non me ne sono dimenticato

Ah, tra l’altro ieri ho anche avuto modo di conoscere di persona Halfblood e Samantho.

Giusto un incontro veloce, organizzato in 3 secondi (W twitter!).

L’incontro in Duomo, in una giornata bellissima, poi un giro rapido di shopping. Prima alla Fnac, poi ad H&M, poi da Alcoot, poi.. beh, sono scappato, rischiando di finire nel Darty sotto San Babila anziché alla stazione della metropolitana.

Un incontro piacevole, veramente. Da ripetere assolutamente con più calma, seduti ad un tavolo di un ristorante o di una pizzeria. E c’è già un mezzo progetto, per sperimentare un ristorante giapponese. Però é complicato da organizzare. Qualcuno (con tutti i suoi buoni motivi: non mangia pesce) potrebbe pure farmi resistenza :P.

Poi, ecco, magari l’ho fatto senza dare troppo nell’occhio, ma ero alla ricerca di una felpa, dopo che neanche da Dirk ho trovato nulla che mi piacesse. Però, ecco, anche da H&M e Alcoot la situazione non era tanto diversa.

Sigh sob.

A questo punto rimane solo Celio, ma le ultime collezioni non mi convencevano. Chissà ora cos’hanno in vendita…

Certo che però.. son strano. Passo dalle felpe di Dirk Bikkembergs a quelle di Celio, senza soluzione di continuità. Coerenza a gogò, eh?

Quando gli sconosciuti si conoscono tra di loro

Come qualcuno saprà, ho una buona dipendenza da twitter.
Ho iniziato solo per far sapere a tutti quel che stavo facendo in quel momento, con una widget su Spaces (bleah!). Poi ho aggiunto qualcuno in follow. Poi arriva Love. Poi scopro che qualcuno del blog che seguo usa twitter, last.fm, facebook, flickr.
O viceversa. Coloro che conosco in 140 caratteri per volta, più volte al giorno hanno un bel blog, fanno più o meno quello che faccio, mi fanno sorridere o non mi fanno ammattire quando non capisco nulla di quel che scrivono. Perchè non li conosco.
Poi succede che c’è un nome che ricorre. Ma decido, stranamente, di non seguirlo. Poi scopro che lo segue qualcun’altro. E allora lo aggiungo. Credendo che sia un perfetto sconosciuto. Come per me, così come per tutti gli altri. E mi stupisco, curiosando nella vita di altri, che questo sconosciuto sia in realtà conosciuto ad una che per me è sconosciuta. Che stupido!

Beh, non vi ho fatto capire nulla, giusto?

Comunque.. c’è stata una frase che mi ha colpito. Questa. Sette anni di vita raccolti in un blog. Io, in teoria ne avrei più o meno 3 o 4. Da quando avevo iniziato un blog fuori da tutti i giri, di cui nessuno aveva il link e che non faceva parte di nessuna piattaforma famosa. Un diaro senza segreti di me, di quando avevo bisogno di un posto tutto mio per sfogarmi, senza censure. Poi ci sono stati problemi. Qualcuno che scopre il blog, si inizia a diffondere, qualcuno che stampa le pagine e le fa girare per la sala lettura in università. E iniziano i casini. E’ stato bello finchè è durato. Così ho salutato certi finti amici. E basta. Un po’ di pausa. Dopo un po’ apro uno spaces, confidando nelle sue opzioni per ternerlo segreto a chi non voglio (che è ancora, per pigrizia, nella mia lista di msn). Poi lo apro a tutti. E riiniziano i casini. Perchè, a quanto pare, mi è vietato tenere un blog. Me ne frego. E finalmente dico ciao ciao a Spaces. Finalmente. E inizio a creare qualcosa di mio. In una notte. Volevo crearlo così tanto per fare. E riemergo nella blogosfera, prima come FreeMagenta. Poi come Me or Not. Due aspetti diversi della stessa persona. Uno che ama la grafica, il design, l’hi-tech, i giochi, le foto. L’altro che non la smette di tediarvi con le sue continue crisi. E con post inutili.

Follia da web 2.0, parte seconda.