È finita.
O meglio, è finito.
È finito il muoversi senza senso delle mie viscere, contorte in una tremenda indecisione, ancora una volta, sulla mossa giusta da fare nella complicata scacchiera della mia vita.
La decisione di fondo c’era. Da un po’. Ma c’era da fare il difficile passo di dichiare la mia sconfitta nei confronti dei sogni e delle aspettative che altri avevano in me. E il difficile era affrontare questi altri. Trovare il modo di dire tutto, con calma, senza scene da soap opera di bassa lega o pianti isterici. Trovare il modo di evitare il litigio, unica nostra forma di comunicazione accettata da un po’ di tempo a questa parte.
E tra una storia e l’altra, proprio con un litigio, è saltato fuori tutto. Dopo la provocazione (non accolta) del “ti tagliamo i viveri”, a cui d’istinto volevo reagire salendo di sopra, prendendo il bollettino per pagare la retta e strapparlo, con un gesto plateale urlando “e allora iniziamo a tagliare questo”. Ma non so come, sono riuscito a trattenermi.
Oggi invece.. tutto, bene o male, per un’uscita non comunicata di mezz’ora. Per un semaforo rosso di troppo, sono arrivato a casa dopo di loro. Tragedia. Perchè ecco, io sono sempre in giro, me ne frego dei miei doveri, e di qui e di là . Ovviamente cominicato al telefono, mentre ero a 500m in linea d’aria dal cancello di casa. Secca la mia non risposta: tastino rosso sul cell. Altre 3 chiamate, dirottate direttamente alla segreteria. Lascio fuori la macchina, consapevole di dover uscire dopo. Entro in casa. Litigio. Col papi, in realtà .
Che si è trasformato, non so come, in un pianto. Perchè, di questa vita, su libri lontani anni luci dal mio io attuale, non ce la faccio più. Mi chiede se ho progetti, li espongo, lui non si sbilancia.
Ma tanto c’è l’altra genitrice dietro la porta ad origliare e che entra di getto nella pacifica discussione urlando e sbraitando. Perchè io devo finire, perchè ce l’hanno fatta cani e asini ed è impossibile che io non ce la faccia. E che lei, che non mi ha mai aiutato nello studio in vita mia, ha deciso che è ora che inizi a farlo. Continuano le discussioni. Dimostrando un selfcontrol che credevo di non avere. Mentre dall’altra parte erano quasi solo urla.
Poi, non ricordo come, fino primo round. Attivo msn, non avendo il cell temporaneamente usabile, per organizzare la serata, che credevo fosse abbastanza già organizzata.
Ma prima di riuscire a chattare qualcosa, ritorna la leonessa con il round 2. Un suo lunghissimo monologo, in cui mi era stato vietato rispondere. Perchè siamo persone civili, quindi prima lei, poi io, se avrò qualcosa da dire. Il monologo dura un’oretta circa. Finalmente finisce. Inizio a controbattere. E vengo interrotto. Perchè ha da obiettare. Tento di far presente il perchè siamo persone civili, quindi prima lei, poi io, se avrò qualcosa da dire. Ma dice che comunque non vale: io figlio, lei madre. E se ne frega, di quello che dico. Perchè sono io che ho sensazioni sbagliate, sono io che sbaglio questo, sono io che sbaglio quello. Grazie mille.
E poi inizia la discussione sull’uscire la sera. Perchè sono stato fuori un sacco di volte in settimana. È vero. Errore mio. Ma solo per evitare che il cervello andasse in loop logorandosi sullo stesso dubbio almetico, 24h su 24h. Un dubbio che mi ha fatto addormentare ancora più faticosamente del solito. Il dubbio che mi teneva sveglio, anche dopo essere tornato a casa tardi, aver tentato di dormire per ore, la visione di qualche telefilm, possibilmente soporifero. Nulla ha funzionato. E poi, quando finalmente mi addormentavo, era già ora di svegliarsi. Cosa che non succedeva. E portava ad ulteriori litigate, perchè ormai prendo la notte per il giorno.
Ma vabbè. Alla fine, saltano fuori delle sue amicizie. Qualche professore in licei artistici, che forse mi sanno dare qualche consiglio. Ma queste amicizie saltano fuori solo ora, dopo 4 anni?
Alla fine chiedono se voglio mangiare qualcosa, ma rispondo di no. E se ne vanno su a mangiare, mentre tento di prepararmi e mettere in moto la macchina organizzativa per la serata.
Ma ahimè. Ho scoperto che ieri sera l’ho combinata grossa. Sono uscito, anche a cena, per fare la spalla su cui piangere. Pensando che – gira e rigira – la sera prima mi sono sentito un po’ messo da parte, venendo a conoscenza del progetto ritiro mostra + aperitivo (rivelatosi poi lunghissimo) a giochi quasi fatti. Perchè potevo autoinvitarmi e fare il quarto. Ma c’era il dubbio dell’occupazione dei pannelli della mostra, che magari necessitavano di occupare proprio il posto del quarto passeggero. E non volevo creare casini del “vado io, no vai tu” al trio che si era già organizzato, a modo suo.
Ma ahimè. Ho scoperto che ieri sera l’ho combinata grossa. Sono uscito, anche a cena, per fare la spalla su cui piangere. Pensando, egoisticamente, che così non avrei pensato ai miei casini, impegnato a consolare altri.
Ma ahimè. Ho scoperto che ieri sera l’ho combinata grossa. Sono uscito, anche a cena, per fare la spalla su cui piangere. Senza considerare più di tanto la pizzata di classe e un’invito. A cui, sinceramente parlando, non mi convinceva troppo. Per l’odio e il terrore (reciproco) tra me e i bambini, per l’andare a casa di “altri” che non conoscevo (indipendentemente dalle attenuanti di parentela che questi “altri” avevano). E comunque confidando che in ogni caso ci saremmo visti il giorno successivi, cenando insieme con amici, in una casa favolosa e passando una bella serata, che poteva anche finire presto, per far spazio alle calde copertine Ikea©.
Ed è così che oggi, oltre ai disastri con i miei, è venuto a mancare il pilastro di cuori rossi a cui appoggiarmi, con cui sfogarmi e da stringere forte facendolo mio. E così ho passato tutta la serata tendenzialmente annoiandomi, ubriacandomi di acqua frizzante e di coca-cola, intossicandomi di fumo passivo, mentre ero trascinato a forza dello scorrere delle carte e del tempo verso un tristissimo player-out. Bloccato dal terrore di fondo di aver perso per sempre quel pilastro.
Pensando che se dovesse veramente mancare quel pilastro, io crollerei a terra. E non so se riuscirei ad alzarmi. Non ora, non in queste condizioni.
Tutti gli articoli di Lore!
In morbida lana
Ammettelo. Vi conosco. Siete già corsi sull’Apple Store Online per prenotare il MacBook Air. Magari avete pure aggiunto il disco a stato solido per la modica cifra di 899€.
Fra due settimane il bimbo vi arriverà a casa. Ma non avrete la custioda. Volete disperatamente la busta che ha usato lo Steve per presentarlo.
E se volete, potete. Basta ordinare AirMail. Una soffice busta portadocumenti fatta a mano, delle dimensioni esatte per il vostro MacBook. Per ricordare a tutti che MacBook Air è il più sottile notebook sul mercato. E che voi siete assolutamente fighi.
The AirMail laptop sleeve is handmade out of durable upholstery-grade vinyl, and lined with fuzzy, soft fleece. All AirMail sleeves have the same dimensions as standard interoffice manila envelopes, which will serve to remind you — and everyone around you — that your new MacBook Air really is the thinnest laptop in the world!
Sìsì, lo voglio anche io!
There’s something in the air
So che ciò dovrebb essere alla fine del post. Ma a me questo keynote ha lasciato un po’ l’amaro in bocca..
Time Capsule. Come prima cosa lo Steve ha annunciato questa nuova base Airport Express che integra un hd da 500gb o da 1tb che permette il backup “on air” attraverso Time Machine oltre a poter essere usata con Mac e PC come hd esterno. Sì, non male come idea. Peccato per i prezzi (299€ e 499€). La domanda però sorge spontanea. Visto che questa Time Capsule non è altro che una normalissima base airport con hd integrato, non potevano semplicemente “estendere” la compatibilità di Time Machine anche alle altre basi Extreme con hd esterno collegato via usb?
Nuovo Firmware per iPhone e iPod Touch. Google maps con localizzazione, sms a più utenti, personalizzazione della home screen e web clip per avere i preferiti a portata di… tasto home. E basta? Nulla di nuovo sull’SDK? Solo che verrà presentato a febbraio? Boh.. Mentre l’aggiornamento per l’iPod Touch che aggiunge un po’ di web app (tra cui Mail) costa 20$ (17€). Un aggiornamento a pagamento? Perchè? Perchè uno ha fatto l’errore di acquistare il Touch appena uscito? E quelli “nuovi” avranno mail e le altre web app integrate o bisognerà pagare?
Da notare che i rumors trapelati si sono rilevati esatti.
iTunes Movie Rental. I rumors hanno azzeccato di nuovo. Parte la sezione di noleggio dei film sull’iTunes Store. Ci saranno un sacco di film in catalogo; le novità compariranno 30 giorni dopo la loro uscita in DVD e si pagerà 2.99$ (o 3,99$ le novità ) per un noleggio. Il file può essere tenuto fino a 30giorni, ma una volta avviata la riproduzione si hanno 24ore per finire la visione. Interessante.
Arriverà prossimamente in USA, entro l’anno nel resto del mondo. E l’Italia? Nessuna data certa. Indubbiamente se e quando arriverà da noi, a livello di prezzi, potrà competere solo con Blockbuster, non certo coi piccoli videonoleggi che fanno pagare di meno. Però effettivamente la comodità di non dover uscire di casa, di fare l’acquisto direttamente via AppleTV (che devi avere, ammenochè non ti vuoi vedere il film sul Mac o sull’iPod).. vedremo!
Parlando di AppleTV, è in arrivo un gustoso aggiornamento software! A parte la compatibilità con Flicker, ora (beh, appena sarà disponibile l’aggiornamento) sarà compatibile con film in HD e audio in Dolby 5.1, si potranno comprare/noleggiare i contenuti dello store senza dover passare attraverso iTunes sul mac o sul pc. Finalmente! Restano i dubbi sul costo. L’entry level in america ha subito un taglio di prezzi: ora il modello da 40gb costa 229$. Che fanno 299€. Non chiedetemi come mai. Se poi si pensa che l’iPod Classic costa 249€ e ha l’hd da 80gb… non so più cosa dire..
MacBook Air. Bello, bello, bello! Piccolo, con una buona potenza di calcolo, finalmente un ultratrasportabile dal design pulito ed elegante (quei vaio TZ sono inguardabili, a mio avviso). E veramente veramente sottile. Vorrei comprarmelo, solo per fare il figo.
Peccato per la ridicola la dotazione di connessioni (una sola usb, ethernet con adattatore esterno usb->eth?). E, se volete avere l’hd da 64gb in memoria allo stato solido (più leggero, più veloce, consuma meno) al posto di un normale HD da 80, preparatevi a sborsare 899€ aggiuntivi. O 19€ se volete l’Apple Remote…
E anche qui, i siti di rumors hanno azzeccato quasi tutto…
Boh. Che tristezza.
Ormai neanche Cupertino riesce a mantenere i segreti.
Ma soprattutto… che cavolo di fine ha fatto il One More Thingâ„¢ a cui lo Steve ci ha abituato?
Lore e l’adsl fantasma.
Secondo Infostrada, non ho più alcun rapporto con loro.
Per Tiscali il nuovo contratto non è ancora attivo. Ma parlare con un operatore è impossibile e il servizio online non riconosce ancora la mia utenza.
Telecom dice che non fornisce certo adsl temporanee, perchè costa un sacco.
Quindi, al momento, con che cavolo di provider sono connesso?
Insonnia
Troppi pensieri affollano la testolina del Lore. Troppi pensieri non lo fanno dormire.
Cuffiette
Questo lo slogan di una campagna di sensibilizzazione lanciata dalla polizia australiana. Ragazzi stesi per terra. Il filo delle cuffie di un’ipod che ne traccia la sagoma, prendendo il posto del gessetto.
Ma è veramente così difficile tenere iPod ed mp3 vari a volume ragionevoli e guardare prima di attraversare?
[via MacBlog]Appena riusciamo
Credo sia il caso di postare qualcosa. Giusto per iniziare a far scivolare via il post precedente. Per ricacciare nell’armadio quel mostro che è di nuovo saltato fuori.
Ma ora, non riesco a scrivere nulla. Nulla che sia degno della serata di ieri. Il thè a casa di F. + N., le briochine chimiche nel cestello da picnic di cartone, le sagge parole di F., il giro in Bergamo Alta, la tranquilla festicciola a casa del R., la speranza di riuscire finalmente a fare quello che voglio della mia vita, il ritrovamento del mio book, il sogno di abbandonare Milano e provincia, il Get Up, il viaggio di ritorno e quei momenti sotto casa tua. E la tua domanda. Quella che iniziava con tutti i vari se. Ti ho già risposto. Ma, voglio ripeterlo. Sì, vorrei andare a vivere con te. Appena riusciamo. Ma sappi che io, nelle faccende di casa, sono un disastro.
Benvenuto, cactus pup nr. 1!
L’ho ne ho già parlato. E oggi non ho resistito al richiamo di Tokidoki. E neanche Love ha fatto più di tanto per trattenermi.
Era una piccolissima scatoletta cubica. Dentro, la possibilità di trovare uno dei sette cactus-cagnolini con il suo accessorio. E, incluso nel prezzo, il bello della sorpresa: non si sa infatti quale cagnolino contiene la scatola.
E alla fine è saltato fuori lui. Quello giallo, con lacrimuccia. E salsicciotto sorridente. Non mi piaceva, appena aperta la scatoletta. Preferivo quelle verde, con l’osso. O quello marroncino, con un piccolo Adios. Ma vabbè, prima o poi una collezione deve essere iniziata. E per ora c’è lui, già sulla scrivania, a familiarizzare col coniglio. E intanto la famiglia cresce..
Ricordi che sembravano dimenticati
Forse è stato per il discorso di ieri sera con Manila/Proserpina. O forse è stato altro. Ma prima, sotto la doccia, ho ricordato. E mi sono rivisto. Mi sono rivisto in un preciso istante di due anni e qualche mese fa. Mi sono rivisto accasciato inerme sul pavimento del corridio. Una macchia di sangue raggrumato sulla faccia. E la cornetta del telefono, senza vita, che pendeva dal mobile.
Design minimal, ma squisitamente raffinato
Stavo meditando questo post da un po’ di giorni. Da quando questo fantastico gingillo è tra le mani. Non è mia intenzione cavalcare l’hype che ha avuto (e ha ancora) questo favoloso gadget hi-tech che al momento non è ancora in vendita. Non è sicuramente il miglior telefono. Forse solo probabilmente è il miglior iPod mai uscito. Ma di sicuro è uno dei migliori smartphone prodotti.
Tanto atteso da tutti e sicuramente degno erede dell’ormai defunto Newton.
C’è chi me lo ha definito un telefono dal design minimal, ma squisitamente raffinato. E lo è. Davanti, un’unico strato di vetro nero protegge lo schermo, circondato da una cornice di metallo luccicante. Dietro, alluminio satinato con la solita meletta morsicata e il piccolo obiettivo della fotocamera, che spunta timida nell’angolo alto a sinistra. Uso della plastica ridotta al minimo, se non nella parte bassa del telefono, che ospita internamente l’antenna e, in rigorosa simmetria rispetto all’attacco dock, microfono e altoparlante.
Un’unico, grosso, tasto. Che porta alla schermata principale. Tutto si fa toccando lo schermo e usando l’intuitiva interfaccia utente. Che stupisce notando alcune chicche che la contraddistinguono. Appoggiare il dito e trascinare l’elenco, la pagina web, la foto per eseguire lo scrolling. E, sotto il tocco del dito, inizia a muoversi. Oppure si da’ un colpettino, una spinta.
E l’elenco inizia a correre, con forza propria, per poi rallentare e fermarsi, come bloccato da una qualche forma di attrito. E come non apprezzare la genialità di usare degli interruttori a scorrimento. Non solo per “sbloccare” i tasti, ma anche per spegnere il telefono e per tutte quelle opzioni che prevedono un sì/no. O una ghiera girevole per la scelta delle date o in alcuni moduli sulle pagine web. O il doppio tocco su una pagina web, che zooma in automatico per consenire la migliore visione possibile di quel determinato elemento, foto o testo che sia. Perchè includere una simile forma di simulzione della realtà in un telefonino? Forse la risposta è facile: finalmente, un’interfaccia completamente touch funziona. Rendere reale l’interazione con qualcosa di assolutamente inconsistente. E, abituato ai tocchi, fa quasi strano dover premere, fisicamente, il tasto home per tornare allo schermo principale. Schermo principale che presenta, allineate, tutte le sue colorate icone.
Però l’assenza di un supporto tattile si fa sentire quando bisogna scrivere qualcosa. Anche se basta abituarsi. Ai tasti che si allargano quando sono premuti, al sistema di autocorrezione piuttosto affidabile. Alla possibilità di spostarsi nel testo già inserito semplicemente con una pressione un po’ più lunga che fa saltare fuori una lente d’ingrandimento che aiuta a posizionare il cursore dove serve.
Tutta l’interfaccia è un fiorire di effetti grafici gradevolissimi. Ingrandimenti, riduzioni, rotazioni 3d, schermate che si spostano per lasciare spazio ad altre.
La parte telefonica è perfettamente organizzata. La lista contatti, quella dei preferiti, la schermata per comporre maualmente il numero con tastoni giganti. Gli sms sono organizzati cronoligicamente, per contatto, come fosse una chat, con i messaggi spediti e ricevuti. Peccato per la mancanza degli MMS. Ma chi li ha veramente usati, a parte 3 che mi inoltra di pubblicità ?
Safari si dimostra il miglior browser mobile. Veloce, estremamente veloce. E restituisce un rendering preciso delle pagine, peccato solo per la mancanza del supporto a flash. Le pagine si ingrandiscono, rimpiccioliscono, scrollano con le dita. E non manca neanche la possibilità di tenere aperte più pagine in contemporanea, i bookmark e la cronologia.
Per quel che riguarda la gestione della musica.. è un iPod. Che, se messo orizzontalmente, ci delizia con il Cover Flow: tutte le copertine dei nostri album da scorrere, con le dita, come sempre. Un click su una cover e questa ruoterà su se stessa, mostrando l’elenco dei brani. Ottima anche la qualità di riproduzione dei video.
Ottima l’integrazione con il mio iTunes, iCal e Rubrica Indirizzi.
Insomma, avete capito che ho trovato il mio telefono?

