http://www.youtube.com/watch?v=a7rGKVVRN4c
3 aprile, in USA.
Sbav sbav.
C’è altro da dire?
http://www.youtube.com/watch?v=a7rGKVVRN4c
3 aprile, in USA.
Sbav sbav.
C’è altro da dire?
Caspita, io il discorso di Berlusconi in cui il nostro beneamato leader spiegava perché e percome non sono riusciti a presentare le liste me lo sono ascoltato tutto. Ma, come dire, mi ha un po’ deluso. Sì, insomma, vabbe’, si sa: ogni serial ha i suoi punti di forza, i personaggi che non possono mancare perché il pubblico se li aspetta, e se non ci sono mette il broncio. E quindi lo sapevo che ci sarebbe stata una avvincente trama a base di perfidi sinistrorsi e giudici comunisti, tutti tesi ad ordire un Grande Complotto contro il Partito dell’Amore.
Però, ecco, con tutta l’esperienza Mediaset nelle fiction di successo, mi aspettavo qualcosa di meglio, sul finale. Un colpo di scena, un inserimento imprevisto.
Per esempio, al posto di questi poveri Radicali, non so, gli alieni.
via Fiction elettorale « Il nuovo mondo di Galatea.
Sinceramente non capisco che colpo di scena volevi di più: un ministro si è trasformato persino in una boyguard, mentre sul palco le donnine sorridevano di fronte alla scena!
Cioè, in quale altro paese succederebbe una cosa del genere?
Foto via “Questa Foto” – L’Espresso
Questo è il set di metallo del font “Franklin Gothic” di proprietà del MoMA; il typeface bastoni è stato disegnato da Morris Fuller Benton nel 1902 ed è il carattere usato per il logo del museo oltre che la base di partenza usata da Matthew Carter per disegnare il MoMA Gothic, attualmente usato per tutta la comunicazione.
Via INSIDE/OUT
Sono giorni che vedo girare su blog, friendfeed e facebook le foto della serie “Fallen Princess” realizzata da Dina Goldstrein e di cui avevo già parlato l’estate scorsa in questo post.
Andando a ricercare il nome dell’autrice, visto che come sempre, casualmente la fonte si perde per strada, ho scoperto che c’è un vero e proprio sito interamente dedicato al progetto, con qualche immagine che non avevo ancora visto.
Io non appartengo a nessuna opposizione e a nessun partito politico. Io sono un cittadino.
C-I-T-T-A-D-I-N-O.
Cominciamo a recuperare questo termine, che è veramente bello. Che dice tanto.
Il cittadino ama la sua città , prima di amare un simbolo, un nome, un partito.
Il cittadino può essere cittadino del mondo, di un continente, di una nazione, di una città , di un quartiere: lo spirito è lo stesso.
È lo spirito di chi ha interesse a che le cose vadano bene per tutti, per la collettività , e non per una singola parte.
Io sono cittadino e come cittadino mi muovo. Non ho bisogno di partiti politici. Loro non sono davvero nessuno.
Ed è anche ora che se ne rendano conto.
Ho finito Heavy Rain, in pochissimo tempo. Praticamente in due giorni, da quando è arrivato.
E se non lo giocate, non potete capire: un tragico evento che ti catapulta nel vivo della storia, il batticuore, i dubbi, le domande, le scelte, il senso di ansia perenne dato da questa pioggia incessante che continua a cadere, scandendo il tempo.
Il fatto è che Heavy Rain ti tratta sia come spettatore sia come giocatore: i dubbi e le domande sono sì dovute allo svolgersi della trama, ma la forza narrativa di questi stessi dubbi e domande vengono fuori proprio quando si interagisce con il gioco e bisogna operare delle scelte, influenzando lo sviluppo della trama e del gioco stesso. E questo genera meccanismo dipendenza, genera la necessità di sapere subito, ora, adesso come andrà a finire.
Ma una volta finito, appare la necessità di rivivere le stesse scene, ritornando sui propri passi e provare a cambiare qualcosa. Prendere decisioni diverse e subirne le conseguenze. Rivivere le stesse scene significa attribuire nuovi significati a gesti e movimenti. Significa pensare al destino beffardo creato dagli sceneggiatori o a quanto profetiche si riveleranno determinate frasi e parole. E ogni volta è un nuovo colpo al cuore, un cambio di prospettiva che spiazza.
E come sintetizza perfettamente Federico su Insert Coin:
Indeed, the real game starts when you finish it the first time. Then, the true core mechanic shows up. It’s all about exploration. Exploration of a non-physical space, but of sides and possibilities of a story.
E così mi ritrovo sotto le coperte a non riuscire a dormire.
Il fastidio di prima è passato, però mi son ricordato che devo ancora rispondere al presidente per la storia dell'”esperto”.
FriendFeed e Twitter dormono beati, nessuno scrive nulla e ciò dovrebbe convincermi che queste ore sono fatte per tenere gli occhi chiusi e sognare belle cose.
Invece no, perché se chiudo gli occhi, partono i pensieri su molte, troppe cose. E allora preferisco stare sveglio, andare avanti fino al momento in cui sfinito chiudo gli occhi ed è già domani.
Dopo una stupenda serata tra bimbi urlanti e chiacchere e risate, mi è bastato rimettere piede in casa perché iniziassero a girare vorticosamente.