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6 anni (su 15)

Ad un certo punto, mi sono accorto di avere ancora al polso il braccialetto che mi aveva regalato lei 6 anni fa. Un braccialetto semplice, ma particolare, di quelli che ti leghi al polso la prima volta e poi te ne dimentichi fino a non toglierlo mai.

Arrivato a casa, dopo la telefonata e dopo frasi che non avrei voluto sentire, l’ho slacciato. Ho cercato la sua scatola originale e l’ho riposto in un cassetto, lontano dall’occhio ma comunque vicino e al sicuro, come un ricordo che fa male, ma a cui si vuole comunque rimanere aggrappati.

Succede che

Succede che si lavora, si lavora come non mai.

Succede che si diventa grandi e si decide di aprire una partita iva.

Succede che si porta avanti l’università, anche se con un po’ di fatica e delusione.

Succede che si seguono diversi progetti web, con clienti diversi.

Succede che si entra ufficialmente in una società per dare una mano su molti fronti, anche sulla gestione di diverse immagini coordinate.

Succede che si ottengono i primi appuntamenti con clienti da seguire per la società: una stilista ed un fotografo.

Succede che si ricevono inviti per una serata della moda uomo milanese, che in realtà è l’occasione per vedere con i propri occhi il risultato di un lavoro lunghissimo.

Succede che si ricevono proposte di collaborazione da amici onesti, fidati e competenti.

Succede che si è stanchi.

Ma soddisfatti.

E soprattutto felici.

Alti e bassi

Succede che dopo una giornata del genere dovrei essere solo felice.

Succede che dopo una giornata del genere dovrei arrivare a casa e andare a letto.

E invece succede che finisco davanti al Mac a sistemare alcune cose di lavoro. E l’occhio cade su facebook e sulle innumerevoli foto pubblicate.

E scopro di amici a cui tenevo e tengo tutt’ora con cui però son successi casini e con cui vorrei tenere rapporti, anche se poi non ci si vede più di tanto, che si sono trovati, cenato assieme, scambio di regali. Belle foto, foto di allegria e spensieretezza. E mi manca. Mi manca non averla potuta condividere con loro. Perché forse loro magari sanno che a loro alla fine ci tengo e che vorrei essere coinvolto nelle loro attività, però ormai non so più come fare, quando vederci, come entrare nel gruppo, come non rimanere indietro rispetto al bellissimo rapporto che sono riusciti a costruire tra di loro.

E la cosa mi fa male e mi ferisce, soprattutto in una notte in cui, in realtà, dovrei essere solo felice.

Elogio di FriendFeed: le belle persone, parte 2 (che doveva essere la parte 0)

Il post di prima ha generato parecchio scompiglio là su FF. Siete degli assetati di protagonismo, ecco cosa siete!

Però ora che ci penso, avevo in mente un altro post su un’altra bella pesona che ero finalmente riuscito a conoscere dal vivo settimana scorsa. Volevo parlare del bel posto, delle chiacchere, della compagnia, del vodka lemon carichissimo.

Ormai, però, mi son dimenticato tutte le cose belle e pucci che avevo pensato di scrivere e (temo) che lui possa esserne solo contento. Sono conscio del fatto che ha una reputazione da difendere.

E poi, insomma, non posso mica continuare a far ingelosire così il Byb, che io il marito ideale già ce l’ho, no.

Elogio di FriendFeed: le belle persone

FriendFeed avrà pure i suoi difetti, ma io non posso che ringraziarlo.

È grazie a questo social network che ho avuto modo di conoscere molta nuova gente ed apprezzare particolarmente alcuni di loro.

Uno di questi è una persona che definire affascinante è dir poco: una di quelle persone che potrebbero parlare per ore e tu rimarresti comunque imbambolata. Una di quelle persone che è disponibile, generosa, disponibile, competente ed onesta.

Ed ecco, io, non posso fare altro che ringraziare FriendFeed per l’opportunità.

Spese (cronache di una giornata ordinaria)

Riassumendo la giornata di oggi:

iPad arrivato, nottata passata a giocare/impostare/configurare e poi lavorare su un paio di cose

Arrivare a Certosa, farsi al solito tutta la stazione per arrivare all’unica macchinetta per timbrare e… “solo tessere elettroniche”. Salire sul treno, scendere a Garibaldi, beccarsi un controllore che ti fa la multa (51€ ora oppure può fare ricorso ma se le va male son più di 200€. Ah, ma allora lo fate apposta! Sapete che a Certosa c’è una sola macchinetta e che oggi non timbra? Sì, ma lei non doveva salire senza timbro. E comunque loro lo sanno. E comunque sì, ha ragione, probabilmente lo fanno anche apposta a non aggiustare le timbratrici). Venti euro nel portafogli, la corsa di sopra alla ricerca del bancomat, il pin sbagliato per due volte e il rischio della terza, l’annulla all’ultimo, aspetta 30 secondi, riinserisci la tessera, prevela 50, torna dallo strozzino). Guardi: vada in Centrale e faccia reclamo, a noi non ci ascoltano, ma magari lei che è arrabbiato per la multa sì. Ok, grazie, fan c***.

Corsa in office, in ritardo, non riuscire beccarsi col capo (bloccato in riunione) con cui si doveva andare da un cliente, andare dal cliente (importante) da solo. Non trovare il posto (certo, se ti suono 3 volte e 3 volte mi apri il cancello e non mi rispondi su dove diavolo sei, io mica ti trovo, visto che non hai neanche una targhetta visibile, no?

Tornare a porta Genova, beccare al volo il Byb in copisteria, sentire al volo una persona che stimo veramente tanto e organizzare una chiaccherata di lavoro. Divagazioni di qui, di là, di su e di giù. Ottima compagnia, il tempo che passa. Accorgersi alle 19 di non avere fatto né colazione né pranzo. Scroccare così una pasta + nonmiricordocosa buonissima, al prezzo di una mazzetta di prezzemolo all’Esselunga lì vicino.

Continuare a parlare, parlare, parlare e parlare. Scroccare un passaggio verso Certosa, recuperare la macchina e mettere piede in casa alle 23.

Rispondere alle mail, accorgersi che, ehi, sabato c’è il concerto della GaGa!!!111!!!1!1! , controllare il conto, vedere che è arrivato un mezzo pagamento di una fattura, finire a spendere la stessa identica cifra (no, di più!) in soluzioni di backup, hd esterni e chiavette usb (che servono sempre).

Rendersi conto che è finito il mese e che serve la ricarica della 3 e quindi spendere altri 10€ di ricarica (dopo averne spesi altri 20 nel giro dell’ultima settimana). Tranne poi pensare che c’è ancora un iPad 3g 32gb da pagare e che forse ha senso tenere traccia dei lavori fatti e che devono essere pagati, no?

E poi, arriva natale e ci sono i regali da fare. Beeeneeee…