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E le cose che non dici

Alla fine, ho perso un po’ il feeling che avevo con questo blog nel riempirlo di tutto ciò che succedeva.

Ora ci sono molte cose di cui potrei parlare, ma semplicemente evito.

Per un motivo o per un altro.

Però, ecco, in realtà le cose accadono, belle e brutte, anche se non lo dico.

Come il compleanno del Byb, la cena in pizzeria con il fratello (che fa gli anni qualche giorno prima), la tavolata da 16 posti, poi il post serata (solo per chi è senza figli :P) al Milwaukee 50’s diner a Varedo che ospitava una cover band revival molto brava, poi il dj che non sapeva mixare ha iniziato a picchiare con le peggiori truzzate commerciali con qualche tocco di classe con Madonna e una doppia Lady GaGa (con una Telephone orribilmente stoppata per far posto a Ke$ha la buzzicona).

Poi cos’è successo? Boh, Sicuramente qualcosa, anche se in verità ho rimosso.

E sicuramente succederà nei prossimi giorni, però non so se scriverò.

Vedremo.

Serate e serate (e i soliti pensieri a vanvera)

Ecco, lo ammetto.

È proprio un bel periodo. C’è la fatica dello studio e dell’uni. Però mi sto veramente divertendo.

Sto passando degli ottimi momenti con persone a cui tengo veramente moltissimo, sto conoscendo nuovi aspetti di altre e approfondendo amicizie.

Mi sento fortunato per aver avuto l’opportunità di fare certi incontri e sono contento di come sto affrontando ultimamente le situazioni: ci si butta e via. Se va bene va bene; al massimo ci lecca le ferite ma almeno non rimane il rimorso del non aver tentato.

E poi io adoro Milano. Mi piace, di notte. Mi piace guidare ed è una bellezza quando scopri che allontanandoti dalla solita strada scopri quartieri meravigliosi.

Quando all’improvviso ti trovi davanti ad Altra Sede o ti sbuca un Pirellone illuminato. E poi via, nel traffico della notte, passando per strade deserte e strade piene di vita.

E comunque, cara, ancora auguri, che senza di te questa bella serata non ci sarebbe stata.

Una sera così capita una volta ogni tanto, sigh

Una giornata intensa che si è conclusa con un’ottima serata.

Prima l’invito di Stefigno per fare un salto in Ambito 5 per partecipare ad un evento organizzato con Activision per la presentazione del nuovo (e devo dire interessantissimo) gioco basato sui Transformers. E quindi chiacchere, cibo a scrocco, informazioni e video in anteprima (gne gne gne :P) e poi un po’ di discussione. Bello e interessante.

Poi la camminata per corso Vercelli fino ad arrivare al vecchio ufficio e all’Akkademia. Cena lì. E poi a San Vittore per raggiungere un ex e carissimo collega che non vedevo da un sacco.

E le parole, le news, le chiacchere e il tempo è volato.

Una bella, stupenda serata. Che si è conclusa trovando sulla scrivania, una volta tornato a casa, un pacco dalla Condé Nast.

Su ieri sera

Ieri sera: cena di Natale per salutare il ritorno in patria di due amici dopo mesi di Erasmus in Danimarca.

Eppure non mi son divertito troppo.

Troppe persone (anche se ci sono sempre a quelle feste), assenza di alcune di quelle poche persone con cui parlo e comunque non sono neanche riuscito ad inserirmi nei discorsi degli altri, per un motivo o per un altro.

Forse non capisco perché ancora mi ostino ad andarci, visto che al 90% sono gli amici del basket di lui, che conosco ormai da anni di vista dopo feste su feste però alla fine non c’è mai nulla di cui parlare.

Poi, c’era lei completamente ubriaca. E mi è dispiaciuto, perché dopo mesi che non ci vedevamo mi avrebbe fatto piacere parlare di altro, da sani.

Forse è il caso di dirlo. Andare alle feste significa anche capire quando è il momento di andarsene.

via Rano83

Due più uno e Andrew nella piscina

Che poi la serata non è stata niente di che.

Ma non per sminuire.

Eravamo solo entrambi stanchi.

E non c’è nulla di meglio di un divano e l’indecisione davanti al telecomando di Sky.

Un po’ di Lie to me (bleah!), un po’ di House (che puntata tremenda), un po’ di C.S.I. (mai far arrabbiare i canadesi), passando per Miss Marple, Desperate Houseviwes (la magica puntata in cui si scopre di Andrew) e infine Medium.

Però tutto questo è contorno.

L’importante era ben altro.

E quel divano in due mi fa sempre pensare alle quattro mura che lo circonderanno e ci ripareranno dal freddo e dal caldo, dalla pioggia e dal vento.

Dalla molecola all’elefante

Ieri sera.

Volevamo andare al Nottigham Forest, bar “molecolare” milanese.

Ma noi quattro (io, Byb, Rosa & Tino from Bubus) siamo stati rimbalzati.

Sgrunt.

Dicevano che il locale era pieno. E forse era pure vero, visto tutta le gente che aspettava fuori.

Così, non sapendo dov’altro andare, siamo finiti al (solito?) Lelefant.

Tra le fauci di un cameriere che si continuava a dimenticare di noi e una colonna sonora fatta da Britney, Madonna e ancora Britney e Madonna. Che poi, voglio dire, svegliarsi un po’ e aggiungere anche la GaGa alla playlist, no?

Comunque, locale praticamente deserto, rispetto agli standard. Ma fortunatamente i cocktail rimangono buoni e con un alto tasso alcolico.

E non solo al locale, ma anche passeggiando per le vie di Porta Venezia e poi in macchina, riaccompagnado gli stranieri al loro dimora temporanea, abbiamo parlato, parlato e parlato.

E la serata è passata veloce, anche troppo.

E aperitivo fu

Metti un gruppetto di amici a quanto pare ben affiatato.

Pensa al Momo, sui Navigli, come perfetta location per l’evento.

Metti un paio di outsiders e uniscili al gruppo, sebbene uno dei due voglia affogare l’altro nel Naviglio.

Pensa a me come uno degli outsider, quello affogabile, con tutti i miei difetti: l’incapacità di riconoscere le persone, una timidezza iniziale tremenda ed imbarazzante. Poi le solite cose, i soliti discorsi. Tra cui il racconto (logorroico) della mia fabulous life che riesce addirittura a prendere strane derivazioni (qualcuno ha detto Pet Society?).

Beh, dire… il tempo è volato. Ed anche in fretta.

E sono contento di aver fatto nuove conoscenze e di aver finalmente “concretizzato” un’altra, a cui – sinceramente – tengo.

La piscina, il riccio, il pavimento

Ieri altra giornata di ozio totale.

Sveglia con molta calma, si passa a prendere il Byb che si è svegliato con ancora più calma di me e poi di corsa da un’amica.

Pranzo tranquillo, prosciutto e melone.

E poi fuori a cambiarsi, per tuffarsi in piscina.

Peccato per le condizioni della stessa: una massa unica di foglie sulla superficie e sul fondo a causa del vento (beh, definirlo vento è un riduttivo) della notte prima.

Armati di retini, si inizia la pulizia, quando ci accorgiamo di un riccio in acqua. Lo prendiamo e lo tiriamo fuori e lo appoggiamo all’ombra di un albero. Tenta di appallottolarsi, quindi fortunatamente è ancora vivo.

Continuiamo l’opera di pulizia e alla fine, litigando con varie prese elettriche riusciamo anche ad avviare il robottino che si preoccuper di pulire il fondo al nostro posto.

Nel frattempo il sole è caldo e l’acqua fresca.

Stiamo tutto il giorno in acqua, tranne quando l’amica esce a curare Riccio. Che trema, trema e non vuole mangiare nulla (sperando che un po’ di frutta gli piaccia, ovviamente).

Relax totale. Solo noi, il sole, un venticello fresco, il materassino che galleggia e l’iPod che suona ottima musica.

Poi la doccia, iniziamo a vedere Eagle Eye (molto carino, ora voglio sapere come finisce) e portiamo il riccio nel giardino interno e lo lasciamo lì, con qualcosa da mangiare.

[…]

Alla fine arriviamo a Milano e raggiungiamo amici di amici.

Qualche problema di parcheggio e poi Colonne di San Lorenzo, seduti per terra (che schifo), in mezzo ad un sacco di gente, a bere (finto?) Spritz, birra e vino (portato da casa).

Non esattamente la serata milanese che avevo in mente, che prevedeva per lo meno camerieri e sedie, però qualche volta si può pure fare…

Si torna a casa dell’amica. Controlliamo Riccio. Sparito. Cerca di qua, cerca di là. Ed era finito nell’unico punto che avevamo pensato non finisse. Si era buttato nel tombino aperto. E poco alla volta stava andando verso le fondamenta della casa. A questo punto, viene pure il dubbio che si fosse buttato volontariamente in piscina. Altro che colpo di vento!

Salvato per l’ennesima volta. E che ne siamo andati, salutato la cara amica, mentre Riccio sembrava si fosse ripreso e zampettava goffamente avanti e indietro (tentando pure di buttarsi giù dal tavolo).

Late Carcassònn(ing)

Adoro avere amici che chiamano all’alba delle 23:30 dicendo che sono in zona e se possono a trovarmi, che alla fine sono chiuso in casa da un sacco causa malattia.

Adoro ricevere ospiti, soprattutto se la camera è stata appena ordinata e sto lavorando, giusto per mostrare MacBook Pro, musica a tutto volume dalle bianche Creatures e con in mano la penna della tavoletta grafica. Il problema è che i miei invece non lo sono. E la loro già bassa propensione a ricevere ospiti è ovviamente inversamente proporzionale alla distanza della visita con l’orario/target 16:00.

Però alla fine tutto bene. Ho spiegato cos’era la tavoletta grafica e come funzionava, fatto vedere un paio di progetto che stavo lavorando. Ho mostrato Wired, sia il numero 1 che il 2 (ma quando mi arriva il terzo? È già in edicola? Non voglio vedere la copertina e rovinarmi la sorpresa) e li ho visti esaltarsi per la cover effetto legno, non solo visivo, ma anche al tatto. E mi son messo ad illustrare la storia di Wired e a gongolarmi di come facesse massiccio uso di infografica, il “mio” mondo lavorativo.

Comunque alla fine passiamo in cucina. Una coca, una bottiglia d’acqua, non avendo la coca light per la Ra. E un paio di partite a Carcassone.

La seconda, semplicemente spettacolare. Ho vinto chiudendo, al penultimo turno un città con cattedrale da 81 punti, facendo il record/punteggio di 162. E all’ultimo turno ho dato fastidio (anzi, bloccato) l’invasione di un campo da parte del Vale, che così ha perso tutti i campi, il cui possesso era della Ra.

Esaltante.

Carcassonne 26/04/09

Ed il bello di questo gioco è vedere ogni volta come viene fuori una differente geografia delle città. Oggi, per esempio, son venute mappe piuttosto compatte, soprattutto la seconda, con tante città raggruppate.