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L’inizio della settimana

Ok, per me è già  finito il primo giorno lavorativo della settimana. Così, fortunatamente, domani non avrò la crisi del lunedì, come succede alla maggior parte di voi. E, ancora più fortunatamente, di solito la domenica è un giorno tranquillo, quindi non è neanche troppo doloroso tornare in quell’ufficio.

Beh, questo di solito. Non oggi. Non oggi, tra persone in ferie, colleghi malati e uno “speciale estate” da preparare assolutamente il prima possibile, per non ritrovarci all’ultimo momento a strapparci i capelli.

Risultato? Io ho seguito lo speciale estate. E non ho avuto un secondo libero. È già  tanto se sono riuscito ad alzarmi dalla sedia. Finchè, verso le 22.30 la mia collega/responsabile annuncia “Ciao io vado, ho controllato tutto, c’è solo da finire le prime”. Quella collega/responsabile che non più di una settimana mi ha addossato la colpa di un errore dinanzi al grande capo.

E quindi? Niente. Io ho continuato con il mio speciale (e il più, fortunatamente, è fatto), lo stagista ha finito le prime, le abbiamo inviate e mentre attendevamo la conferma da parte della tipografia (a cui avevano comunicato un numero di pagine errato) abbiamo finito un’altra pagina dello speciale. Così siamo usciti da lavoro alle 23.30, assieme ai giornalisti (è un fatto rarissimo, visto che loro iniziano prima di noi grafici e finiscono – ovviamente – prima).

Lei, bella bella, su una poltrona del Bicocca Village a godersi Batman. Io, stanco, in macchina mentre affrontavo l’autostrada con occhi un po’ troppo pesanti.

No comment.

Il buongiorno si vede dal mattino

Ieri sera ho fatto tardi, tardissimo, davanti al mac, come al solito.. E ovviamente oggi avevo sonno, tanto sonno.

Alle 10, arrivano in camera mia, mi alzano le tapparelle con quella maledetta luce solare che mi batte diretta sugli occhi e mi tirano indietro le coperte, giusto per svegliarmi.

Dopo un po’ mi alzo, con gli occhi completamente chiusi, tiro di nuovo giù le tapparelle e mi rimetto a dormire.

Ma per loro no, dovevo alzarmi. E iniziano a stressarmi, che è tardi, che ho dormito abbastanza, che settimana prossima parto e non ho ancora preparato nulla. Ovviamente, loro sono arrabbiati. E sono talmente addormentato che capisco solo qualche parola ogni tanto in un bla bla bla continuo e fastidiosissimo.

Così, si va avanti per due ore a suon di tiro su/tiro giù le tapparelle, di coperte tolte e di urla varie. Finchè, alla fine decido di alzarmi, verso mezzogiorno.

Probabilmente uno zombie ambulante avrebbe avuto una cera migliore della mia.

E quindi, la beffa: “ah, ma avevi veramente sonno?”

No, figurati, stavo solo giocando a far finta di dormire, che è così divertente sentirvi urlare!!!!!

Lavoretti in corso

Ho trovato* questo post che spiega i cambiamenti da apportare al CSS del blog per renderlo compatibile con le didascalie (captions) introdotte con la versione 2.6 di WordPress e per far tornare funzionante il posizionamento delle immagini.

E sono in ogni caso importanti cambiamenti da apportare, considerando che (se ho capito bene) il vecchio metodo verrà  abbandonato.

Così ho messo (finalmente) mano ai CSS, anche perchè mi ero accorto di un errore nella visualizzazione delle liste ordinate (o almeno, così era su Safari, non so se su Firefox si vedevano bene).

Risolto velocemente il problema delle liste, ma inserendo il nuovo codice per l’allineamento delle immagini, i tanto sofferti cubotti scappano via dalla loro posizione e si mettono nel bel mezzo della pagina. ARGH!

Urgono investigazioni [o anche una mano da parte di qualcuno più esperto di me, perchè ho come l’impressione che il mio file CSS sia inutilmente contorto, pesante e ridondante in alcune parti].

 

* ok, lo ammetto, non l’ho trovato. L’aveva segnalato xlthlx tra gli i suoi shared items di Google Reader (funzione disponibile, se ne siete interessati, solo con l’interfaccia in lingua Inglese USA).

Sensazioni

A me questa frase fa un po’ pensare a Ghost in the Shell

If the details given to me in this e-mail are accurate, it would appear that this case is not nearly what it seemed originally. Perhaps it comes with the pressure and responsibility of the job, or the belief that the network they’ve built is simply too complex for mere mortals to comprehend, but it’s not uncommon for highly skilled network administrators to become overprotective of their networks, or for networks of significant size to become an extension of the person who built them.

Why San Francisco’ network admin went rouge

Successo

Domanda interessante.

Cos’è, per me, il successo?

Non lo so. Non riesco a dare una definizione al successo. Ho solo pensieri sparsi, qua e là .

Successo è realizzare i propri sogni sogni. Allora vuol dire avere una persona che amo (e che c’è già ), poterci vivere assieme in una bella casa, avere un lavoro che mi piace e mi permette di arrivare a fine mese permettendomi qualche sfizio o piccola pazzia. Banale? Forse. 

Successo è sentirmi realizzato. Ovvero diventare bravo nel mio campo, crescere, imparare, diventare maturo, professionalmente parlando. Riuscire a curare adeguatamente il cliente, capire le sue esigenze e soddisfarle. Avere tempo per migliorarmi, confrontandomi con chi ne sa più di me. Sfidarmi, sempre e comunque.

Successo è riuscire a mettere ordine nella mia vita, raddrizzare i pessimi rapporti con i miei, rimanere vicino alle persone a cui tengo.

Successo è sentire di non stare buttando via il mio tempo dietro ad una chimera inesistente, è sentire che, passo dopo passo, forse ce la sto facendo.

Tutela della privacy

  1. impostare la password all’iPhone
  2. mai prendere appunti su post-it, foglietti volanti, foglietti, scontrini
  3. disattivare il login automatico del MacBookPro
  4. non comprare una Moleskine su cui prendere appunti e scrivere tutto quello che ho in mente
  5. comprare un tritacarte per distruggere ogni documento sensibile, comunicazioni della banca incluse
  6. riempire i cassetti della camera di biglietti “ops, mi spiace, quello che stavi cercando non c’è. Ritenta e sarai più fortunata” (xlthlx©)
  7. [cambiare domicilio, il prima possibile, per sempre.]