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Ricordi onirici

Eravamo in coda al seggio, per votare.

Un seggio un po’ strano, non le solite aule separate della scuola media vicina a casa. Eravamo in un open space bianco, enorme. Una serie di code a serpentina, come fossimo in coda per un’attrazione a Gardaland.

È finalmente il nostro turno. Consegno i documenti, lei mi scruta, mi da’ la scheda che compilo così, davanti a lei, perché non ci sono cabine. Fa un commento. Un commento su di noi. Non ricordo cosa fosse. Una battuta acida, una frase sprezzante.

D’istinto le tiro un pugno in faccia. Saluto e torniamo a casa.

Poco dopo mi ritrovo in giardino una camionetta dei carabinieri. Mi prendono e mi portano via, ridendo e scherzando, come fossero amici di una vita. Come abbiano fatto ad entrare ed uscire dal cancello chiuso non si sa.

Arriviamo alla caserma. Un misto tra un grattacielo moderno e un castello antico diroccato. Una torre centrale, con una grande scala a vista che gli corre tutt’attorno. In alcuni punti mancano pareti o vetri. E si vede attraverso un cielo meraviglioso, come non avevo mai visto in vita.

Sotto la torre, un corpo centrale a più piani.

Entriamo. Sembra una villa d’epoca. Non ho manette, non vedo celle.

È ora di cena. Mi portano alla mensa. Grandi tavoloni di legno apparecchiati di tutto punto. Niente divise gialle, arancio o zebrate. Si ride e si scherza. Nessuna distinzione di posto tra detenuti e detentori.

Poi boh.

Suona la sveglia.

Notti brave e accenni di sogni preoccupanti

Altra notte interessante. Andato a letto un po’ troppo tardi, causa uscita con colleghi e lunghe chiacchere con quella che sta diventando una carissima amica e collega. Arrivato a casa semidistrutto, una sbirciatina al telefono sperando nell’arrivo di nuovi messaggi. E poi nanna. Sonno. E sogni. Sogni, come al solito, strani. Quei sogni che li lasciano un po’ così.
Sveglia, all’improvviso, alle 9. Benjemin il coniglio suonava come al solito la sua canzoncina per svegliarmi. Eppure, mi sono svegliato male, immaginando di ricevere, all’ultimo una mail con i dati per un grafico che dovevano fare altri. O.o
E ho tentato di riaddormentarmi. Peccato che poi ci sia messo il postino a rompere le scatole. E così, con gli occhi chiusi, mi sono dovuto vestire velocemente, trovare il citofono, rispondere e affrontare la fortissima luce del sole di mezzogiorno. Ed era troppo, tutto in un colpo solo.

Ingranaggi misteriosi

Quando sto male e sono al buio, nel mio letto, sdraito a pancia in su, con gli occhi chiusi, sperando di riuscire a dormire, ho come l’impressione che tutto quello che c’è intorno a me si ingrandisca a dismisura. Il letto si allarga, il soffitto si allontana sempre di più. Ed io divento immensamente piccolo e solo e perso in mezzo a questa immensità sconfinata.
Pensandoci bene, però, è una sensazione che ho fin da quando ero piccolo, da quando, poichè ero ammallato, dormivo nel lettone con mamma e papà. Ma quando loro non c’erano e io ero in mezzo al lettone, non riuscivo a sentirne la fine e mi sembrava immenso. Così come il soffitto, al buio, mi sembrava lontanissimo e irraggiungibile e pensavo ci fossero giganteschi ingranaggi con misteriose funzioni proprio sopra di me, nascosti nel buio. E così chiudevo gli occhi e speravo di dormire e di stare bene.
Ora so che quegli ingranaggi non esistevano. Ma quella sensazione di smarrimento e di malessere persiste. E così chiudo gli occhi e spero di dormire e di stare bene.

Incubo (ripetuto)

Vivo in un mondo fantastico e idilliaco, in cui tutti vanno d’accordo. Il mondo è costituito da un’unica, piccola isola con alte coste rocciose che si affacciano su un mare. L’isoletta è completamente autosufficiente in tutto e riesce a vivere senza aver bisogno di contatti col mondo esterno, sempre che esista.
C’è un bosco, dei campi, una fattoria, una casetta a due piani.
Si mangia tutti insieme in giardino, all’aperto, sotto il sole.
E io faccio qualcosa, anche se non ricordo bene cosa. Ho la sensazione che qualcuno stia tramando contro di me qualcosa di brutto. E di lì prendono motivo corse e fughe nel buio della forsesta alla ricerca di un nascondiglio sicuro.
Finchè, chissà come, arrivo a casa. La mia cameretta con tutto ciò a cui sono abituato: il mac, il coniglio morto, i pupazzetti della Magenta Family. E mi addormento, sereno sotto le coperte.
Ma nella notte si avvicina, da fuori, una sagoma nera, rumorosa. E’ un tizio su un trattore dotato di pungiglioni rotanti. Si avvicina con i pungiglioni alla mia finestra e la spacca. I mille frammenti di vetro si muovono tutti verso me, addormentato. Stanno per raggiungermi quando mi sveglio dall’incubo.
Ancora questo odioso incubo. Per la seconda volta in due giorni.
Preoccupante?

Insomnia

Ma io, a quest’ora, non dovevo essere tra le braccia di Morfeo?

Sì, dovrei. E invece no.. perchè mi sono girato e rigirato nel mio letto, ho messaggio con Love (grazie Infinity sms!), ho curiosato tra i blog dall’iPhone, ho mangiato un pacchettone di Loacker rubato dalla dispensa in preda alla fame compulsiva tipica del non-dormo-time, ho persino visto il pilot di Kyle XY.. giusto perchè, come al solito, non ho sonno.
E, visto che il sonno non arrivava, meglio mettersi a fare qualcosa di costruttivo, no? Beh, cosa c’è di più utile, costruttivo e necessario di aggiornare i testi degli ultimi mp3 inseriti nella library? Ormai non c’è più neanche un widget funzionante che li scarichi in automatico. Umpf. Quindi bisogna farlo, a mano.
E così dalla library è saltata fuori In my arms della Kylie Minogue. E mi ha preso. Ho voglia di un po’ di musica dance, allegra, di quelle che ti prendono e ti danno la carica (beh, in realtà ne dovrei avere bisogno domani, non ora. Ora voglio solo dormire!). E pure il corto e ripetitivo testo mi ha preso. E non riesco proprio a capire come mai ora è in loop. E non ho voglia di premere il tasto stop.

How do you describe a feeling? I’ve only ever dreamt of this.
DJ’s spinning up my favorite song, hurry up and get a grove on.
Light fantastic and it wont be long, don’t let the moment slip away.
Cause you and I could find a pleasure, no one else has ever known.
Feels like it is now or never, don’t want to be alone

How does it feel in my arms?
How does it feel in my arms?
Do you want it? Do you need it? Can you feel it? Tell me.
How does it feel in my arms?

I’ve only ever dreamt of this.
Got a feeling this is something strong. All I wanna do is move on.
No more wondering where I belong. So never go away.
Cause you and I are guilty pleasure, no one else has ever known.
Feels like it is now or never. Don’t want to be alone.

Drive

Ancora. Anche oggi. Anche questa notte. Non riesco a dormire.

Sometimes, I feel the fear of uncertainty stinging clear
And I can’t help but ask myself how much
I’ll let the fear take the wheel and steer.
It’s driven me before, and it seems to have a vague,
haunting mass appeal.
But lately I’m beginning to find that I
should be the one behind the wheel.