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E alla fine è finita anche questa.

Con una serie crescenti di eventi che no, non poteva essere vero e quasi stavo per gettare la spugna, tra tizi da intervistare che non rispondono, giornate folli a lavoro, sere, notti e mattinate in bianco, battibecchi vari e, infine, uno stampatore che si dimentica di stampare e la follia del trovarmi a far rilegare i book e far ristampare le sovracopertine su lucido alle 8.30 del mattino.

Ma, nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta, pur con l’agitazione che è improvvisamente salita nel momento esatto in cui ho preso in mano il microfono, almeno fino a quando mi sono reso conto che lì, in commissione, una delle mie ex prof continuava ad annuire soddisfatta. E ho pensato: fuck yeah!

E poi, come si addice in quel della Bovisa, proclamazione di massa e via: Dottore in Design della Comunicazione.

Ricordi nella pioggia

Fermo nel traffico, sotto la pioggia che cade da un cielo color tristezza.

L’iPod propone musica a caso da una playlist di anni fa.

My tea’s gone cold I’m wondering why I
Got out of bed at all
The morning rain clouds up my window
And I can’t see at all
And even if I could it’ll all be gray,
But your picture on my wall
It reminds me, that it’s not so bad,
It’s not so bad

Guardo la data sul cruscotto e improvvisamente mi rendo conto che sono quasi due anni.

Vedo il casello e mi ricordo di quando ero passato da lì, seguendo le indicazioni di un incerto navigatore per raggiungerti, parlare degli ultimi dettagli e il pranzo di festeggiamento dell’inizio di una mia nuova vita.

Poi le cose non chiare, i cambi, le incomprensioni ed è finito tutto con una telefonata durata un’eternità  qualche settimana dopo. La rabbia, l’agitazione, lo sconforto, quei ciao finali che sapevano di addio.

E io ho lasciato perdere.

Eri una di quelle cose certe nella mia vita. Il sentirci improvvisamente per poi perderci nelle nostre vite. Le cene con la tua famiglia, le feste, le giornate in piscina, i sogni di riuscire ad organizzare vacanze assieme, l’aggiornarci a vicenda di tutto quello che era successo nel frattempo.

Ho lasciato perdere, tranne nel giorno del tuo compleanno. Un messaggio, è tanto che non ci sentiamo, vediamoci per un apertivo! E nel frattempo è passato un altro anno. E un altro tuo compleanno si avvicina.

Shake it, shake it, shake, shake it, shake it, shake it (OHH OH)
Shake it, shake it like a Polaroid Picture, shake it, shake it
Shh you got to, shake it, shh shake it, shake it, got to shake it
(Shake it Suga’) shake it like a Polaroid Picture

Cambia canzone, cambia il ricordo.

I chilometri che ci siamo macinati sulla macchina. I repeat ai cd, le canzoni che cantavamo a squarciagola. L’ultimo anno delle superiori, il quasi volo su quel dosso maledetto mentre andavamo da compagni di classe a studiare insieme chissà  cosa. Le scorciatoie sullo sterrato per arrivare prima al Liceo evitando il traffico, prima che le chiudessero tutte per i lavori alla superstrada che non abbiamo mai fatto assieme.

Vado di fretta
vado di fretta
non ho più tempo
datemi retta
Gino mi aspetta
dentro un’Alfetta
piena di muffa

Ricordo di come me l’avevi fatta scoprire tu, che io non l’avevo mai sentita. E poi ci rivedo in autostrada, sulla tua macchina, parlando del più e del meno di ritorno da una giornata in università . Esattamente dove sono adesso, in coda alla barriera, ma nell’altra direzione e così, all’improvviso, io che ti rivelo quello che tu in fondo già  sapevi su di me.

A ripensarci, la scena è stata da sorriso. Tu che mi guardi, il tuo ma L., non si dicono così certe cose! Il leggerezza del sollievo, la gioia delle risate e il capire che in fondo non avrebbe cambiato nulla dirlo al mondo.

And I hope that you are
Having the time of your life
But think twice
That’s my only advice

E poi qualche mese fa su Facebook mi capita sott’occhio una tua foto, in una chiesa, con un abito bianco. E neanche a farlo apposta, capita che incontro in università  un amico comune che mi conferma la cosa.

E son contento. Contento per te, contento per lui, triste per me.

Fuori da questo tuo momento così importante, ripenso a quando al matrimonio di tua sorella mi avevi detto che mi avresti voluto come tuo testimone e sapevo che quel momento sarebbe arrivato presto. Ma è andata come è andata.

Near a tree by a river
There’s a hole in the ground
Where an old man of Aran
Goes around and around
And his mind is a beacon
In the veil of the night
For a strange kind of fashion
There’s a wrong and a right

Ritorno nel traffico e penso ad una vita diversa, di scelte fatte. Di capire se eran giuste o sbagliate.

Finire con fatica, ma vedere con gioia ipotetiche foto del salto della siepe in Gemelli, viaggi avanti e indietro da lavoro assieme, una vita in giacca e cravatta, barba e capelli obbligatoriamente più corti e curati.

Chissà .

Intanto il tuo compleanno si sta riavvicinando. Tempo per un altro sms e per parlare di un aperitivo che non organizzeremo mai?

If anything should happen, I guess I wish you well
A little bit of heaven, but a little bit of hell

Le cose che non dico

Ci son volte che senza due nulla mi perdo per conto mio in brutti giri di pensieri.

E tutte quelle volte, giusto perché sono uno che non fa trasparire mai nulla, tu sei lì a chiedermi se va tutto bene e io ti rispondo di no, anche se non è vero.

Ti rispondo di no perché se ti rispondessi di sì dovrei anche dare fiato ai miei pensieri e non voglio, non voglio farli diventare ancora più veri e importanti fuori dalla mia testa.

E ti rispondo di no per non farti preoccupare, anche se so che non sono per nulla convincente e tu comunque non ci credi e ti preoccupi lo stesso.

6-20

Ok.

Qui si ammette di essere in ferie.

Un modo per rilassarsi e tentare di ricaricare le batterie prima di riprendere col rush finale di conclusione della tesi.

Si starà  a casa per un po’, si farà  un viaggetto a Roma a trovare una cara amica. Niente dolce far niente su una spiaggia tropicale servito e riverito, ma arriveranno tempi migliori. Oh, sì.

Il tempo passa e nulla cambia

E poi ti ritrovi a quasi quattro anni dal fattaccio e da quella estate tremenda, a credere che le cose possano in qualche modo cambiare, sistemarsi, aggiustarsi.

E invece ti ritrovi a sbattere il muso contro un muro che credevi non esistere più e ti rendi conto che sei di nuovo punto a capo. O forse no, forse ancora peggio: non ti sei mosso di un passo e tutto è stato solo un’illusione portata avanti per quieto vivere.

E improvvisamente, proprio come 4 anni fa, non vedi l’ora di poterti chiudere alle spalle la porta di questa casa e non doverla aprire mai più.

Sogni di oggi, traguardi di domani

La domenica è sempre così: anziché fare una delle n-mila cose che devi fare, ti ritrovi a perderti tra pensieri e sogni.

Pensi a quando finalmente potrai considerare concluso il capitolo universitario in quel di Bovisa, pensi alle cose da fare vedere dire in quei meritati 10 giorni giorni di riposo in quel di Londra in ottima compagnia, pensi a quel progetto di vita a medio-infinito termine che coincide col convincere una banca a darti un mutuo per la nostra casa.

E il problema è che sogni oggi e vorresti che fosse già  luglio, agosto o quella data fatidica che sembra tendere all’infinito. Ti immagini i dettagli del tuo book, l’ansia per il file della presentazione che chissà  se si aprirà  senza problemi, a chi potresti trovare in commissione; ti immagini annotare su quella Moleskine City Book dettagli, percorsi, cose viste, ti immagini rispolverare la reflex e la gioia, l’allegria, le risate; ti immagini soluzioni d’arredo, le feste in giardino con amici e colleghi, le sere d’inverno sul divano condividendo la coperta guardando tv o obbligandolo a giocare a qualcosa.

Il fatto è che sogni oggi il tuo domani, ma inizi subito a perderti in situazioni, problemi e difficoltà  che sicuramente salteranno fuori e renderanno tutto più complicato, quasi impossibile. E ci rimani male.