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You & your family

È che alla fine sono in giorni come questi che ti rendi conto del concetto di famiglia e di quando quel concetto sia vicino o meno al tuo vissuto.

E in questi giorni mi sono reso conto che tengo veramente a te e alla tua famiglia e che vi voglio veramente bene e che mi sento di farne parte e vi sono grato per avermelo permesso.

We belong together

Quelle ultime parole ti prendono e si impossessano di te. Continuano a ripetersi nelle tue orecchie, nella tua mente, nel tuo cuore. E fanno male ed inizi ad analizzare il passato, alla ricerca di fatti, eventi, impressioni. Cose di cui puoi dire sì ho sbagliato o no ma cosa stai dicendo. E l’asfalto corre improvvisamente lentamente sotto le ruote. Nessuna voglia di casa, di letto, di velocità nella notte. Solo la necessità di ascoltare i pensieri e lasciarli liberi. E la musica improvvisamente perde significato, finché ti rendi conto che ti infastidisce e spegni la radio mentre beffardi dall’altoparlante escono versi che sottendono uno scenario in cui non ti ci vuoi ritrovare.

Who else am I gon’ lean on when times get rough
Who’s gonna talk to me till the sun comes up
Who’s gonna take your place, there ain’t nobody better

 

H-Quote

Ci sono frasi che ti ritrovi appese ai muri del ristorante, tra uno schermo che proietta SkyTG24, uno con l’ultimo keynote dello Steve in loop, davanti ad un mega plastico di come sarà il complesso, tra uno-due anni, appena finiti i lavori.

It is more fun to talk with someone who doesn’t use long, difficult words but rather short, easy words like «What about lunch?»
Winnie the Pooh

Parole

È che a volte ti rendi conto del potere delle parole e di quanto siano in grado di provocare effetti, anche spiacevoli.

Di come quelle che hai scritto tu siano andate a colpire le persone sbagliate.

Di come altre parole, di risposta, ti abbiano invece completamente distrutto, lasciandoti a pezzi e incapace di reagire in alcun modo.

Armi e bagagli

Questo è il periodo delle cancellazioni, dei passi indietro, delle cose che cambiano e non sono più come prima.

Imparare a riflettere un po’ di più prima di definire qualcuno amico e attendere almeno una qualche prova di reciprocità della cosa.

Voglia di tagliare gli inutili ponti e collegamenti con alcuni e limitarmi solo a curare e far crescere altri legami. Che tanto non ha alcun senso perdere tempo e rimanerci pure male.

E infine, voglia di un mio personalissimo mondo, anche piccolo, ma protetto e limitato.

Born This Way

Ok.

È appena uscito il video di Born This Way della GaGa.

E posso dire che, così, ad occhio, fa schifo? Che non neanche paragonabile agli altri video che ha sfornato l’accoppiata Germanotta+Arkerlund?

Però, ecco. Potrebbe essere l’inizio di un cambio di rotta, come già lo è la canzone, più intima e privata rispetto alle precedenti.

Delete:all

Forse sono una persona che va giù pesante, forse troppo.

Mi rendo conto di non avere vie di mezzo. In quello che faccio, in quello che senso.

Forse non va così bene. Forse dovrei imparare a vivere perlomeno a toni di grigio.

Intanto però sento che poco alla volta che cose si stanno aggiustando.

E in tutto questo correre correre correre e non fermarmi mai, mi rendo conto che – tutto sommato – anche se perennemente irrequieto – sono felice.

Empire State of Treviso

Giorni di su e giù. Anche se bisogna ammettere che sono i momenti giù a prevalere.

Giorni in cui invecchi e in cui festeggi come al solito in un ristorante greco (anche se non solito e non mi ha per nulla soddisfatto) con vecchi amici e nuove interessanti conoscenze.

Sere di aperitivi in cui per alcuni sei meno importante di San Remo; sere in cui alcuni sono talmente stanchi che vanno a casa e quindi in palestra; sere in cui vedi chi riemerge dal mondo quasi dimenticato della Cattolica e tutto meraviglioso come se non ci fosse mai persi di vista.

Giorni in cui gli affari mischiati all’amicizia creano casini e ti fanno dire addio un’amica da 15 anni. E forse anche un’altra, ma il tutto è troppo recente per capire come si evolveranno le cose.

Sere di cene jappe, fino a scoppiare.

Giorni di soldi prelevati al bancomat e che poi spariscono, finché il conto arriva al rosso, visto che benzina, telepass, treni e atm si pagano, sempre. Ma quello per cui stai spendendo la maggior parte di tutti questi soldi semplicemente non pensa a pagarti. O neanche a decidere quanto pagarti, tenendoti sulle spine da quasi due mesi, nonostante le continue richieste.

Giorni di scleri, di lavoro, di straordinari che chissà quanto decideranno di pagarti, ma suvvia non stiamo a guardare l’ora che mette ansia a entrambi.

Giorni in cui non capisci come diavolo hai fatto a cacciarti in questa situazione e non fai altro che darti dell’imbecille.

Giorni in cui il tuo sogno ricorrente è di fare un’uscita di scena teatrale, è stato bello finché è durato, ciao, addio, fammi il bonifico, ma poi non hai il coraggio di metterla in atto.

Giorni in cui capisci che sei sempre troppo buono, calmo, pacato, gentile, accondiscendente. O forse sei solo fesso e non sei in grado di farti rispettare, né umanamente, né professionalmente.

Giorni in cui per clienti seri e paganti decidi di fare l’impossibile. E per lo meno ottieni un grazie, assieme ai dati per emettere immediatamente la fattura.

Giorni in cui ogni poco c’è sempre da rispiegare tutto a tutti, per l’ennesima volta.

Giorni in cui la famiglia acquisita è più entusiasta dei piccoli successi lavorativi e universitari rispetto a quella naturale, che più che lamentarsi e discutere non è in grado di fare.

Giorni in cui ti fa veramente piacere uscire di casa all’alba per poter fare colazione.

Giorni in cui apprezzi sempre di più gli amici e colleghi dell’alle sei si stappa.

Giorni in cui invece non reggi più lo scherzo e le prese in giro e sei persino più permaloso del solito.

Giorni in cui sinceramente vuoi smettere di recitare la tua parte. Ma non si può, perché ormai tu per loro sei così, veramente e senza ombra di dubbio.

Giorni in cui finisci per piangere al buio della tua stanza e ti ritrovi a sperare in Treviso.