Tutti gli articoli di Lore!

Rapidi, con Medusa

Ok.

Credo di aver effettuato l’acquisto più rapido della mia vita.

Trovo nella mail l’invito ad una svendita online. Tokidoki. Nel giro di 3 secondi ho già cliccato, scelto (già praticamente tutto esaurito), e pagato.

m_1_E08TK5MEDUM93

Costo della folle (e rapidissima) operazione: 13€ (+7 di spedizione).

E questa mattina stavo giusto pensando che alla fine, la mia carta di credito è passata indenne a Giugno. Devo rimettermi in pari in qualche modo, no?

Riprova, annulla, tralascia

Ed eccomi qui.

A scrivere dei miei soliti patemi e improvvisi sbalzi di umore e di volontà.

E già immagino voi, lì che vorrete prendere qualcosa e lanciarmela addosso per farmi tornare a ragionare.

Ma non ce la faccio.

Saranno le troppe cose da fare, i millemila libri da studiare (in neanche 3 mezze giornate, visto che l’altra metà è occupata dal lavoro), l’atmosfera irrespirabile di casa, ma non ce la faccio.

O forse non ce la voglio fare, non voglio fare sforzi e voglio arrendermi, visto che è troppo difficile e forse ben oltre le mie possibilità quello che mi sono messo in testa di fare.

Ho chiesto aiuto, ho delegato un po’ di cose da fare, ma adesso sono di nuovo da capo.

E la cosa è ancora più grave, pensando al fatto che forse, sono rimasto con matematica. Quella matematica che la segreteria non ha voluto riconoscere come credito formativo, quella matematica che non riuscivo a frequentare (e dare i parziali) per il lavoro. Bene, ora sembra sia saltato fuori che non avendo dato i parziali non potrò fare l’intero.

Bene, vivissimi complimenti a me che pensavo che le cose funzionassero logicamente come da altre parti, che non vedendo nulla che dicesse il contrario non mi sono preoccupato della fattibilità, complimenti a me che ora mi ritrovo con un esame in più da dare l’anno prossimo.

E così è l’ennesima cosa che si aggiunge all’ansia delle cose da fare, all’elenco delle cose che non vanno e che forse potevano andare diversamente.

È il famoso imprevisto che non deve esistere. Anzi, è il secondo imprevisto che non deve esistere. Il secondo, dopo la questione informatica (addio 30 e lode).

E queste cose sono deleterie, perché fanno rifrullare nella mia testa la presunzione di ha già un lavoro e sa di saper fare bene quello che sa fare.

Che ci faccio di nuovo tra i banchi? Ha senso trattare con persone che considerano un perfetto imbecille che nulla sa? Con persone che parlano così, in astratto, di concetti inutili che poi non vanno neanche ad applicare? Sarà che non sono per nulla soddisfatto delle materie di questo secondo semestre, ma mi domando se ora, la scelta del Politecnico, sia quella giusta, per me.

Sicuramente lo sarebbe stato 4 anni fa. Ma ora?

Genova duemilaenove

Sono già passati due giorni.

E ho ancora un bel ricordo di Genova, di come ci ha accolto con simpatia, affetto e curiosità.

La città sembrava viva e attenta a questo fiume di gente che l’attraversava, al contrario di una Bologna quasi indifferente l’anno scorso.

Un corteo forse troppo lento, a causa delle strette vie di Genova.

Ma l’idea è che eravamo in tanti. Allegri e felici.

Mi sembra ci siano state poche baracconate, che di solito sono quelle che fanno audience ai telegiornali. Telegiornali e media che – come al solito – hanno taciuto l’evento. Tranne – ed è la cosa strana – il Secolo XIX, che ha addirittura dedicato un articolo in prima pagina sabato e l’intera prima pagina dell’inserto locale il venerdì.

Eppure c’eravamo. Ed eravamo anche in tanti.

La città di è accorta di noi. Noi ci siamo accorti della città.

Forse era voglia di risollevarsi dalla tragedia del G8, forse perché come città di mare Genova è sempre stata abituata a gente che va e che viene.

Però un grazie è doveroso.

Un grazie alla città, ai cittadini, alla Sindaco.