Tutti gli articoli di Lore!

Banalità  web 2.0

Ringrazio che San Google che ha portato a questo blog colui che ha cercato web design minimal oltre delle belle pubblicita, perchè – si sa – gli accenti non sono necessari, vero?
Saluto anche il (forse) fan dei Subs che ha visitato le mie pagine partendo da fanti pedine scacchiere di morte (Avete presente il testo di Piombo, vero?).
Mentre non capisco proprio il collegamento di questo blog con un pranzo inglese (inteso come lunch) al Rockfeller Center (sì, lo so, si scrive Rockefeller. Ma come faccio a raggiungere il googlista anonimo e spiegarglielo?) e con uno spizzico magenta.
Boh!
Cmq, ecco. Ora posso dirmi un blogger a tutti gli effetti. Già  già .

Autoconsiderazioni

Ed eccomi qui come al solito davanti al computer, ad un’ora piuttosto tarda, a scrivere qualcosa. Con Madonna in sottofondo e un’occhio all’altra finestra, col Twitterworld che parla. E, dicevo, son qui a scrivere qualcosa.
Cosa non lo so, anche perchè mi rendo conto che non so scrivere. Non riesco ad essere così profondo come vorrei essere. Non riesco ad essere come altri. Che mi fanno provare grandi sensazioni quando leggo i loro post, sia che li conosca realmente che solo tramite questo mondo in versione 2.0.
Eppure son qui, tra questi byte, col mio blog. Che ultimamente sta diventando un po’ troppo noioso e che non aggiorno più molto spesso.
Forse perchè non so più di cosa parlare.
Forse perchè non riesco a parlare più di me.
Forse perchè non c’è nulla di cui parlare.
Ho deciso di non affidare al finto anonimato del web certe questioni importanti. Perchè è meglio parlarne di persona con il/la diretta interessato/a.
Visto che è l’unico modo per risolvere i problemi.
Sto tentando di essere meno polemico. E questo porta via molta materia prima al mio blog.

E le cose, alla fine, vanno bene. Con la family, a lavoro, con Love.

Certo, tra poco si avvicinerà  il momento della scelta che incombe: decidere cosa fare a settembre.
Continuare a lavorare, studiare/lavorare o studiare e basta.
Perchè il lavoro, anche se non è esattamente quello che vorrei, mi piace ed è tutto sommato dignitoso, anche a livello economico.
Perchè di riprendere a studiare, ho paura. Di dovermi scontrare con lo spettro delle mie capacità . Il dover dimostrare di essere bravo in quello che voglio studiare. Perchè, prima, era facile. Mal che andava, potevo dire che non era quello che mi piaceva e mi pesava. E ritorna lo spettro dei ponti sotto cui vivere e il dare ragione a qualcuno.
Perchè abbandonare un lavoro bello e dignitoso, in questo periodo di presunta crisi e pessimismo non mi rende affatto sicuro e tranquillo. Se e quando avrò finito gli studi riuscirò a trovare lavoro? O a 30 anni farò ancora parte del precariato perenne?
E perchè devo scegliere. Arte&Messaggio. O Polimi con Design della Comunicazione. Da una parte una scuola che mi attira tantissimo, di soli due anni, che volendo si potrebbe coniugare con il lavoro, se riuscissi a trovare un monolocale/stanzino a Milano. Dall’altra parte la favoletta del pezzo di carta di una Laurea. Ma l’idea di dover affrontare, di nuovo, l’incubo università . Con lezioni, prove, esami.
Il tutto in attesa che a lavoro mi dicano qualcosa. Perchè non solo c’è il lavoro, ma c’è pure il rischio che mi propongano un contratto a tempo indeterminato.

Con la family, le cose vanno bene.
Sarò io quello più tranquillo e sereno. O forse sono gli orari che mi fanno vedere e comunicare con la family il minimo indispensabile. E così le cose vanno bene.
Però c’è un passo importante da fare.
Una cosa importante da comunicare.
E come tutte le cose importanti, è diffile.
Ma conoscendoli, ho bisogno di una mia ancora di salvezza.
E per questo ho sempre voluto essere indipendente il prima possibile. Proprio perchè ho paura di conoscerli.
E il lavoro e la forse quasi assunzione sono un passo molto importante verso l’essere indipendente.
Giusto per aumentare i miei mille dubbi.

E poi c’è Love.
O forse Love è prima di tutto.
Ma provo invidia nei suoi confronti.
Perchè ha potuto fare quel che ha voluto.
Per l’importanza che ha la sua famiglia.
Per i recenti sviluppi con la sua Mam.
Anche se c’è un minimo di paura latente.
Perchè sogno ad occhi aperto un lungo futuro per il nostro amore.
E paura che questa sostanziale differenza tra le nostre situazioni possa diventare, nel lungo periodo, un peso, un ostacolo.
Ma ho anche paura di affrontare la cosa.
E dover così scoprire se l’ancora di salvezza era veramente necessaria oppure no.

Frozen. A milano.

I ragazzi di FrozenMI ce l’hanno fatta. Un bel flash mob oggi in piazzale Cadorna a Milano, alle 18:30, durato 3 minuti. Complimenti a loro. E peccato non esserci stato. Piazzale Cadorna, che ho visto così tante volte. Sempre di corsa, in mezzo a pendolari sempre di corsa. Un luogo (e un orario) mica male per organizzare un freeze di gruppo, no?

Certo, a Gran Central Station a New York han fatto di meglio. Senza il trombettista. E come se nulla fosse i “congelati” hanno continuato a fare quello che hanno fatto, guadagnandosi gli applausi del pubblico (e non di se stessi). Ma bravi comunque!

Vita da cartoon

L’altro giorno è stata una giornata all’insegna dello shopping, in dolce compagnia.
Dopo aver bellamente evitato di buttare via inutilmente soldi da Celio (che brutte, brutte cose!), dopo un’ora passata ad ammirare il plastico del progetto City Life alla sede di City Life in piazza Cordusio, sotto l’occhio vigile di una bella (e inutile) ragazza che non faceva altro che navigare su internet e fare bella presenza al banco reception, unico arredo della seda, dopo una mangiata da spizzico e una corsa alla Fnac sotto la pioggia per comprare Mario Kart Wii, uscito proprio venerdì, guadagnando persino l’Abre Magique ufficiale Nintendo (:S), dopo che mi hanno (intelligemente) trattenuto dal comprare il pupazzetto peluchioso di Boo, dopo aver scoperto l’esistenza del monomarca di Eastpack, siamo arrivati al Negozio.
Sì, Quel Negozio. Tokidoki.
E l’ho comprata.
Una t-shirt, a manica corta, anche se io la cercavo a manica lunga. Ma per Tokidoki, questo ed altro. Perchè andare in giro con Adios che fa surf sul petto ti rende un’altra persona. E perchè io sono coerente con ciò che dico: volevo spendere poco. Sìsì. E perchè il mio povero Cactus Pups Tristino si sentiva un po’ solo. Così, ho speso un po’ di più. E ora, ha anche Bastardino con cui giocare e a cui (tentare di) rubare l’osso.
Comunque, lo prometto. Per un po’ non comprerò più nulla. Ma il prossimo mese voglio un’altra magliettina. Voglio la tigre dai denti a sciabola col dentone spezzato. Sì, ok, potrei diventare un cartoon ambulante. Ma tanto c’è già  chi mi dice che sono la caricatura di me stesso. Uff.
Bastardino di L0r3, su Flickr