Tutti gli articoli di Lore!

Pubblicità  belle. Pubblicità  carine. Pubblicità  orrende.

Ci sono pubblicità  belle. Ci sono pubblicità  carine. E ci sono pubblicità  orrende e di pessimo gusto. E questo è un’esempio. Un’ottimo esempio.


E partiamo con le domande:

  • come fanno a far pagare una stampa solo 3,89€/mq?
  • il copy ha problemi a letto?
  • l’art ha problemi a letto?
  • il grande formato si guarda a grande distanza. A cosa serve (e cosa significa) una risoluzione “apparente” di 1200dpi?
  • il reparto marketing ha problemi a letto?
  • non hanno pagano i creativi e questi si sono vendicati così?
  • la faccia della donna è un’urlo di terrore (dopo aver visto il flaccido marito)?

Tutto è simmetria

Nel mondo del design circolano tante leggende. Altrettante urban legends circolano sul conto di Apple e di Steve Jobs, suo fondatore dall’enorme carisma, capace di aver risollevato l’azienda dalla crisi che l’aveva colpita e di averla guidata per un cammino che l’ha resa pioniera dell’indistria informatica, del design, della musica e del cinema.

Un CEO con un seguito enorme di fan, protagonista di storielline e anedotti e di numerose satire, Re Mida del 21° secolo. E una delle storielle in voga in questi giorni sulla rete è la sua – presunta – fissa per la simmetria e il design.

Preparatevi.

Due viti del pannello laterale sinistro del MacBook sembrano allentate e danno l’impressione che tale pannello non sia ben saldato al resto del computer, come se le viti si fossero spanate e non aderiscano alla filettatura interna.
E ora entra in gioco la leggenda: sembra che gli ingenieri si siano presentati da Jobs con un propototipo del portatile…

Con leggerezza Steve prese il nuovo MacBook, lo capovolse e, indicando la vite non centrata, disse “mettettela al centro”; dopo guardò entrambi i lati del portatile e disse “mettete due viti su questo lato” e allungò il MacBook al team… senza… neanche… aprirlo. 

Così gli ingenieri hanno inserito le 2 viti sul pannello laterale sinistro per nude e crude ragioni estetiche e senza una precisa funzione di fissaggio. Però già  che le dovevano inserire..non potevano usarle per fissare meglio il pannello? E la questione simmetria è però relativa, visto che che su un lato ci sono tutte le porte di connessione, sull’altro la fessura dello slot-in del drive cd.

Sottigliezze a parte, sembra che tale leggenda sia confermata. Non solo dai Mac Genius degli Apple Store americani, ma anche dallo stesso design di alcuni negozi: il quadro elettrico è di solito posto nella parte sinistra del negozio, ma ha una sua controparte (ovviamente non funzionante) simmetrica sulla destra.

Da tutto ciò emerge quindi la figura di uno Steve Jobs ossessionato dalla simmetria. Oltre che con una cura maniacale per il design (ma Ive.. fa qualcosa in quell’azieda, o ritira solo i premi?).
Leggenda? Realtà ? Nel frattempo le parole del CEO qualche dubbio lo insinuano..

Nel vocabolario della maggior parte delle persone, design significa rivestimenti in legno. Significa decorazione d’interni. È la scelta del tessuto per il copridivano. Per me nulla è più lontano dal significato di design. Il design è l’anima fondamentale di ogni creazione dell’uomo che finisce per esprimersi in consecutivi strati esterni del prodotto o del servizio offerto. 

Un nuovo componente della famiglia..

Non bastavano i fantasmini venuti dallo spazio.

Non bastava lo psychoniglio parlante dalle orecchie sempre in perfetta forma fisica grazie ai sui esercizi di tai-chin.
Non bastava il tenerissimo elefantino, regalo di una persona molto importante.
No. Da ieri sera fa parte della famiglia un nuovo componente. Regalo di (ottimi) amici ottenuto grazie alle mie innate doti da bambinetto. Si tratta di un non meglio identificato animaletto acquatico. Forse una razza, forse una manta. Segni particolari, grandi occhioni sporgenti e una lingu(etta)a tirabile che lo rende capace di girare in tonto sulla scrivania. E con un immancabile tocco trash: un manto azzurro con decorazioni floreali e pois sbarluccicosi.

Potevo esimermi da mettere qui su freemagenta le sue foto?

Da Bergamo a Milano

Altra seratona con gli amici di Bergamo.
Questa volta si giocava in casa, in quel di Milano. Ma ciò non ha portato molti vantaggi. L’infinito ritardo con cui siamo arrivati, una multa presa per divieto di sosta (ma dove? ma perchè?) (e intanto il comune di Milano si è ciucciato 172euri dalle mie tasche nel giro di 7 giorni. Sgrunt!), lo stress di affrontare la follia automobilistica dilagante..
Ma torniamo a noi. Programma del tardo pomeriggio? Beh, un giretto di shoooopping pre-natalizio per il centro milanese, sotto un’odiosa pioggerellina biricchina: incontro con gli altri alle Messaggerie (e la Francy si distingue sempre.. questa volta era tutta sbrillucicosa!), un salto da WhiteStar tra enormi (e bellissimi) libri fotografici ed infine Ricordi sotto la galleria. Ma perchè non c’è più la scatola delle scarpe di Sex and the City? Nota negativa: abbiamo saltato la Fnac (e quindi anche l’acquisto del loro coniglio.. sigh sob, avevo pure già  preparato una sorpresina per muuniglio..).

Ma solo perchè il ristorante greco in zona Loreto ci attendeva.
La mia prima volta al greco mi ha pienamente soddisfatto. La cucina, l’ambiente, la compagnia. Ho dato di nuovo prova delle mie doti di animale da conversazione (ma dove?), ma mi sa che Love mi ha battuto. È più animale da conversazione di me. Soprattutto su strutture portanti di vetro o di plastica. E nel frattempo.. mi sono pure preso i rimproveri per essere andato da solo alla festa bergamasca di qualche settimana fa. Però, effettivamente, sono il primo a pentirmene. Ma chi lo immaginava che sarebbe stata così bella, divertente ed amichevole? Chi lo immaginava che avrebbe avuto un così forte impatto emotivo su di me?

Ma come non parlare del simpatico animaletto della foto? Non siamo riusciti a capire bene cosa sia. Una razza (o è una manta), dal mantello a fiori, con grandi occhioni sporgenti, pois luccicosi e persino ventosa per fissaggio al vetro. È stato amore a prima vista. Peccato che la prima era stata destinata ad altri scopi. Così, grazie alle mie doti di bambinetto (o forse devo dire alla generosità  dei bergamaschi?), l’ho ottenuta anche io. “Così quando la vedi ti ricordi di noi”. Beh, non è così facile dimenticare gli amici di bergamo. Ma in ogni caso, come non accettare volentieri questo ausilio alla memoria?

PS: ci hanno pure fatto i complimenti come coppia. Una coppia che, in un’istante non precisato tra il 30 novembre e il 1° dicembre ha compiuto un mese. E ciò ha ovviamente portato ad un apprezzatissimo brindisi, con quel buon vino greco. Ed è bello brindare con chi sa che NON si incrociano i bracci e che ci si guarda negli occhi. Altro che quegli zoticoni che frequent(av)o. Umpf!

Serata di ordinaria follia

Sono a casa, dovrei andare a letto. Ma come non parlare prima di quanto amo i miei clienti?
La serata lavorativa è iniziata con una pubblicità . Una bellissima pubblicità  per una gioielleria fatta dalla mia collega. Sfondo nero, un bellissimo fiocco di stoffa rossa, nome e indirizzo in alto, loghetti delle varie marche allineati in basso. Loro avevano voluto il rosa su nero.. ed era venuta veramente bene! Una di quelle pubblicità  che non puoi non notare. Beh.. a distanza di un giorno. Hanno cambiato idea. La vogliono nera su rosa. E tocca a me il “ma tanto basta solo invertire i colori, no? E voglio i loghi più grandi. E pure le foto dei gioeilli”. Ovviamente i loghi inviati erano pessimi. E sulla rete non pretendevo di trovare i vettoriali, ma almeno dei raster decenti! Loghi che ovviamente erano bianchi su fondo nero. E provate voi a invertire e ritagliare una roba così piccola. E così ho barato: è rimasta la striscia nera dei loghi in basso. Il resto dello sfondo era un rosa che sfumava al bianco in diagonale (banalissimo). Poi due cornicine con le foto dei gioielli e una patetica scritta. Insomma. Accontentare il cliente ha significato distruggere una bella pubblicità  per ottenerne una banale. E non ditemi che dovevo tenere il fiocco nero su sfondo rosa. Per piacere!!
Poi è stato il momento di un grosso negozio di abbigliamento. Un grosso negozio di abbigliamento che ha esordito, mesi fa, inviandoci un .jpeg in bianco e nero. Che dovevamo stampare a colori. Certo, come no. Tanto i computer fanno tutto, vero? Poi ci ha fatto avere dell pubblicità  a colori.. fatte da uno studio di grafica per un altro giornale. E a noi giravano i file in bassa risoluzione (da cui copiare il layout) più le foto (pessime) dei modelli da ritagliare. E così, ogni settimana. Perchè il modello tal dei tali non andava bene. O perchè il blu non era blu (leggasi: io odio la tipografia!). E tutte le volte sempre lo stesso discorso. Ma alla fine, oggi pomeriggio (si va in stampa domani mattina…:S).. le abbiamo avute. Le pagine patinate da cui provengono le foto. Scansione ad una risoluziona adeguata. Scontorno venuto bene, visto il – finalmente – buon materiale di partenza. E la pubblicità , dopo mesi, ha raggiunto il livello qualitativo che si merita. Ma non potevano farmi avere queste pagine patinate mesi fa???
Infine.. è arrivato il momento dell’ultima pubblicità . Era ormai un nuovo giorno.. e la creatività  mancava. Ma ho risolto anche quella. E gli altri dicono che sia venuta bene. Ma non mi fido di loro perchè sono di parte. E mi gusterò il risultato del solito “fammi grande il logo“. Logo che mi è stato inviato inglobato in un file excel. E che, una volta estrapolato, era di ben 100x80px. Vettorializzazione automatica dai pessimi risultati. Vettorializzazione a mano difficilissima e lunghissima. Gliel’ho lasciato raster. E vedremo se capiscono cosa vuol dire non farmi avere il materiale adatto (ma possibile che non ci si UNA e dico UNA società  che abbia il proprio logo?). No, ma perchè mi illudo? Capiranno solo che io non so fare il mio lavoro.