Playstation.Blog share: Sony si butta sul sociale, ma non troppo

Oggi il Playstion Blog americano apriva con una notizia: l’apertura della sezione Share, in cui gli utenti possono proporre e votare idee per migliorare la console di casa Sony.

Vista la facilità  con cui i commenti ai vari post del blog finivano irrimediabilmente off-topic appena uno degli utenti sottolineava una mancanza del sistema di gioco, in Sony hanno deciso di aprire questa nuova sezione chiamando non semplicemente “Playstion.share” ma proprio “Playstion.blog share”. Come se fosse una costola, una sottocategoria del blog, direttamente collegata a quest’ultimo e da cui non può prescindere, separata dal forum e dalla parte più istituzionale del sito Playstation.

È lodevole lo sforzo fatto dal colosso Giapponese ed è interessante come stanno già  emergendo delle richieste di features intelligenti ed interessanti: chat vocale non legata al gioco, compatibilità  con i giochi PS2 (presente solo nei primi modelli ed assente totalmente in quelli europei), sincronizzazione automatica dei trofei, salvataggi online, cambio del sistema di cifratura dei dati salvati su HD da uno basato sull’hardware ad uno basato sull’account PSN del giocatore. E come ogni iniziativa social che si rispetti, sta già  emergento il rumore e il disturbo: la proposta di far presentare la conferenza all’E3 al giocatore di football Kevin Butler sta continuando a raccogliere voti.

Eppure non sono molto convinto dall’intera iniziativa e sono proprio le scelte di “posizionamento” della sezione che mi lasciano perplesso. Mi rimane sempre il dubbio che sia più una mossa per spostare le lamentele che, dopo essere fuoriuscite dal forum in cui si ha la percezione che nessuno all’interno di Sony legga, sono approdate nei commenti del blog, diventando quindi molto più visibili ai visitatori occasionali che magari stanno solo cercando informazioni su un gioco o sul sistema.

Al di là  delle mie sensazioni, spero che la sezione diventi utile per impostare lo sviluppo dei prossimi aggiornamenti software, che vengano rispettate le priorità  richieste dagli utenti e che Share non sia invece solo fumo senza un reale impatto sull’evoluzione di PS3.

Steve McCurry @ Palazzo della Ragione

Dopo una decisione dell’ultimo momento, lunedì sono andato con alcuni compagni di corso a vedere la mostra “Sud-Est” dei lavori di Steve McCurry esposti al Palazzo della Ragione.

Inutile dire che la mostra mi è piaciuta un sacco. Molte delle fotografie, per un motivo o per un altro, ti prendono. Emozioni contrastanti, per la bellezza del soggetto o del ritratto. Oppure una forte morsa allo stomaco per la crudezza delle immagini. I colori accesi e saturi, il contrasto del rosso e del verde, la composizione perfetta, le ottiche corte, lo sfuocato. Il dubbio della premeditazione dello scatto, della “menzogna”, dell’uso della post produzione. Ma soprattutto i volti, i paesaggi, la guerra.

È difficile descrivere il tutto a parole. Riesco solo solo dire che le fotografie sono tante, forse troppe, valorizzate da una illuminazione ottima, ma rovinate da una disposizione dispersiva che sembra generata dal caso. Per tutto il resto posso solo dire di sfruttare la proroga e andare a vedere la mostra (prorogata fino al 21 Marzo) di persona.

Il volgare linguaggio televisivo

In questa intervista ad Augusto Minzolini, direttore del TG1, fatta da Beatrice Borromeo per Il fatto, si scopre che nel volgare linguaggio televisivo prescrizione è sinonimo di assoluzione. Perché lui parla il linguaggio televisivo, mica quello giornalistico o peggio ancora, l’italiano. E in ogni caso, le accuse mosse sono una strumentalizzazione per fare campagna elettorale. Banale, per giunta.

Via Minzolini: “La disinformazione siete voi” – Antefatto

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Ci sono ma non ci sono

È un periodo un po’ così.

Online ci sono, ma non sempre.

Preferisco le forme di comunicazione più veloci che non prendere ad aggiornare il blog, almeno per il momento.

L’uni è ri-iniziata e, cavolo Type Design e il Laboratorio di Progetto della Comunicazione Visiva sono da wowowowowow.

E dopo la modellazione e l’animazione in maya, le esperienze con un’amica alle prese con videocamera, after e final, dopo queste prime lezioni, inizio a non sapere più cosa voler fare da grande.

Poi, ci si mette la rete e le sue dinamiche e un gruppo eterogeneo di ottime persone, ognuna assolutamente competente nel suo campo.

E ci sono tante, troppe materie che mi interessano e mi entusiasmo. Ma il tempo per approfondire ognuna di esse non c’è.

Nel frattempo, lasciavi scappare una lacrimuccia con il corto qua sopra,
un progetto scolastico realizzato da Ian Worrel (vimeo, blog)