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108 – cento di queste domeniche

Ti svegli a pezzi, o meglio: ti svegliano, che il pranzo è già pronto. Controlli al volo il cell e vedi quel paio di messaggi di whatsapp che ti rendono felice.

Mangi, ti metti a fare altro, poi vedi un nome su una notifica di Facebook e ti ricordi che ti sei dimenticato.

Gli scrivi scusandoti è organizzate al volo per il pomeriggio. Un giro simil shopping a Milano. Ci pensi su, pensi che in realtà sia follia e che avresti bisogno di lanciafiamme ed accetti. In fondo devi farti perdonare per essere sempre così stordito e sbadato da dimenticarti ogni cosa . Lui accetta le scuse, ma ti da comunque dello stronzo, anche se poi lo smorza con un cuore.

Ti organizzi e ti metti in viaggio per Milano. L’idea è di un giro in centro a fare finto shopping. Tu pensi che sarà il delirio, ma fai finta di nulla perché in realtà non vuoi sempre passare per il signor NO e poi forse ha senso provare a passare da Alcoot per provare quel maglione che quasi ti piace, ma già sai che appena lo toccherai lo lancerai lontano da te.

E poi è il delirio: incidente sullo svincolo per Milano,  8 minuti di attesa della metro, follia in Duomo per trovarsi. Dopo il buco nell’acqua Alcoot, il girone infernale Mondadori (+ GameStop) decidete di passeggiarvela fino al VideoGamesParty Xmas 2013, ma inciampate in un outlet Puma e via di carta che striscia (e per fortuna non è la tua).

Per sfizio, decidete di provare una Enjoy e i giudizi variano dal “chemmerda” al “cheffiga”, ma son più le volte che fai spegnere la macchina, non più abituato ad una frizione del genere per colpa di quel magnifico Start&Stop della tua Adam, che mai si spegne, si parcheggia da sola e che potrebbe anche farti il caffé, se Lavazza ti regalasse un #espressgo

E poi il tutto si conclude con una pizza, una coca e tante chiacchere.

E la felicità di aver passato la giornata in compagnia di una persona a cui – per quanto stordito puoi essere – in realtà vuoi un mondo di bene.

Concluso un capitolo, se ne inizia un altro

Non me ne sono ancora reso conto, ma alla fine un capito della mia vita è finito. E ora posso riprendere a godermi piccole cose che avevo dimenticato.

Un weekend spensierato, una domenica in giro per Milano, la voglia di riprendere a scrivere frivolezze su queste pagine e qualche articolo serioso sul blog professionale.

E di oggi, come non parlarne bene?

Una giornata che si riassume con un’immagine, questa:

L’incontro a Milano con N. from Bergamo, le indicazioni giuste ma circa sbagliate per fargli trovare parcheggio, la consegna del mio regalo di laurea (sì, il bookshelf di Portal. Li volevo, mi servivano e lui me li ha comprati. Vorrei sapere come fa sempre a farmi regali così azzeccati). Il delirio per cercare un posto dove fare un brunch, l’incontro con una collega di lavoro che consiglia un locale che sì, poteva essere carino, ma alla fine non si è rivelato così. La visita al Museo della Scienza e della Tecnica per vedere la mostra di Ubisoft su Assassin’s Creed e l’acquisto del relativo e meraviglioso catalogo edito da Skira. E poi c’erano dei taccuini Moleskine marchiati del Museo, che costavano anche meno dei Moleskine originali: come non comprarli? La camminata in Duomo, l’acquisto impulsivo di un maglioncino cotone misto cachemire. Il giro da Moroni Gomma e l’acquisto di un regalo azzeccatissimo per una cara collega di lavoro. La metro di nuovo verso i Navigli, il giro in SuperGulp e l’acquisto degli ultimi due Cactus Pups di Tokidoki che mancavano per completare la collezione. L’attesa che aprire il posto degli arrosticini. E le 19. L’iPhone scarico. E le 19.10. E le 19.20. E alla fine alle 19.30 e passa e il posto ancora chiuso, con mezza clare abbassata, le luci e il condizionare acceso. E ci siamo arresi e abbiamo ripiegato sulla gigheria. Un piatto gyro, mangiato in strada e via. Ritornare alla macchina, vedere il posto degli arrosticini aperto e fermarsi e mangiarli. Tornare alla macchina, salutare N., recuperare la macchina e tentare di raggiungere il Rhabar per l’evento organizzato da un’altra collega. Rivedere un po’ di persone che non si vedevano da un po’, vedere la collega per cui si era preso il regalo, consegnarlo, vederla felice, essere contenti.

 

Spese (cronache di una giornata ordinaria)

Riassumendo la giornata di oggi:

iPad arrivato, nottata passata a giocare/impostare/configurare e poi lavorare su un paio di cose

Arrivare a Certosa, farsi al solito tutta la stazione per arrivare all’unica macchinetta per timbrare e… “solo tessere elettroniche”. Salire sul treno, scendere a Garibaldi, beccarsi un controllore che ti fa la multa (51€ ora oppure può fare ricorso ma se le va male son più di 200€. Ah, ma allora lo fate apposta! Sapete che a Certosa c’è una sola macchinetta e che oggi non timbra? Sì, ma lei non doveva salire senza timbro. E comunque loro lo sanno. E comunque sì, ha ragione, probabilmente lo fanno anche apposta a non aggiustare le timbratrici). Venti euro nel portafogli, la corsa di sopra alla ricerca del bancomat, il pin sbagliato per due volte e il rischio della terza, l’annulla all’ultimo, aspetta 30 secondi, riinserisci la tessera, prevela 50, torna dallo strozzino). Guardi: vada in Centrale e faccia reclamo, a noi non ci ascoltano, ma magari lei che è arrabbiato per la multa sì. Ok, grazie, fan c***.

Corsa in office, in ritardo, non riuscire beccarsi col capo (bloccato in riunione) con cui si doveva andare da un cliente, andare dal cliente (importante) da solo. Non trovare il posto (certo, se ti suono 3 volte e 3 volte mi apri il cancello e non mi rispondi su dove diavolo sei, io mica ti trovo, visto che non hai neanche una targhetta visibile, no?

Tornare a porta Genova, beccare al volo il Byb in copisteria, sentire al volo una persona che stimo veramente tanto e organizzare una chiaccherata di lavoro. Divagazioni di qui, di là, di su e di giù. Ottima compagnia, il tempo che passa. Accorgersi alle 19 di non avere fatto né colazione né pranzo. Scroccare così una pasta + nonmiricordocosa buonissima, al prezzo di una mazzetta di prezzemolo all’Esselunga lì vicino.

Continuare a parlare, parlare, parlare e parlare. Scroccare un passaggio verso Certosa, recuperare la macchina e mettere piede in casa alle 23.

Rispondere alle mail, accorgersi che, ehi, sabato c’è il concerto della GaGa!!!111!!!1!1! , controllare il conto, vedere che è arrivato un mezzo pagamento di una fattura, finire a spendere la stessa identica cifra (no, di più!) in soluzioni di backup, hd esterni e chiavette usb (che servono sempre).

Rendersi conto che è finito il mese e che serve la ricarica della 3 e quindi spendere altri 10€ di ricarica (dopo averne spesi altri 20 nel giro dell’ultima settimana). Tranne poi pensare che c’è ancora un iPad 3g 32gb da pagare e che forse ha senso tenere traccia dei lavori fatti e che devono essere pagati, no?

E poi, arriva natale e ci sono i regali da fare. Beeeneeee…

Shopping mancato

È che sei in uni, stai lavorando allegramente in gruppo, apri la mail e ti trovi l’invito alla vendita online Bikkembergs su BuyVIP.

Apri il link e vedi tutti i modelli White Label, quelli belli, della serie classica, in tutti i colori al 50% o più di sconto.

E ti viene voglia di prendere e comprare l’ennesimo paio di scarpe. Però questo ce l’ho, questo pure, anche questo e quest’altro. E finiresti a prendere un doppione, ma in una combinazione di colori leggermente diversa. E poi, cavolo solo 75€ (più 10€ di spese di spedizione e un mese di attesa) al posto di 170€ in negozio, per delle scarpe che alla fine sono ancora lì belle, integre e comode.

Però boh, alla fine ho lasciato perdere.

E so che me ne pentirò.

Tipo tra un paio di mesi, quando mi accorgerò che necessito nuove scarpe e andrò in via Manzoni a comprarmi l’ennesimo paio di Bikkembergs a 170€, con sacchetto nero incluso.

Delusioni da shopping

E alla fine siamo usciti.

Un giro al nuovo (beh, ormai mica tanto) svavillante centro commerciale vicino casa.

Un primo giretto da H&M, diretti al (minuscolo) reparto uomo, giusto per scoprire che a) orrore, H&M ha una nuova sottomarca che cose a bassimo prezzo ma con materiali tremendi b) sono troppo grasso per entrare in un pantalone taglia 34 slim c) ci sono molte cose figose, ma rientrano nella categoria del vorrei ma non posso perché: mi fanno sembrare un palo vestito, non ho nulla da abbinarci, non ho mai messo cose del genere, d) mi intistrisce l’idea di dover comprare capi fall/winter quando non mi sono neanche gotuto l’estate.

Poi un giro da Carpisa, giusto per scoprire che il mio portamonete non è ancora arrivato (o mai arriverà).

Poi uno, lunghissimo, da Saturn. Con la voglia di comprarmi il pack Plastation3 + Little Big Planet + PSP a 399€, quando in realtà a Settembre uscirà la nuova PS3 Slim, più piccola e con HD più grosso, allo stesso prezzo, ma avrei ho comunque tempo di giocarci, né ho un televisore HD per sfruttarla al massimo delle sue capacità. E vabbè, poi abbiamo (ho?) sbavato un po’ davanti al TV Samsung Serie 7 a tecnologia LED. Lo necessito per il mio (nostro?) salotto. E abbiamo perso tempo alla ricerca della chiavetta USB perfetta (e siamo finiti su una SONY 8GB con sistema di chiusura a molla. Figossima).

Poi giretto da Games Stop per vedere se c’era qualcosa di interessante.

Poi al TreEsse Sport, attirati da magliette Tokidoki in vetrina, ma ovviamente avevano la nuova collezione da donna e delle bellissime shopping bag Tokidoki+Onitzuka Tiger, ma di modelli maschili neanche l’ombra, a parte un paio di magliettine che no, non mi piacevano per nulla.

E poi un salto all’Iper alla ricerca di un paio di cose per la cena di questa sera. E abbiamo usato con soddisfazione le casse Self&Via, dopo la tragica esperienza di ieri ad un altro Iper (ma lascio al Byb l’onere di parlare delle pessima avventura).

E alla via di corsa a casa.

E la mia mastercard pretende di essere strisciata un po’.

Uff.

[Pootooo, quando vieni a Milano e mi dai una mano a rinnovare tutto il guardaroba!?]

Aggregatevi anche voi all’ACCAF, e combattiamo la menzogna!

E’ per questo che oggi fondo la “ACCAF”, “Associazione Contro la Commessa Assolutamente Falsa”.

Mettiamo che hai visto una maglia. Ti colpisce, ti piace, chiedi di provarla.
Entri nel camerino, un cubicolo impolverato, e ti ci vuole mezzo secondo per capire che non ti sta bene, che sembri l’incrocio tra un paguro e una pentola a pressione.
Improvvisamente arriva Lei, la Commessa, che con una voce di tre ottave sopra al normale ti chiede: “Come andiaaamooo?“.
… ma come vuoi che vado?“, pensi. Il panico. Solo la tenda ti divide dalla vergogna.
Esci, lei ti osserva.
Tu SAI che in quel attimo si sta inventando qualcosa, e infatti esclamerà un: “Oh, come ti dona il colore verde Alga dei fanghi Guam!“, oppure “Guarda, ma lo sai che quest’anno va tantissimo lo stile ‘Balena spiaggiata sulla sabbia della riviera romagnola?’“.

Sì, aderiamo tutti l’ACCAF. Ora e subito.

Via Sybelle

It has been a long, long day for a shopaholic like me

Mattina decisamente intensa, in quel di milano.

Cuctus Pups rosso di Tokidoki:

Cactus Pups rosso by Tokidoki

7,20€, in contanti


Camicia viola di Zara:

Camicia viola di Zara

24,90€, con Mastercard


Cintura 100% cuoio di Zara:

Cintura di Zara

24, 90, con Mastercard


Polo a righe di Zara:

Polo di Zara

24,90€, con Mastercard


Cravatta di Nara Camicie:

Cravatta di Nara Camicie

19€, con Mastercard


Cravatta a righe bianche e viola, da Andriew’s Tie:

Cravatta di Andrew's Tie

23€, con Mastercard


Orologio Crystal Clear Digital by Starck di Fossil:

130€, con Mastercard


Pranzo per due da McDonald:

12,60€, col bancomat


Due SIM Tutto 3:

Due sim Tutto 3

20€, con Mastercard


Pila sostitutiva per il vecchio orologio Fossil:

Pila sostitutiva vecchio Fossil

7€, con Mastercard.
Errore nella transazione, pagamento rifiutato.

7€, con il bancomat.


Felicità quanto basta e ottima compagnia:

non ha prezzo.

Ci sono cose che non possono comprare.

Per tutto il resto, c’è Mastercard.

Ci vuole sempre un po’ di bianco e alluminio

Ieri, giornata di shopping.

Si prevedeva una giornata intensissima, accompagnata dallo strisciare continuo della carta e invece… il nulla!

In dolce compagnia e raggiunto prima dal buon Halfblood + ragazzo e poi dal Gatto, si sono fatti un po’ di giretti in centro. I soliti H&M, Alcott, Zara. A no, aspetta, Zara no. Comunque, la delusione. Perché di quello che piaceva (ovviamente pochissima roba) non c’era mai la mia taglia. Oppure costava troppo (spendere 70€ per una felpa da Alcoot mi sembra oggettivamente troppo).  E soprattutto, quello che mi piaceva non era quello che più mi serviva. Non chiedevo molto: un paio di felpe, possibilmente leggere, con cappuccio e/o zip, una camicia. E sono tornato a casa con una maglietta, a maniche corte, di cui forse potevo fare anche a meno, visto che mi sta arrivando un’altra maglietta di Tokidoki.

Umpf!

Poi, vabbè. Si voleva pranzare da Pastarito, ma ecco, dire che ci hanno praticamente ignorato è dire poco. Il ristorante era comunque pieno e anche Holga da Bietoloussia non ci ha riconosciuto e salutato. Così, diretti al Mc in galleria. Streeees anche lì!

E dopo.. vabbè. Un giro da Camicissima, la prova della taglia, l’indecisione su quale prendere e alla fine la sorpresa: si possono comprare unicamente a gruppi di 4 a 99€. Ora. Già sono un indeciso. E capisco che il pack da 4 può essere scontato. Ma che so, darmi la possibilità di comprarne una a 30-35€ è troppo? Ci credo che poi è più diffuso Naracamicie [considerazione rubata al Byb. Ma tanto lui mi ruba i post, quindi siamo pari]!

Poi un veloce giretto alla Mondadori. Vedere un po’ di bianco/alluminio con Mele smozzicate sopra poteva risolleva sempre il morale, no?