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6-20

Ok.

Qui si ammette di essere in ferie.

Un modo per rilassarsi e tentare di ricaricare le batterie prima di riprendere col rush finale di conclusione della tesi.

Si starà a casa per un po’, si farà un viaggetto a Roma a trovare una cara amica. Niente dolce far niente su una spiaggia tropicale servito e riverito, ma arriveranno tempi migliori. Oh, sì.

Sogni di oggi, traguardi di domani

La domenica è sempre così: anziché fare una delle n-mila cose che devi fare, ti ritrovi a perderti tra pensieri e sogni.

Pensi a quando finalmente potrai considerare concluso il capitolo universitario in quel di Bovisa, pensi alle cose da fare vedere dire in quei meritati 10 giorni giorni di riposo in quel di Londra in ottima compagnia, pensi a quel progetto di vita a medio-infinito termine che coincide col convincere una banca a darti un mutuo per la nostra casa.

E il problema è che sogni oggi e vorresti che fosse già luglio, agosto o quella data fatidica che sembra tendere all’infinito. Ti immagini i dettagli del tuo book, l’ansia per il file della presentazione che chissà se si aprirà senza problemi, a chi potresti trovare in commissione; ti immagini annotare su quella Moleskine City Book dettagli, percorsi, cose viste, ti immagini rispolverare la reflex e la gioia, l’allegria, le risate; ti immagini soluzioni d’arredo, le feste in giardino con amici e colleghi, le sere d’inverno sul divano condividendo la coperta guardando tv o obbligandolo a giocare a qualcosa.

Il fatto è che sogni oggi il tuo domani, ma inizi subito a perderti in situazioni, problemi e difficoltà che sicuramente salteranno fuori e renderanno tutto più complicato, quasi impossibile. E ci rimani male.

Triangolando per l’Italia

Che poi in questa epoca di social network in cui tutto è istant, va a finire che ci si dimentica del proprio blog e di scrivere qualcosa.

E così, dopo circa 10 giorni sono ritornato a casa, dopo una vacanza troppo breve per i miei gusti.

Prima tappa in quel di Torre del Lago dove un amico ci ha ospitati nella sua meravigliosa Laverda Ascot 480cs.

Alla fine, prima vera esperienza in campeggio. E devo dire che mi ci potrei abituare, soprattutto se vissuto così: la calma, la tranquillità, il prendersi i propri tempi.

Mare, di quelli belli, in una spiaggia non attrezzata. Sole, abbronzatura controllata, tramonti meravigliosi.

Serate disco, una sera sì e una no. Un po’ una delusione, pensando a chissà cosa. E invece erano “solo” famosi locali che d’estate rivolgono le casse alla strada e la gente balla lì.

Complimenti a chi gestiva i videomix del MamaMia, ma il dj allo Stupid!A era sempre ridicolo. Se non sai mixare le canzoni, bello mio, cambia mestiere. E lasciamo poi perdere la selezione musicale. Sempre sempre sempre sempre quelle. E manco quelle belle.

Mi son reso conto di provare veramente fastidio per una certa tipologia di astanti, per il loro modo di fare, di muoversi e di comportarsi. Eppure, non dovrebbe essere così, giusto?

Mi ha fatto impressione invece vedere la folla intera urlare e muoversi a ritmo mentre partiva una delle cosidette “sigle”. Ero abituato alle animazioni da villaggio turistico, ma così è troppo, veramente. In compenso ho scoperto dell’esistenza di Redefinition degli Infernal, che è spettacolare.

E poi, quel senso di ansia, oppressione e soffocamento provato l’ultima sera. Ma eravamo pur sempre in una discoteca all’aperto, no?

Il ritrovarsi con una (web)amica di Milano, passare con lei (+ ragazzo) un paio di pomeriggi in spiaggia di calma e relax. E poi la cena, con un altro famoso internettiano. Di quelle cose che ti fanno bene e piacere, insomma.

E alla fine, una settimana di mare e relax e divertimento è corta, cortissima.

Continuo a provare odio per Trenitalia, il suo sito, sistema di prenotazione, visualizzazione di prezzi e orari, ai frecciargento che fanno 20 minuti di ritardo su 2 ore di viaggio, ai treni carrobestiame, a come non riescano MAI a spiegare agli stranieri come funzionano gli InterRail, ai posti prenotati e ovviamente occupati.

Poi si arriva a Padova, ci si ricorda dell’ottima ospitalità e di quanto è piacevole passare il tempo con certi amici.

La trasferta a Treviso di domenica, la tortura del dover preparare quella macedonia (Simone, ricordatelo: mai più, mai più), altri amici, altri ricordi. Un pranzo, le chiacchere, la solita pesca, la cena, la stanchezza.

E il ritorno nella triste milano, la corsa per la coincidenza, l’esser chiuso fuori di casa perché qualcuno è partito (peccato per la litigata per lasciare a casa le chiavi che, insomma, se me le rubano poi ci entrano in casa) e il rimediar piacevolmente a casa di qualcun altro.

Una giornata strana, di quelle che vorrei si ripetessero presto e possano diventare routine di vita futura.

Bellaroba

Oggi, giornata di grosse litigate in famiglia.

Come ogni domenica, che non è mai possibile che si possa stare tranquilli.

Motivi del contendere il fatto che sia sempre fuori casa. Un sempre che – ad esempio – nell’ultima settimana ha corrisposto a 3 eventi: lunedì sera, cena da un’amica a Milano. Venerdì sera, cena a casa di una carissima amica a Legnano. Sabato sera, mezzo pomeriggio fuori e un’altra cena (questa volta di compleanno).

In pratica, è troppo. 3 sere fuori su 7, in estate, quando non ci sono lezioni, e sto comunque lavorando su alcuni progetti.

Ma è veramente troppo?

Poi, non si sa come, si passati al fatto che loro, in realtà, sono solo preoccupati. E che no, le storie che fanno quando io voglio uscire, non è perché non vogliono che io esca, è che si preoccupano. Al solito, a me non sembra, ma a quanto pare sono io il problema che non capisce mai niente. Tento di ribattere dicendo che qualche volta mi farebbe piacere sentire anche solo un ok, ciao, stai attento e divertiti. Sono scoppiati a ridere. Che queste cose succedono solo nei film. E quelli che ti trattano così, alla spalla ti pugnalano. Eh? Ma siete completamente impazziti?

Poi sono passati beffardi alle vacanze, attaccando con un ma quest’anno viaggi pazzi non fai? Già, i miei viaggi pazzi. Quali? Quei 10 giorni in Grecia tra Atene e Syros due anni fa? Il w-end sfigato a Stoccolma in cui mi sono ammalato (ancora li sento ripetere se non fossi partito, non ti saresti ammalato)? La settimana a Madrid a trovare una compagna di università? Non so, forse abbiamo metri di giudizio diversi, ma quelli non mi sembravano viaggi pazzi.

In ogni caso, avevo risposto che ci stavamo ancora pensando e dovevamo controllare treni e alberghi, ma quasi sicuramente facciamo 4-5 giorni questa settimana, probabilmente a Zurigo.

Tutto questo verso mezzogiorno.

Poco fa passa Padre in camera, vede che stavo trafficando con i vari siti di booking, chiede se avevo deciso. Rispondo di sì, che stavo prenotando. Dillo alla mamma, mi raccomando. Ma scusa, non ne avevamo parlato meno di 4 ore fa?

Vado su, è in balcone che legge.

– La vacanza è confermata.
– Ah sì?
– Sì, a Zurigo.
– A Zurigo? Ma sei matto?
– Perché? È vicina, si sta freschi, non ci sono problemi di prenotazione e non costa poi tanto.
– E quando?
– Ho il treno da Centrale domani alle 9.
– E con chi?
– Io e B.
– Bellaroba.

Sandra portami al mare

Non so perché, eppure tornando verso casa dopo una bella festa di compleanno, con la musica di sottofondo e un B. addormentato sul sedile di fianco, mi sei venuta in mente tu.

E mi sei venuta in mente pensando che 4 anni sono passati in fretta.

Quattro anni fa eravamo entrambi soli. Per un motivo o per un altro ci eravamo allontanati dai rispettivi gruppi di amici e ci siamo ritrovati. E si stava bene insieme. Io ero sparito, avevo cambiato scuola, non avevo finito il Liceo dove l’avevo iniziato. Poi ero diventato contro voglia uno studente di economia. Tu invece eri alle prese con l’anatomia.

Pensandoci, quattro anni fa, in questo periodo, ero sempre a casa tua. Per tanti motivi, ma anche vedere tutte le partite dell’Italia. Non che il calcio mi abbia mai appassionato, eppure per la Nazionale un’eccezione si può sempre fare.

E poi è bello e divertente vedere le partite con gli amici. E mangiare qualcuno dei tuoi tiramisù.

E mi ricordo anche quella serata, quella della vittoria. La felicità e la gioia. E poi in macchina, via verso Milano, ad intasare il centro. Fare strade alternative, trovare parcheggio e sentire gli amici della Cattolica.

Già, conoscevi alcuni miei cari amici dell’università. E sempre quell’anno, se non sbaglio poi siamo andati in vacanza proprio con uno di loro, A. Era assurdo come con A. mi trovassi così a mio agio, riuscendo a parlare di cose di cui non avevo parlato a nessun altro, neanche a te.

È stata una vacanza strana. Mi ricordo del mare, del sole del primo mattino, con la spiaggia ancora vuota, del condizionatore puntato sul mio lettino e dei pinguini che giravano per la camera quando tu regolavi il termostato.

Ma mi ricordo anche delle tante persone conosciute, degli scambi di cell e di email e delle amicizie richieste su facebook. Scoprire che il mondo è minuscolo e conoscere in Tunisia una piccola genietta laureanda in Cattolica, in Economia.

È stata una vacanza strana, perché alla fine è stata una delle prime volte in cui mi sentivo libero e tranquillo. Lontano da casa, con la sicurezza data dalla vicinanza di A. e solo un’ostacolo da superare: riuscire a parlarne con te. E gli scazzi e i sotterfugi e gli stratagemmi per capire se avevi capito, perché per me, da zero, era veramente difficile parlarne, con te, che ti conoscevo da una vita (beh, vita no, ma 6-7 anni sì).

E non so com’è successo, dev’esserci stato lo zampino di qualcuno. E forse anche qualche mio scazzo, visto che l’idea di essere il gossip del momento del gruppone che si era formato, mi dava veramente fastidio.

Ma poi niente, alla fine è basta parlarsi e tutto è andato a posto. Ed è arriva la fine della vacanza, di quella vacanza e ho lasciato per la seconda volta quel villaggio vacanze con un magone tremendo.

Poi è successo che tu, imperterrita, in quel villaggio sei tornata pure l’anno successivo. E lì hai conosciuto due ragazzi, uno dei quali ora è il tuo ex, l’altro invece continua a girarti attorno, ma alla fine non so bene cosa sia successo.

Il tuo ex ora è mio amico, uno di quelli a cui tengo di più. E trovo assurdo come riesca ad organizzare di vedersi più facilmente con lui che non con te, da quando avete rotto. Ma in fondo, è da quando l’ho conosciuto che è sempre stato così.

Ed è da quando avete rotto che in qualche modo ci siamo allontanati. Forse perché io non sono più solo e pure da un bel po’. E tu, boh, non so, non ho mai capito e non mi hai mai detto nulla, neanche quando riusciamo a beccarci in chat. Mi sembra però che tu sia riuscita a farti un giro tra amici e conoscenti, riuscendo a superare quel guscio di timidezza che ti ha sempre contraddistinto. E alla fine, diciamocelo, ad entrambi piace un po’ essere inseguiti e rincorsi e se aspettiamo che uno dei due organizzi per vedersi, stiamo freschi.

Però boh. Questi pensieri sono strani, dopo una festa di compleanno.

Ma forse neanche tanto, perché era la festa di compleanno della ragazza del tuo ex.

O forse perché ci ha pensato il casuale dell’iPod a tirar fuori Sandra, usata come sigla dall’animazione per quella vacanza.

[Flickr moment] Ricordi e particolari

Ricordi e particolari [su Flickr!]

Ricordi e particolari - su Flickr!
Ricordi, di un’estate che è ormai passata.
Ricordi, di un 888.
Ricordi, di quel mare limpido.
Ricordi, di quel cielo così azzurro.
Ricordi, dei viaggi su quella Mini, in buona compagnia, la sera, di giorno, quando non era il caso di prendere il Motoronzo.

Pensando a quanto un piccolo particolare, possa raccontare così tanto di due magnifiche persone.

Grecia #4: Appunti senza senso di una giornata tra Syntagma e museo archeologico

 

3 agosto 08

10.40

Ieri, giornata stancante e massacrante.

Oggi dovrebbe essere tutto meno faticoso. Siamo in metro, in attesa del treno che ci porterà al parlamento per assistere alla cerimonia del cambio delle guardie.

Ecco, arriva, a dopo.

12.00

Visto cambio della guardia.

Un plotone di giovani soldati nella divisa storia dell’esercito bianca, gonnellino, pon-pon sulle scarpe, cappellino rosso con lunga coda.

Tornati in metro per osservare i resti che hanno trovato al momento dello scavo.

Athenswifi funziona. W l’iPhone.

 

Continuità temporale, su Flickr
Continuità temporale
Soluzione dangolo
Soluzione d'angolo
Monumento al Milite Ignoto
Monumento al Milite Ignoto
E il neoclassico fa capolino
E il neoclassico fa capolino
Simmetrie spezzate
Simmetrie spezzate
Dimensioni [sfuocate]
Dimensioni (sfuocate)
Atena
Atena
Under my Umbrella
Under my Umbrella