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Again and again and again #3

Oggi, fortunatamente, tutto bene.

Nessuno strano giramento, nessun problema in ufficio o a tornare a casa.

Bene, molto bene.

È che ho la strana impressione che forse interiorizzo troppo quello che mi succede a livello mentale e riesco a trasformarlo in malessere fisico.

So di non essermi fatto vivo. Ma avevo bisogno di un po’ di tempo per risistemarmi un po’. Ammetto che ho accusato notevolmente il colpo subito. Che poi, era pure bello forte e doloroso.

E ora… beh, direi che è ora di ricominciare.

A domani.

Again and again and again

Ed eccomi qua, ancora nel letto senza sonno.
No, non esattamente. In realtà mi sono svegliato da poco.
È che oggi a lavoro sono stato male. Andava tutto bene finché ad un certo punto non riuscivo più a guardare lo schermo, visto che tutto quello che c’era intorno girava.
Poi il tutto è peggiorato, tanto che se avevo la schiena alzata dallo schienale della sedia mi sembrava di cadere. Anche se ero giá seduto.
E così niente. Allarme generale dei colleghi, preoccupati pure per il mio colorito particolarmente bianchiccio.
E mi hanno fatto stendere, gambe alzate, sguardo perso verso il soffitto. E via di zucchero, liquirizia, cioccolato.
Ma non passava.
E così mi son fatto venire a prendere.
Ora, dopo aver mangiato qualcosa e dopo qualche ora di sonno, va meglio.
Ma ormai mi sono svegliato. E difficilmente riuscirò a riaddormentarmi.
E non ho tanta voglia di stare qui solo con la mia mente, con la pioggia là fuori che continua a cadere.
Troppi pensieri in ballo: quegli ultimi messaggi, le corse di sabato con sorpresa finale, l’esame di settimana prossima, la lezione di domani probabilmente persa per andare dal medico per il certificato, quella bella personcina che non mi risponde e mi tiene bloccata la dichiarazione dei redditi, quel senso di vuoto misto a rabbia e tristezza e delusione e dispiacere e solitudine che mi accompagna da ieri.

Ingranaggi misteriosi

Quando sto male e sono al buio, nel mio letto, sdraito a pancia in su, con gli occhi chiusi, sperando di riuscire a dormire, ho come l’impressione che tutto quello che c’è intorno a me si ingrandisca a dismisura. Il letto si allarga, il soffitto si allontana sempre di più. Ed io divento immensamente piccolo e solo e perso in mezzo a questa immensità sconfinata.
Pensandoci bene, però, è una sensazione che ho fin da quando ero piccolo, da quando, poichè ero ammallato, dormivo nel lettone con mamma e papà. Ma quando loro non c’erano e io ero in mezzo al lettone, non riuscivo a sentirne la fine e mi sembrava immenso. Così come il soffitto, al buio, mi sembrava lontanissimo e irraggiungibile e pensavo ci fossero giganteschi ingranaggi con misteriose funzioni proprio sopra di me, nascosti nel buio. E così chiudevo gli occhi e speravo di dormire e di stare bene.
Ora so che quegli ingranaggi non esistevano. Ma quella sensazione di smarrimento e di malessere persiste. E così chiudo gli occhi e spero di dormire e di stare bene.

Tradizioni (da perdere)

E’ ormai tradizione che a febbraio, in concomitanza col carnevale o con il mio compleanno, io mi ammali.
E, quest’anno, i due eventi sono particolarmente ravvicinanti.
Quindi la malattia, quest’anno, è praticamente obbligatoria.
E di fatti, al momento, ho una brutta tosse. Più raffreddore. Più febbre. E più mal di denti. E quest’ultimo, per la prima volta nella mia vita.

Bollettino medico

Direi che qui urge un aggiornamento sulle condizioni di salute del sottoscritto.
La febbre è sparita, da qualche giorno. Però rimane tosse e raffreddore.
La tosse di solito si manifesta quando rido di gusto, come ad esempio mentre stavo vedendo l’ultimo episodio delle Disperate, con Bree vs la nuova vicina antipatica. Quando la odio! La nuova vicina antipatica, non Bree! Comunque stavo ridendo e all’improvviso la risata mi si è soffocata in gola e si è tramutata in un cof cof secco. E tutte le volte che facevo cof mi faceva pure male la gola. Già.
Il raffreddore, ma non so se è un raffreddore, si manifesta nei soliti modi: naso che cola all’infinito, miliardi di fazzoletti usati in una sola giornata e startuni che arrivano nei momenti più impensabili.
Visti i sintomi e vista la – col senno di poi – giusta insistenza del Love, è stato unilateralmente deciso di annullare la trasferta a Bergamo per il concerto del Riki. Buaaaaaa!!! Che ovviamente mi ha fatto sapere che non mi perdonerà (mai, mai, mai e ancora MAI) l’inguistificata assenza, però è buono, quindi mi invita alla sua festa di compleanno.
Il problema però non era la trasferta a Bergamo, il lungo viaggio, il passare i miei meravigliosi germi a tutto il locale. Il problema è anche solo varcare la porta di camera mia, col suo clima tropicale, unmido e dalla temperatura elevata, con tanto di fragranza di timo (per facilitare la respirazione). E se è già un problema varcare la porta di camera mia verso il resto della casa (freddo, buio e brutto), potete immaginare quanto sia ben più problematico uscire al freddo di fuori casa. O uscire al freddo di fuori casa ed entrare nel freddo della macchina.
Sì, conviene continuare con la reclusione. E si va a letto presto, la sera. Insomma!