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Forse sono una persona che va giù pesante, forse troppo.

Mi rendo conto di non avere vie di mezzo. In quello che faccio, in quello che senso.

Forse non va così bene. Forse dovrei imparare a vivere perlomeno a toni di grigio.

Intanto però sento che poco alla volta che cose si stanno aggiustando.

E in tutto questo correre correre correre e non fermarmi mai, mi rendo conto che – tutto sommato – anche se perennemente irrequieto – sono felice.

Elogio di FriendFeed: le belle persone, parte 2 (che doveva essere la parte 0)

Il post di prima ha generato parecchio scompiglio là su FF. Siete degli assetati di protagonismo, ecco cosa siete!

Però ora che ci penso, avevo in mente un altro post su un’altra bella pesona che ero finalmente riuscito a conoscere dal vivo settimana scorsa. Volevo parlare del bel posto, delle chiacchere, della compagnia, del vodka lemon carichissimo.

Ormai, però, mi son dimenticato tutte le cose belle e pucci che avevo pensato di scrivere e (temo) che lui possa esserne solo contento. Sono conscio del fatto che ha una reputazione da difendere.

E poi, insomma, non posso mica continuare a far ingelosire così il Byb, che io il marito ideale già ce l’ho, no.

Elogio di FriendFeed: le belle persone

FriendFeed avrà pure i suoi difetti, ma io non posso che ringraziarlo.

È grazie a questo social network che ho avuto modo di conoscere molta nuova gente ed apprezzare particolarmente alcuni di loro.

Uno di questi è una persona che definire affascinante è dir poco: una di quelle persone che potrebbero parlare per ore e tu rimarresti comunque imbambolata. Una di quelle persone che è disponibile, generosa, disponibile, competente ed onesta.

Ed ecco, io, non posso fare altro che ringraziare FriendFeed per l’opportunità.

Riflessioni notturne su Friendfeed

È che a volte la tentazione di dare una sbirciata a quel che succede nel vecchio account torna.

Alla fine mesi e mesi di apertura contemporanea di 4 tab sul browser, di cui uno era FF, si sentono.

Però non so cosa gli sta succedendo in questo periodo, forse la gente è in vacanza, ha meno lavoro, ha più tempo libero e preferisce dare di matto su un social network anziché al lavoro o nella vita reale. Fatto sta che è qualcosa di impossibile: flame, fake, fake sui flame, flame sui fake.

E la cosa dispiace, perché per quanto è sempre stato un sn molto cazzeggione, si trovato anche bei contenuti. Non solo articoli, link o risorse condivise, ma anche discussioni, commenti e consigli quasi sempre utili.

Ora non mi sembra sia più così. Forse troppa c’è troppa gente iscritta che segue troppa gente, anche chi dovrebbe essere semplicemente bandito dalla faccia della terra. Forse si son formati troppi gruppetti di amici, pronti a difendersi a vicenda e spalleggiarsi. Servirebbe qualcosa di nuovo. Servirebbe un bel down prolungato dei server e la magica cancellazione di qualche migliaio di account. Una sorta di estinzione di massa digitale, no?

Nel frattempo, son ritornato al buon caro Twitter. E ho preso ad usare molto e molto di più Facebook. Ma non mi ci trovo. Troppo rumore fastidioso (tutti quei noiosi e maledetti link, frasi e mi piace la cosa più assurda del mondo). E, sostanzialmente, la mancanza dei contatti giusti.

Di quei contatti che condividevano con me passioni ed interessi. Un esempio su tutti: una qualsiasi discussione su un videogioco su Invader’s Den. O i matti pronti a mettere un like sull’ultima apparizione della GaGa. O quelli pronti delle parole di conforto in una qualsiasi delle mie crisi universitarie/di genitori/per il lavoro.

comunque, lo ammetto, soffro di astinenza

E via da un social

Alla fine, questa mattina ho deciso.

Meglio allontanarsi da FF per un po’. Non so se per qualche giorno o di più. L’account rimane lì, parcheggiato, perché per ora non mi va di eliminarlo. In compenso ho rimosso tutti i collegamenti a Linkedin, Twitter, Tumblr, Last.fm, Vimeo, Google Reader. Il bello è che continua lo stesso ad importare e la cosa non mi piace per niente.

In ogni caso, i motivi sono diversi. Tanti motivi che poco alla volta si sono sommati, fino a raggiungere il mio limite di sopportazione. Per avendo fatto un bel po’ di selezione nei contatti, era tutto un flame, finti tuttologi della domenica, persone che litigano per il nulla, ipocriti, gay che danno dei froci ad altri gay non mantenendo un minimo di dignità neanche per se stessi, finte amicizie, cazzate, maleducazione E io alla fine mi arrabbio per tutte queste cose.

Purtroppo ho un carattere un po’ del cavolo e interiorizzo tutto quello che mi succede e ieri non ha certo aiutato veder andare pericolosamente fuori tema un mio thread che poi è degenerato fino ad arrivare all’insulto tra le parti (e a quel punto l’ho cancellato).

La cosa assurda è che tutto questo forse mi serve anche per sfoltire le amicizie offline. Voglio dire, chi vuole e chi mi conosce dovrebbe già avere tutti i miei recapiti on ed offline per contattarmi. Quante persone, nel giro di queste 14 ore – che per l’internet del tutto e subito coincidono con un’eternità – mi hanno contattato per questa cosa? Non intendo i vari contatti superficiali. Intendo quelli che sento regolarmante via chat, quelli con cui si va agli aperitivi, quelli con sui si organizzano cene, quelli con cui si va al cinema, quelli a cui ho fatto favori o prestato cose, quelli per cui mi preoccupo se leggo che c’è qualcosa che non va e vedo di contattarli, anche in privato.

Beh, dicevo, quanti? Uno.

Ma forse, sono solo io che devo ridimensionare un po’ le aspettative nei confronti degli altri, vero?

Greco. Aperitivo. Lavoro. Paese.

Succede che ieri sera sono andato a cena al greco.

Cena organizzata da me, con un po’ di gentaglia decisamente social.

Ritardi, traffico, stress, ma per fortuna la buona compagnia in macchina non mancava.

Prima della partenza le solite discussioni di casa. Sempre i soliti discorsi. Che di base bla bla bla bla internet è il male e le persone conosciute via internet non esistono o sono tutti dei mostri pericolosi che possono farmi del male. All’obiezione che, ehi, molti li conosco anche da più di un anno ed esistono, sono veri, vivono, respirano, lavorano! Sai, alcuni sono di Design, ci sono dei grafici, ci sono quelli di Mondadori, c’è gestisce le PR Online e chi lavora nel marketing. Ma no, non è mai abbastanza.

Poi, il preavviso che anche oggi sarebbe stata una giornata di lavoro, che sarebbe poi finita con un aperitivo, sempre a Milano, per parlare di un altro progetto, che trovo interessante, per lo meno sotto l’aspetto della sfida e del mettersi in gioco e provare a pensare a qualcosa di diverso.

Ed ovviamente, il preavviso non è servito a nulla. Stessi identici discorsi ed obiezioni di ieri. Ed oggi l’aggravante è che ero uscito pure ieri. Che poi, voglio dire. È estate, ho finito gli esami. Se anche fosse, che problemi ci sarebbero ad uscire 2 sere di fila? Di cui, poi, una era per un possibile nuovo lavoro.

Ma no, niente.

Ma alla si prende, si va. Di nuovo Milano, di nuovo traffico. Parcheggia, prendi il passante, nessuna macchinetta per timbrare, l’incubo del controllore e l’arrivo ad una P.Vittoria che incute tristezza, con quei neon gialli.

Arrivo all’aperitivo. Stiamo parlando da un po’ e squilla il telefono. Indovina chi è? Metto giù una volta. Lascio squillare la seconda. Rispondo la terza. Errore. Questa volta non è lei, ma lui.

Chiede dove sono, rispondo che sono a Milano, urla. Che sono di nuovo a Milano. Le sceneggiate al tavolino del bar davanti ad un futuro datore di lavoro. Odio. Tanto. Rispondo a monosillabi. Ma non sopporto.

Ad un certo punto, anche basta. Che se ti ritrovi a casa da solo e non sai dov’è tua moglie, prenditela con lei che non dice mai quando esce e quando torna, né si preoccupa di tenere il cellulare acceso. Anzi, no, in realtà lei lo tiene spento per principio.

Che se ti ritrovi a casa da solo e non sai dov’è tua moglie, non prendertela con me che sono ad un aperitivo di lavoro. E no, non è un ossimoro. Sai, siamo designer, siamo strani, facciamo queste cose per te assurde.

Che poi, parlandone, mi dicono che forse voi volete cercare lo scontro a tutti i costi, piuttosto che tentare di uscire un po’ dalla vostra mentalità bigotta.

Ma io ormai mi sono rotto. Veramente. E non ho più forza per controbattere. Né la voglia di litigare e stare ancora per l’ennesima volta male per colpa vostra.

Quindi se mai riuscirò a mandarvi a quel paese per la prima volta nella mia vita, ecco, spero capiate che forse ve lo siete un po’ cercati.

Granarolo, Santoro e Dino il Dipendente.

Tutto parte da questo twit di Divemaster, importato su FriendFeed:

Poi inizia la discussione, in cui compare subito un certo Dino, con feed privato, con username “granarolo”, senza foto.

Il resto, leggetevelo.

L’ho trovata interessante, sotto alcuni punti di vista. Ma il dubbio rimane: Dino, il tecnico dipendente, è veramente così affezionato all’azienda per la quale lavora da cercare su google la società, trovare (per caso?) l’import su FF, iscriversi al servizio e commentarlo?