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È ancora troppo presto

Vi è mai capito di essere nel letto, luce spenta e non riuscire a dormire? Continui a pensare che devi liberare la mente in modo da non aver più nulla da farle fare e riuscire quindi finalmente a dormire.

E invece succede quella strana sensazione. Come se tu diventassi piccolo piccolo e il letto e la stanza sempre più enormi. Da bambino mi succedeva sempre, soprattutto quando ero a letto ammalato. Ma diventava spesso un incubo di cui avevo una paura folla, visto nel buio della stanza comparivano ingranaggi sempre più grandi che venivano verso me.

Ora invece l’incubo è interno a me. Perché ora sono i pensieri a tenerlo sveglio e mettermi paura. Penso ai capitoli e agli argomenti dei libri, vedo impressa nella mia memoria la pagina del sito orribilmente sfigurata da Internet Explorer, la collego a porzioni di CSS e penso a come risolvere il bug, rileggo mentalmente email che mi fanno girare le scatole e pendo a possibili probabili risposte.

Ma tutto questo non va bene, perché tra non meno di 4 ore devo svegliarmi, lavarmi, sbarbarmi, fare colazione e prendere un treno per Milano, ricordandomi di fare il biglietto.

Settembre meno due

Che poi, niente. Così all’improvviso arriva settembre e inzia l’ansia, con due esami troppo presto e che devo passare, con un lavoro troppo lungo e difficile da portare a termine il prima possibile, con l’altro lavoro messo in standby causa ferie estive e quello collegato da iniziare, uno che boh chissà  se parte, un altro che forse invece era meglio lasciar perdere.

Periodu

Boh, solito periodo un po’ così…

Vacanze che volgono al termine, troppo poco mare e l’impossibilità  di rientrare nell’ottica dei libri e del lavoro.

Passerà , si farà  il solito rush finale, ma quest’anno pesa ancora di più.

L’entusiasmo si sta spegnendo.

Bellaroba

Oggi, giornata di grosse litigate in famiglia.

Come ogni domenica, che non è mai possibile che si possa stare tranquilli.

Motivi del contendere il fatto che sia sempre fuori casa. Un sempre che – ad esempio – nell’ultima settimana ha corrisposto a 3 eventi: lunedì sera, cena da un’amica a Milano. Venerdì sera, cena a casa di una carissima amica a Legnano. Sabato sera, mezzo pomeriggio fuori e un’altra cena (questa volta di compleanno).

In pratica, è troppo. 3 sere fuori su 7, in estate, quando non ci sono lezioni, e sto comunque lavorando su alcuni progetti.

Ma è veramente troppo?

Poi, non si sa come, si passati al fatto che loro, in realtà , sono solo preoccupati. E che no, le storie che fanno quando io voglio uscire, non è perché non vogliono che io esca, è che si preoccupano. Al solito, a me non sembra, ma a quanto pare sono io il problema che non capisce mai niente. Tento di ribattere dicendo che qualche volta mi farebbe piacere sentire anche solo un ok, ciao, stai attento e divertiti. Sono scoppiati a ridere. Che queste cose succedono solo nei film. E quelli che ti trattano così, alla spalla ti pugnalano. Eh? Ma siete completamente impazziti?

Poi sono passati beffardi alle vacanze, attaccando con un ma quest’anno viaggi pazzi non fai? Già , i miei viaggi pazzi. Quali? Quei 10 giorni in Grecia tra Atene e Syros due anni fa? Il w-end sfigato a Stoccolma in cui mi sono ammalato (ancora li sento ripetere se non fossi partito, non ti saresti ammalato)? La settimana a Madrid a trovare una compagna di università ? Non so, forse abbiamo metri di giudizio diversi, ma quelli non mi sembravano viaggi pazzi.

In ogni caso, avevo risposto che ci stavamo ancora pensando e dovevamo controllare treni e alberghi, ma quasi sicuramente facciamo 4-5 giorni questa settimana, probabilmente a Zurigo.

Tutto questo verso mezzogiorno.

Poco fa passa Padre in camera, vede che stavo trafficando con i vari siti di booking, chiede se avevo deciso. Rispondo di sì, che stavo prenotando. Dillo alla mamma, mi raccomando. Ma scusa, non ne avevamo parlato meno di 4 ore fa?

Vado su, è in balcone che legge.

– La vacanza è confermata.
– Ah sì?
– Sì, a Zurigo.
– A Zurigo? Ma sei matto?
– Perché? È vicina, si sta freschi, non ci sono problemi di prenotazione e non costa poi tanto.
– E quando?
– Ho il treno da Centrale domani alle 9.
– E con chi?
– Io e B.
– Bellaroba.