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Ricette (per un capodanno perfetto)

Bergamo.

Love + i Carissimi Amici Bergamaschi e il loro gruppo (enorme) di amici e qualche parente.

Un ristorante su (ma non troppo) in montagna.

La neve, che cadeva, cadeva e cadeva.

Io, impazzito con la macchina fotografica (1gb di foto in una sera è tanto?).

Il tempo che correva veloce, fino alla mezzanotte.

E il soldo per l’elfo, il melograno transgenico e i 12 chicchi d’uva.

I fuochi d’artificio, i botti (troppo potenti, forse), qualche palla di neve.

I baci sotto il vischio.

Poi di nuovo di ritorno a Bergamo.

Tirare le 7 a parlare (in una stanza) e a giocare (nell’altra).

L’ultimo ospite che se ne va.

La grande ospitalità dei padroni di casa e un divano letto Ikea che ci accoglie, sotto una coperta Dalmatata.

Un ottimo capodanno.

Grazie, veramente, di cuore.

[Pensieri sconclusionati] La cena dei piccoli aiutanti di Babbo Natale

Effettivamente, il post sulla cena dai Bergamaschi non poteva mancare.

Perché i padroni di casa non si son smentite. Una casa che trasudava regali, luci, addobbi e decorazioni da ogni poro dell’intonaco. Quel tocco di esagerato che la rende bellissima e speciale. Una casa da ri-scoprire in ogni angolo, perché la chicca è sempre nascosta dietro l’angolo.

Però, casa a parte, la differenza la fanno loro. Era un sacco che non li vedevamo, in effetti. E sono sempre i soliti. Non c’è niente da fare. Io con loro sto bene, benissimo. Per quanto, dopo un po’, abbia iniziato a sonnecchiare in piedi e diventare bianco parete a causa della stanchezza.

E ovviamente, c’è stato il magnifico momento di scambio dei regali. È stato strano far parte di un gruppo di amici che si scambiano regali. Io non l’ho mai fatto prima. Non ho il senso del Natale, del regalo, dello scambio. Nulla. Zero, completo. E mi sento un po’ a disagio, per non aver pensato (e realizzato) un regalo.

Ma sono contento. Di avere uno stupendo cuscino/abbraccio rosso. Di avere una porzione di brilli porta fortuna, da utilizzare al momento opportuno.

E nel frattempo, avevo il click facile con il mio novo giocattolino. Ok, ci sono stati i rimproveri per averlo comprato troppo tardi. Ma insomma. O mi pagavo il volo per la Grecia, o mi compravo una signora reflex! 

Mi piaciono alcune foto che ho fatto. Altre, le posso sistemare con un po’ di photoshop. Però 500mb di foto per una cenetta forse sono un po’ troppe.

Due serate

Non so. Mi sento strano, dopo queste ultime due serate.

Bene o male, mi sento tornato in vita.

Beh, non che sabato scorso non abbia vissuto. Anzi. E’ stata anche quella una bella, bellissima, serata.

Ma queste ultime due sere mi hanno risvegliato. La prima, un po’ più intima, rivedendo due cari amici, assaporando la nostalgia delle Grecia e delle sue buonissime “schifezze” culinarie. Le chiacchere, quelle serie e quelle un po’ meno, l’incrocio dei discorsi, i silenzi e le parole a fiume.

E poi la seconda serata. Un compleanno, un po’ strano, che ha portato a un po’ di peregrinazioni dell’ultimo minuto. Un’idea divertente, organizzata con il solito stile della festeggiata. Però, poi, alla festa vera e propria, mi sono divertito. Come sempre, in quelle feste.

E oggi il weekend è finito. Si ritorna a lavoro e domani in uni.

Paragoni di anno in anno

Appena tornato a casa ho iniziato a pensarci. Sono passato da un estremo all’altro. Quando ero bambino, a momenti non sapevo neanche cosa fosse un compleanno, perchè i miei non me ne avevano mai organizzato uno. E vedevo i miei compagni di classe che facevano mega feste di compleanno, con striscioni, gioconi, miliardi di regali e miliardi di invitati. Io, invece, massimo che ho fatto è stata una misera festicciola con una torta (così così) e 3-4 amici.
Quest’anno invece, sono settimane che continuo a festeggiare il mio compleanno. Prima col mega regalo by Love (che non ho ancora pubblicato nella Magenta Desk Family!!!), poi con la cena da V. & R., lo strano braccialetto della F. e il libro di E., poi la torta + regalo a sorpresa degli amici del paesello provincialotto. E questa sera, un’altra festicciola in quel di Bergamo.
E tra l’altro, mentre tutti gli altri anni sono impazzito per tentare di organizzare qualcosa di decente che si è rivelato sempre un mezzo fiasco, quest’anno non ho mosso un dito. E ci hanno pensato altri ad organizzare per me un sacco di belle cose.
E sono contento. Non perchè non ho fatto nulla o per via dei regali ricevuti. Ma perchè finalmente mi sento considerato. C’è qualcuno che si ricorda di me, di sua sponte.

Nello specifico, ci sarebbe molto da dire sulla serata di oggi. Sul ritardo reciproco, sulla fantastica cena polenta, arrosto e bollicine della Fra. Su quanto sia bello entrare in casa loro e trovare ogni volta qualcosa di nuovo. Sul mega schermo Samsung che però, dopo mille risontinazzazioni manuali, ci ha obbligato a vedere San Remo in bianco e nero (e come si fa a parlare male di come erano vestiti?). Sulle sagge parole della Fra. E sul rinnovato invito per essere presenti l’08-08-08. E sullo strano stato d’animo che mi ha accompagnato per tutto il viaggio di ritorno. Sul fatto che io – a Bergamo – con i miei Amici – ci sto veramente bene.

La cena di fine anno

Un’altro anno è finito.
Questa volta in compagnia di Love, a casa di Va, a mangiare i manicaretti della Ra.

Il tutto inizia affrontando il freddo per andare a prendere (ovviamente in ritardo, causa lunghaggini nei preparativi, tetris di macchine in giardino e cambi buste che non andavano bene) Love. Poi si va a casa di Va, arrivando notevolmente in anticipo.
Una mano per fare gli ultimi preparativi, prima dell’arrivo degli altri ospiti. Iniziando a mangiucchiare le tartine al salmone, fatte apposta per me dalla Ra.
Arriva il primo ospite, amico di Va, simpatico.
E attendiamo gli altri 2 ospiti. Che arrivano. Con un ora di ritardo. Che mangiano poco, fanno gli asociali e mi guardano male, soprattutto lei, Morticia dei miei stivali con lampadari appesi alle orecchie. Ma guarda un po’ te!

Quindi, non curandoci di questi due poco graditi elementi (che hanno deluso anche il padrone di casa, loro amico), abbiamo cenano.

  • Ottime lasagne con dentro non so cosa. Beh, di sicuro radicchio, speck, pasta e formaggio, tutti gli altri ingredienti non li ho individuati. Ma ho mangiato. Quindi era buono.
  • Risotto allo champagne, che si è ciucciato una bottiglia e mezza per la preparazione. E sia Love che Ra ne hanno assaporato i fumi alcoolici. Ecco, già ubriachi prima del brindisi. Che ragazzacci!
  • Cotechino, lenticchie e purè. Il purè era fenomenale!

E nel frattempo si avvicinava la mezzanotte. Conto alla rovescia (che tristezza il concerto da Rimini sulla rai!), bottiglia da stappare e brindisi.
Al che sono partiti i fuochi d’artificio. E dai 95mq di terrazzo del Va, dall’alto del 3o piano, riuscivamo ad avere una visione a 300° di quello che succedeva intorno. Ci saranno stati almeno una ventina di punti da cui partivano i fuochi. E uno era nel giardino di una villetta, a 300-400 metri dalla palazzo del Va. :S

Rientrati al caldo (23°) dell’appartamento del Va, era dolce time! Pandoro/panettone con una morbidissima crema e.. tiramisù, fatto apposta dalla Ra, per me. Ma ha “confuso” le ordinazioni. Così, convinta che a me piacesse quello ai pavesini, ha fatto solo la mia versione. Che a Va. non piace. E che non ha mangiato. Perchè Va. mangia solo il tiramisù con i savoiardi. Che io preferisco…

Finita la cena, fortunatamente i due amorfi ospiti se ne sono andati e dopo un po’ se nè andato pure il terzo amico di Va. E, dando una mano a sistemare, ci siamo sdraiati spossati sul divano. Per scoprire che su Italia 1 davano Alien. Che io non ho mai visto.

Ovviamente la Ra aveva qualcosa da ridire, quindi abbiamo fatto un salto al Biliard, per giocare a Carcassone. Vittoria del Va, che mi ha superato per 2 punti, mentre l’ottima strategia della Ra, unita alle nostre cattedrali nella sua città, l’hanno fatta arrivare ultima. Eheh.

Ed era già un po’ tardino. Così siamo tornati a casa, solo perchè ci stavano sbattendo fuori dal locale. E, all’alta delle 6 e qualcosa, ho raggiunto il mio lettuccio. Per un po’ di meritato riposo. La prima dormita del 2008.
Speriamo in bene!

Da Bergamo a Milano

Altra seratona con gli amici di Bergamo.
Questa volta si giocava in casa, in quel di Milano. Ma ciò non ha portato molti vantaggi. L’infinito ritardo con cui siamo arrivati, una multa presa per divieto di sosta (ma dove? ma perchè?) (e intanto il comune di Milano si è ciucciato 172euri dalle mie tasche nel giro di 7 giorni. Sgrunt!), lo stress di affrontare la follia automobilistica dilagante..
Ma torniamo a noi. Programma del tardo pomeriggio? Beh, un giretto di shoooopping pre-natalizio per il centro milanese, sotto un’odiosa pioggerellina biricchina: incontro con gli altri alle Messaggerie (e la Francy si distingue sempre.. questa volta era tutta sbrillucicosa!), un salto da WhiteStar tra enormi (e bellissimi) libri fotografici ed infine Ricordi sotto la galleria. Ma perchè non c’è più la scatola delle scarpe di Sex and the City? Nota negativa: abbiamo saltato la Fnac (e quindi anche l’acquisto del loro coniglio.. sigh sob, avevo pure già preparato una sorpresina per muuniglio..).

Ma solo perchè il ristorante greco in zona Loreto ci attendeva.
La mia prima volta al greco mi ha pienamente soddisfatto. La cucina, l’ambiente, la compagnia. Ho dato di nuovo prova delle mie doti di animale da conversazione (ma dove?), ma mi sa che Love mi ha battuto. E’ più animale da conversazione di me. Soprattutto su strutture portanti di vetro o di plastica. E nel frattempo.. mi sono pure preso i rimproveri per essere andato da solo alla festa bergamasca di qualche settimana fa. Però, effettivamente, sono il primo a pentirmene. Ma chi lo immaginava che sarebbe stata così bella, divertente ed amichevole? Chi lo immaginava che avrebbe avuto un così forte impatto emotivo su di me?

Ma come non parlare del simpatico animaletto della foto? Non siamo riusciti a capire bene cosa sia. Una razza (o è una manta), dal mantello a fiori, con grandi occhioni sporgenti, pois luccicosi e persino ventosa per fissaggio al vetro. E’ stato amore a prima vista. Peccato che la prima era stata destinata ad altri scopi. Così, grazie alle mie doti di bambinetto (o forse devo dire alla generosità dei bergamaschi?), l’ho ottenuta anche io. “Così quando la vedi ti ricordi di noi”. Beh, non è così facile dimenticare gli amici di bergamo. Ma in ogni caso, come non accettare volentieri questo ausilio alla memoria?

PS: ci hanno pure fatto i complimenti come coppia. Una coppia che, in un’istante non precisato tra il 30 novembre e il 1° dicembre ha compiuto un mese. E ciò ha ovviamente portato ad un apprezzatissimo brindisi, con quel buon vino greco. Ed è bello brindare con chi sa che NON si incrociano i bracci e che ci si guarda negli occhi. Altro che quegli zoticoni che frequent(av)o. Umpf!