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La calma

Giornata di cambiamenti @ work.
Dopo poco più di due settimane di lavoro, qualche complimento da parte dei capi che sembrano soddisfatti di me (oppure sono bravissimi a fingere), non ho più un responsabile e sarò responsabile di me stesso. Soprattutto quando (speriamo non succeda mai) mancherà la mia collega, per varie ed eventuali.
Il che è abbastanza una tragedia. Perchè se prima il lavoro in 3 era abbastanza tranquillo, in 2 lo è un po’ meno. Soprattutto se ne succedono di tutti i colori come oggi. Riunioni con i capi, pagine mastro da modificare, pubblicità che mancano (e lo si scopre all’ultimo), pubblicità che arrivano in formati sbagliati dal preventivato (ovviamente più piccoli).
I piccoli problemi con le pubblicità ci hanno obbligato a cambiare l’impostazione grafica di due pagine (che erano persino condivise tra i vari giornarli, e ognuna aveva bisogno di uno spazio pubblicitario di dimensioni diverse!). E hanno costretto i giornalisti a trovare altre notizie da aggiungere per altre 2 pagine.
Poi lo script per aggiornare le tivvù non andava su un computer. E quando finalmente erano pronte le 3 pagine delle tivvù (pesantissime da modificare e quindi lunga anche la creazione di eps e pdf).. ta dan! Era saltata un’immagine. Che però Quark mostrava. E nel pdf non c’era. E altro tempo perso. Per cosa poi? Per colpa di un’accentata nel nome del file.
Io odio Quark!
E, beffa finale, non riuscivamo a contattare la tipografia per avere la conferma della ricezione dei file. Rimbalzi di numero in numero, gente che non sapeva neanche cosa stampavano e che ci dicevano che avevamo sbagliato numero, dandoci quello di un’altra società :S
E poi, all’alba delle 00:10 finalmente abbiamo chiuso alle nostre spalle il portone della redazione. Uno strappo a casa alla collega e poi dritto in autostrada verso casuccia cara. Col contachilometri fisso sui 90km/h. Perchè a volte è bello vivere la vita con calma. Anche solo quella mezz’oretta notturna di viaggio verso la propria tana.

Rettifica di un post precedente

Nonostante quanto scritto nel post precedente.. questo lavoro mi piace un sacco!
Giovedì ho persino corretto tutte le pagine mastro che non avevano alcuni file correttamente collegati quindi puntualmente in fase di esportazione davano sempre noiosissimi problemi. E ora funzionano, con somma gioia mia e dei miei 2 colleghi. Che potevano pure pensarci loro, ma non avevano mai voglia di farlo 😛
Mi son creato pure un automatismo per rinominare il automatico le mastro a inizio giornata e copiarle nella cartelletta giusta.
E giovedì è stato il giorno del mio “primo” scontorno. Non che non li avessi mai fatti, sia chiaro. Ma è stato il mio primo scontorno ufficiale sul giornale, letto da centinaia e centinaia di lettori ignoranti e deficienti (queste le parole del Grande Capo Editore. No comment please).
E questo, per ora è tutto.
Perchè son contento. Perchè mi piace. Perchè mi trovo bene con quella banda di pazzi e pazze che ho come colleghi. Per quanto non siano così tanto geek e design addicted come me. E non sanno nemmeno cosa sono i Rabbids. O cosa sia Tokidoki. Ma l’opera di evangelizzazione inizierà presto. Ed intanto ho già messo Bunnies Creed come sfondo del mio desktop. Eheheh

Modern times

E così, sono entrato ufficialmente nel mondo dei pendolari della grafica. Sono entrato nel mondo del lavoro in open-space con melette morsicate ovunque. Sono entranto nel mondo del gossip da ufficio, fatto di occhiate, bisbigli e chiamate (rigorosamente VoIP) da un’interno all’altro, con tanto di cuffia con microfono, mica alzando la cornetta!
Già, perchè questa settimana, con un po’ di anticipo rispetto al preventivato, ho iniziato il mio primo, nuovo, ufficiale lavoro. Dopo due giorni le cose che posso dire sono ben poche.. il gruppetto di colleghi sembra ben affiatato (con tanto di coppietta interna al gruppo) e per ora mi ci trovo bene. Mi trattano come uno che non sappia a cosa serve neanche il mela-c (e qui..) anche se, bene o male, queste cose non sono affatto nuove per me. So che conviene salvare spesso perchè Quark è una brutta bestia, soprattutto quando deve importare immagini o eps. So cos’è una manchette, un piedino e un piedone. So che i nr di pagina vanno a destra per le dispari, a sinistra per le pari e che bisogna sempre controllare la data sulle pagine. So che le foto vanno schiarite perchè in stampa vengono molto più scure, anche se io preferisco farlo con le curve, mentre una lavora con i livelli, l’altro – il mio responsabile – con luminosità/contrasto. Scuole di pensiero diverse.
Però tutto ciò mi consola. Perchè vuole dire che tutto ciò che ho precedente imparato autonomamente sul buon grafico/impaginatore di free-press è stato giusto e corretto.
L’orario di lavoro è quello che si adatta a me. Dalle 15-15.30 fino a quando si finisce. Ieri le 23, oggi le 23.30. E poi di nuovo macchina, autostrada, casa. Sì, sa, sono un animale notturno. E quindi tutto sommato mi va bene. Ma stare 8 ore di fila, praticamente senza pause (si può considerare pausa l’aperitivo di un quarto d’ora verso le 7 al bar sotto l’ufficio?), davanti il computer a fare task ripetivi e ben poco creativi è particolarmente pesante.
Ma al momento, però, mi sento un po’ limitato.. è che arrivo da una condizione lavorativa in cui tutto fanno tutto, per forza di cose. E mi ritrovo invece ad avere un compito specializzato. Quello e solo quello. Perchè oggi, che eravamo in attesa del lotto e del sudoku e non potevamo chiudere la pagina, non potevo far altro che girarmi i pollici. Finchè la collega addetta a creare la tabella non l’avesse fatto. Collega che però era impegnata in qualcosa di ben più importante. Fosse stato per me, avrei doppio cliccato quel .ai sul server ed inserito i numeri. Ma non si poteva fare. Non era mio compito.

Molte teorie nacquero intorno al fatto che il lavoro altamente ripetitivo e meccanico richiesto agli operai dell’epoca nelle catene di montaggio provocasse alienazione della psiche, e disturbi motori negli operai stessi. 

La prima volta

Oggi è stata la prima volta. La mia prima volta. Il mio primo colloquio di lavoro. Una società legata da un famoso gruppo editoriale. Che mi ha contattato dopo aver visto il “mio” freepress. E stanno cercando personale, anche per nuove iniziative editoriali che dovrebbero partire a breve.
Il colloquio in sè sembra andato bene. Attendo entro fine settimana una chiamata per fissare la data di un secondo colloquio con anche i grandi capi. Se va tutto bene periodo di prova. Se va tutto bene assunzione.
Se mi assumeranno, bisognerà rivedere alcuni progetti per il futuro. In primis il test per Arte&Messaggio o per design. Perchè non ci sarà tempo per farlo. O il trovare qualche sistemazione, perchè fare tutti i giorni avanti e indietro in macchina (visto gli orari assurdi…).
Se faccio solo il periodo di prova, sarà comunque una delle prime righe sul mio curriculum. E non creda che faccia mai male.
Se invece non mi chiamano per il secondo colloquio/periodo di prova, pazienza. La mia ancora di salvezza, più o meno c’è. Molto aleatoria, al momento. Ma è sempre meglio di nulla. E in ogni caso, ora so che, a dispetto delle mie più funeste previsioni, ad un colloquio me la so cavare.
Presunzione.
Per la prima volta, in me stesso.

Periodo di magra

Povero blog, lasciato a se stesso.
Eppur sto tentando di massacrarmi di lavoro. Non solo in redazione, ma anche con un paio di progettini che ci sono nell’aria. Giusto per tentare di risollevare il morale del conto in banca. Ma, a parte ciò, non succede assolutamente nulla di rilevante.
Se non una chiamata, oggi, in tardo pomeriggio, dall’ufficio. Mi hanno cercato, per tutto il giorno. Ma quella era la prima chiamata che ricevevo. Perchè c’era una cosa da fare, urgente. Ed era da fare entro mezzogiorno.
Siamo alle solite?

La telefonata col cliente

Mi ha chiamato. Puntuale come un orologio svizzero, alle 14:30.

Mancano 6 capitoli, più i 4 appendici. Quindi è da rifare la barra laterale con le fascette per indiricare il numero di capitolo, perchè bisogna mettere anche i 4 appendici.
Lo stile del sommario è tutto sbagliato. E’ da rifare. Son da rifare i modelli di questi 4 capitoli! Poi ecco, i titoli non mi convincono, sicuro che il margine è di 20mm? No perchè a me sembrano di più. Poi ci vuole il filetto di 0,5 mm a 4 mm dal titolo 1 e dal titolo 1.1 e distaccato di 5mm dal box di testo inferiore. Ecco, inoltre gli example sono in carattere diverso. Lo vede? Dal pdf originale. E’ un altro carattere, al 65%, è strechato. Insomma, lo vede? E poi comunque, quando me li fa? A me servono i file di progetto Indesign, poi il libro, l’esportazione in pdf unico, la numerazione progressiva corretta, i segnabilibri, i link ipertestuali Perchè il lavoro deve essere finito. Ma tanto quello fa tutto pdf. Ecco, diciamo che in uno-due giorni son pronti?

Rispondo di no, che uno-due giorni è praticamente impossibile. Che ci vuole tempo per fare le cose fatte bene. Poi questi 4 capitoli sono da rifare e si perde ancora più tempo. Gli errori negli stili era meglio per tutti correggerli dopo il primo capitolo di prova. In ogni caso vedo di farli il prima poss…

Tu tu tuuuuuu

Scusate lettori, ma ho bisogno di sfogarmi

Oggi è un po’ una giornata no. Perchè già di mio sono in crisi, avvicinandosi il periodo “serio” degli esami. Dopo un Natale passato non troppo bene, con continue liti in famiglia. E sono stufo, stufo stufo di sbattermi per qualcosa che non mi piace, in ogni caso non essere per nulla apprezzato e sentirmi dire in ogni caso che non faccio un tubo!
E ci si doveva mettere pure Mr. Manuali a rompere un po’ le scatole. Mr. Manuali doveva affidarci un semplice lavoro di conversione di una serie di manuali da un programma ad un altro, utilizzando il modello che loro ci avrebbero fornito. Facile, un copia-incolla di base, una reimportazione delle foto, ma tutto sommato era un lavoro facile.
Sbagliato. Perchè il modello che alla fine ci hanno fornito loro non era un modello già fatto. Ma un plico di una 30ina pagine in cui si perdevano a stabilire puntigliosamente la distanza dei margini, il rientro da applicare, il sottorientro per il paragrafo 2, il sottosotto rientro del paragrafo 4, i caratteri da usare per l’indice (e ovviamente guai se era un arial 9.4 al posto di un 9.5!), la distanza delle foto, la dimensione delle linee “decorative” della pagina e bla bla bla.
Peccato che poi mancava la gestione dei paragrafi di 4o livello (che nel vecchio manuale esistevano, mentre invece non dovrebbero esistere), come dovevano essere gli elenchi puntati, gli “stop”, gli “attenzione”, i blocchi di scritte di codice, che ovviamente dovevano essere diversificati dal testo, no?
Beh, alla fine in qualche modo ce l’ho fatta a creare il modello, più possibilmente fedele alle richieste. Ho lavorato notti e notti per fare il più in fretta possibile. E ho inviato i file finiti prima di Natale.
Venerdì il boss mi chiede via mail se oggi ero disponibile per un incontro col cliente. Sì, ok, ma dopo le 5, prima non posso. Dovevo andare dal medico. Oggi mi arriva un sms.. l’incontro è saltato, chiede se gli può dare il mio nr di telefono e quando chiamarmi. Sì, dagli il mio numero, ma posso solo dopo le 5. Dovevo andare dal medico. Alle 4.30 avrei finito, tempo di arrivare in ufficio davanti al Mac e poteva chiamarmi, alle 5.
Indovinate? Alle 3.3o questo qui inizia a chiamarmi. E io non rispondo.
Alle 4.35, finito dal medico, rispondo. Non dico nulla. Faccio finta di niente. Mi chiede se sono a casa, davanti al computer. Rispondo che sono fuori, che sarei torno a casa/ufficio per le 5 ed era per quello che avevo detto di chiamarmi a quell’ora perchè prima ero impegnato.

Ma io alle 5 finisco di lavorare. Abito a milano e devo tornare a casa!

Non vi dico la rabbia che mi è venuta, dentro all’istante. Rabbia se penso a tutti gli anni in cui mio padre arrivava a casa alle 9 di sera perchè doveva andare lontanissimo e per evitare di affrontare il traffico dell’ora di punta partiva alle 18.30-19! E questo, poverino, lui alle 5 non lavora! E rabbia perchè penso che, facendosi bellamente i cavoli suoi, perchè lui alle 5 doveva tornare a casa e lui alle 5 non lavora, lui mi ha chiamato proprio quando neanche io stavo lavorando. Questo qui mi ha rotto le scatole mentre io ero dal medico. E lo sapeva che non doveva chiamarmi. Ma lui, poverino, doveva tornare nella sua casetta a milano. Alle 5.
Ma, come sempre, da bravo stupido, non ho detto nulla.
Mi dice che ci sono alcune cose da sistemare e che mancano delle cose. Degli interi capitoli.
E mi girano un po’. Perchè mi hanno fatto finire ‘sto lavoro del cavolo prima di natale. In fretta e furia, perchè ci sono scadenze da rispettare (che però nessuno ha saputo quantificare).
E questi controllano solo ora, dopo 2-3 settimane che il lavoro è stato consegnato e considerato concluso (e mai più rivederci!), e si accorgono mancavano degli interi capitoli?
E ora che si fa?
Si sentiranno domani le “piccole correzioni” da fare.
Si farà presente al boss che forse avrebbe dovuto dirmi che c’erano da fare anche gli altri capitoli, non solo quelli fino al post-it gigante giallo con fare solo fino a qui, come invece era stato precedentemente stabilito.
Si faranno notti insonni a finire il lavoro.
E l’arrabbiatura di oggi non mi fa bene.

I clienti alle prese col delirio Natalizio

E’ Natale, si sa. E tutte le pubblicità devo essere natalizie. Persino quella del pa-pa-pa-parmigiano re-re-reggiano. Con tanto di spolverata di foraggio grattuggiato da Mano della famiglia Addams e che scende leggiadra come neve.
Ma noi non siamo a tali livelli di follia, alle prese con clienti che possono permettersi spot promozionali dallo storpiaggio facile.
No, al momento siamo alle prese con un maledetto quarto di pagina. Perchè dico siamo? Io sono stato a casa malato quindi mi sono evitato bellamente il problema. E’ la povera S. che si è cuccata il bello del nostro lavoro: perdere tempo davanti al delirio natalizio di un cliente indeciso.
Prima versione: sfondo con alberi di Natale. Ovviamente proposta dal cliente. Ovviamente non piace.
Seconda versione: sfondo con stelle comete. Sì, non una ma più stelle comete. Perchè si sa, le stelle comete si muovono solo in branco. Ovviamente proposta dal cliente. Ovviamente non piace.
Terza versione: fondo sfumato rosso con albero di Natale. Ovviamente proposta dal cliente. Ovviamente non piace.
Quarta versione: qui è d’obbligo la citazione..

tieni quella dell’albero: parte in basso e sfondo ok
sopra metti petali di stelle di natale viste dall’alto (come la prova che avevi fatto)
a lato metti palline natalizie che scendono
scritta:
composizioni floreali
stelle di Natale

Riassumiamo. Per comprendere a fondo la gravità della situazione. Abbiamo il rosso dello sfondo, su cui si staglia un albero di Natale addobbato come si deve. Abbiamo i petali di stelle di Natale (notoriamente rosse). E siamo già al delirio. Poi ci sono pure le palline natalizie, che scendono.
A quel punto, la malcapitata Grafica non può far altro che domandarsi: “il Babbo Natale che sale le scale non lo vogliono?”. E chiamare la tipografia: “sentite, riusciamo a mettere in pagina 20 un tastino che se lo schiacci suona Jingle Bells?!”

Serata di ordinaria follia

Sono a casa, dovrei andare a letto. Ma come non parlare prima di quanto amo i miei clienti?
La serata lavorativa è iniziata con una pubblicità. Una bellissima pubblicità per una gioielleria fatta dalla mia collega. Sfondo nero, un bellissimo fiocco di stoffa rossa, nome e indirizzo in alto, loghetti delle varie marche allineati in basso. Loro avevano voluto il rosa su nero.. ed era venuta veramente bene! Una di quelle pubblicità che non puoi non notare. Beh.. a distanza di un giorno. Hanno cambiato idea. La vogliono nera su rosa. E tocca a me il “ma tanto basta solo invertire i colori, no? E voglio i loghi più grandi. E pure le foto dei gioeilli”. Ovviamente i loghi inviati erano pessimi. E sulla rete non pretendevo di trovare i vettoriali, ma almeno dei raster decenti! Loghi che ovviamente erano bianchi su fondo nero. E provate voi a invertire e ritagliare una roba così piccola. E così ho barato: è rimasta la striscia nera dei loghi in basso. Il resto dello sfondo era un rosa che sfumava al bianco in diagonale (banalissimo). Poi due cornicine con le foto dei gioielli e una patetica scritta. Insomma. Accontentare il cliente ha significato distruggere una bella pubblicità per ottenerne una banale. E non ditemi che dovevo tenere il fiocco nero su sfondo rosa. Per piacere!!
Poi è stato il momento di un grosso negozio di abbigliamento. Un grosso negozio di abbigliamento che ha esordito, mesi fa, inviandoci un .jpeg in bianco e nero. Che dovevamo stampare a colori. Certo, come no. Tanto i computer fanno tutto, vero? Poi ci ha fatto avere dell pubblicità a colori.. fatte da uno studio di grafica per un altro giornale. E a noi giravano i file in bassa risoluzione (da cui copiare il layout) più le foto (pessime) dei modelli da ritagliare. E così, ogni settimana. Perchè il modello tal dei tali non andava bene. O perchè il blu non era blu (leggasi: io odio la tipografia!). E tutte le volte sempre lo stesso discorso. Ma alla fine, oggi pomeriggio (si va in stampa domani mattina…:S).. le abbiamo avute. Le pagine patinate da cui provengono le foto. Scansione ad una risoluziona adeguata. Scontorno venuto bene, visto il – finalmente – buon materiale di partenza. E la pubblicità, dopo mesi, ha raggiunto il livello qualitativo che si merita. Ma non potevano farmi avere queste pagine patinate mesi fa???
Infine.. è arrivato il momento dell’ultima pubblicità. Era ormai un nuovo giorno.. e la creatività mancava. Ma ho risolto anche quella. E gli altri dicono che sia venuta bene. Ma non mi fido di loro perchè sono di parte. E mi gusterò il risultato del solito “fammi grande il logo“. Logo che mi è stato inviato inglobato in un file excel. E che, una volta estrapolato, era di ben 100x80px. Vettorializzazione automatica dai pessimi risultati. Vettorializzazione a mano difficilissima e lunghissima. Gliel’ho lasciato raster. E vedremo se capiscono cosa vuol dire non farmi avere il materiale adatto (ma possibile che non ci si UNA e dico UNA società che abbia il proprio logo?). No, ma perchè mi illudo? Capiranno solo che io non so fare il mio lavoro.