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Ricette (per un capodanno perfetto)

Bergamo.

Love + i Carissimi Amici Bergamaschi e il loro gruppo (enorme) di amici e qualche parente.

Un ristorante su (ma non troppo) in montagna.

La neve, che cadeva, cadeva e cadeva.

Io, impazzito con la macchina fotografica (1gb di foto in una sera è tanto?).

Il tempo che correva veloce, fino alla mezzanotte.

E il soldo per l’elfo, il melograno transgenico e i 12 chicchi d’uva.

I fuochi d’artificio, i botti (troppo potenti, forse), qualche palla di neve.

I baci sotto il vischio.

Poi di nuovo di ritorno a Bergamo.

Tirare le 7 a parlare (in una stanza) e a giocare (nell’altra).

L’ultimo ospite che se ne va.

La grande ospitalità dei padroni di casa e un divano letto Ikea che ci accoglie, sotto una coperta Dalmatata.

Un ottimo capodanno.

Grazie, veramente, di cuore.

Lo accendiamo?

Cena tranquilla. Cars su raiuno (come se già non l’avessi visto e rivisto in dvd). Un salto in salotto giusto per scoprire che anche lì è stato fatto un presepre e accendere, dopo un sacco di tempo, il Wii. Nel frattempo scocca la mezzanotte. Una partitella a Sonic the Hedgehog, poi a Final Fantasy Crystal Chronicles: My Life as a King. Poi un giretto sul canale Nintendo a guardare i filmati del nuovo Animal Crossing. Però no, su Wii non lo voglio. Sarebbe impossibile da seguire, tutti i giorni. Però sembra interessante il “nuovo” Fire Emblem su DS. E sul WiiWare ora è disponibile World of Goo – bello bello, ma tanto ce l’ho già sul mio Mac – e quella figata di Cubello, che potrei volere. E il tutto mentre su Virtual Console sta per uscire Secret of Mana..

Ah, è vero. È Natale. Auguri?

[Pensieri sconclusionati] La cena dei piccoli aiutanti di Babbo Natale

Effettivamente, il post sulla cena dai Bergamaschi non poteva mancare.

Perché i padroni di casa non si son smentite. Una casa che trasudava regali, luci, addobbi e decorazioni da ogni poro dell’intonaco. Quel tocco di esagerato che la rende bellissima e speciale. Una casa da ri-scoprire in ogni angolo, perché la chicca è sempre nascosta dietro l’angolo.

Però, casa a parte, la differenza la fanno loro. Era un sacco che non li vedevamo, in effetti. E sono sempre i soliti. Non c’è niente da fare. Io con loro sto bene, benissimo. Per quanto, dopo un po’, abbia iniziato a sonnecchiare in piedi e diventare bianco parete a causa della stanchezza.

E ovviamente, c’è stato il magnifico momento di scambio dei regali. È stato strano far parte di un gruppo di amici che si scambiano regali. Io non l’ho mai fatto prima. Non ho il senso del Natale, del regalo, dello scambio. Nulla. Zero, completo. E mi sento un po’ a disagio, per non aver pensato (e realizzato) un regalo.

Ma sono contento. Di avere uno stupendo cuscino/abbraccio rosso. Di avere una porzione di brilli porta fortuna, da utilizzare al momento opportuno.

E nel frattempo, avevo il click facile con il mio novo giocattolino. Ok, ci sono stati i rimproveri per averlo comprato troppo tardi. Ma insomma. O mi pagavo il volo per la Grecia, o mi compravo una signora reflex! 

Mi piaciono alcune foto che ho fatto. Altre, le posso sistemare con un po’ di photoshop. Però 500mb di foto per una cenetta forse sono un po’ troppe.

Sognando martedì (o mercoledì?)

Ok. Sono giorni decisamente pesanti. Sommerso di cose da fare per l’uni e impegnato in lunghe e faticose giornate lavorative, che tra partite da attendere e speciali di natale e capodanno, sembrano non finire mai.

Poi arriva la mattina. E la necessità di svegliarsi, presto, ad un orario decente, per andare a tagliarsi i capelli, sistemarsi quella maledetta barba, fare le tavole, pensare alla consegna di lunedì, andare a prelevare, comprare la custodia per la nuova bestiolina.

Qui si dorme molto e male, non riuscendo però ad essere fresco e riposato. 

E le cose si tirano per le lunghe e non sono mai convinto del risultato.

In più piove piove piove e mi mette tristezza.

In fondo, devo solo arrivare in qualche modo almeno a domani e alla cena di domani sera. E poi, tirare fino a martedì sera (o mercoledì?) per potermi godere qualche giorno di totale e assolutamente meritata vacanza.

Ieri.

È stata una giornata semplicemente tremenda.
A partire dal risveglio, accompagnato da fastidiose urla, il viaggio in treno, l’esame di disegno, la mano che doleva a furia di tracciare linee, scrivere e cancellare, il non pranzo, la lezione di movie design (inutile!) e l’infinito viaggio di ritorno a casa, tra treni impazziti, pieni come carri di bestiame, ritardi, pioggia e troppe – troppe – cose in mano.
E l’unica che poi volevo era un po’ di tranquillità e un po’ di riposo.
Ma una delle due, ovviamente, non c’è stata.

Neve

Io mi ricordo, di una volta, di quando veniva mio padre a svegliarmi e sussurrarmi che c’era la neve. E allora prendevo, mi alzavo, anche se faceva freddo, in pigiama e correvo alla finestra a vedere tutto il mondo, che a quel tempo sembrava infinito, ricoperto da una coperta bianca, correvo alla finestra a vedere i fiocchi che cadevano, uscivo di casa per tentare di acchiappare quei fiocchi, per farli miei, per sempre, ma immancabilmente si scioglievano istantaneamente al contatto con la mia calda mano.

E ora, invece, nulla. Nevica. Vedrò di partire un po’ prima, per evitare casini. Bisogna andare un più piano e stare più attenti in strada. Magari i treni ritardano. Devo cambiare scarpe, per evitare di bagnarmi quelle belle.

Però, oltre a questo, niente, nessun effetto, nessuna meraviglia, nessun incanto.

Solo noia e scocciatura.