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Caldi raggi del sole su Milano

Oggi è stata una bella giornata. Il bel tempo di oggi e i raggi del sole mi hanno scaldato. Non solo fisicamente, ma sono riusciti ad arrivare persino nel profondo del mio animo e del mio cuore.
Forse non è stato tutto merito del sole.. sarà  stato il fatto che oggi ho eliminato la routine che mi vedeva tutto casa, letto, sveglia, doccia, pappa, autostrada, parcheggio, reclusione a lavoro, autostrada di notte, casa, letto. Visto che sono uscito in piena mattina per fare una commissione a Milano, sperando anche di vedere un caro per pranzo. Ma non ho portato a compimento nè la commissione, nè il pranzo. Ma ho sfruttato la giornata bella giornata per camminare per tutta milano. Da zona Missori a piedi verso piazza Duomo (quant’è bello il Duomo bianco e luccicante!), per poi fare Cordusio, Cairoli, andare al Castello e attraversare tutto Parco Sempione, che pullulava di vita, tra tenere coppiette sdraiate a prendere il sole, amici che giocavano a calcio, mamme e nonne a passeggio con i pargoli. E tutta questa passeggiata, con le fide cuffiette bianche nelle orecchie, per arrivare fino in via Giusti per l’open day di Arte & Messaggio. E sì, se riesco a superare il test, voglio proprio frequentarla.

In circolo

Sono piombato in uno di quei periodi in cui io non posso stare solo con me stesso, perchè io non sto bene con me stesso.
Ma la cosa grave è che non riesco a capire perchè.
E, dall’alto del mio umore sotto i piedi, mi rendo conto che faccio stare male anche chi mi ama e mi vuole bene.
E così io sto ancora più male sapendo di far star male altri perchè io sto male.

Ketty Metty

Direi che siamo tutti stufi. Di questi partiti che non pensano alle nostre vere esigenze. Ma meno male che ora è arrivato il partito perfetto. È il Partito del Ketty Metty.

Basta con i falsi problemi, basta con le campagne elettorali tutto fumo e niente arrosto… basta coi partiti finto democratici e con i partiti delle apparenti libertà â€¦ basta con le cose rosse o bianche… è “nell’aria” (come dice Marcella Bella, ispiratrice – tra le altre – del movimento) il vero cambiamento… l’Italia s’è desta… ed è pronta a rispondere ai veri interrogativi della vita in maniera solida, pratica…concreta. Nasce così il vero partito nuovo delle elezioni 2008… la realtà  politica, culturale e sociale che può veramente aiutarci a risolvere i reali problemi quotidiani ed a dare un senso alla vita politica di questo paese… nasce così il Partito del Ketty Metty. 

Ringraziando La Pina che nel suo programma radiofonico Pinocchio su Radio Deejay ha dato voce a questo nuovo partito. E ringraziando il Byb che, col suo post, mi ha ricordato che da tempo, anche io volevo fare un post a riguardo.

Gli italiani ormai sono pieni di dubbi… il tesoretto, c’è o non c’è? Mastella da che parte sta? Laici o cattolici? Zuppa o Panbagnato? Britney o Lindsay? Ma soprattutto…te, Ketty Metty?? Questo l’angoscioso dubbio che ciscuno di noi vive ogni mattina di fronte a un impietoso specchio e ad un armadio che sembra sempre non avere quello che serve per affrontare con orgoglio italico la giornata e i suoi dilemmi.
Il Partito del Ketty Metty sa… sa come migliorare la vita quotidiana di tutti noi… il Partito del Ketty Metty sa rispondere ai veri interrogativi di ogni giorno… il Partito del Ketty Metty (PDKM) ha la ricetta per il benessere della gallina italiana… il PDKM sa consigliarti l’outfit (fisico e mentale) con cui dare la marcia in più a questa nazione che, non dimetichiamolo, è l’unica fatta a forma di stivale… col tacco (12).

Ed ecco quindi qui per voi una primissima bozza del manifesto (by me) del partito, in attesa che arrivi quella ufficiale. E sempre nell’attesa, gli 11 punti del programma si possono anche ascoltare.


E ricordate. Votate, votate, votate!
Perchè è un sacrosanto diritto in una democrazia stivalesca come la nostra.

Tra tre mesi, come un topo.

Sto diventando un uomo tutto nanna e lavoro.
E inizia a mancarmi buona parte della libertà  che avevo prima.
Ma prima o poi deve arrivare il momento di crescere, per tutti. E credo che per me sia arrivato.
Un lavoro nella grande città  che bene o male mi porta a dedicargli tutto il mio tempo. Perchè ha orari e ritmi inconciliabili con gli orari e i ritmi del “resto del mondo”.
Resto del mondo che comprende un po’ di cari amici, che per un motivo o per un altro è un po’ che non vedo. Perchè poi va a finire che nei giorni liberi disponibili uno abbia l’umore così sotto terra da non voler neanche mettere il becco fuori di casa, anzi, no, dalla stanza.
Ma l’umore, ora sembra essere tornato a posto.
E il problema umore, ha lasciato il posto ad un altro problema.
Se così si può definire.
È che mi sono inserito bene nel gruppo di lavoro, so (come sono presuntuoso!) fare bene il lavoro che mi hanno assegnato e più volte ho dato un mano anche in altri campi. Dal risolvere qualche problema ai Mac o qualche consiglio su come risolvere qualche strano impiccio by quark, illustrator o photoshop.
Al momento sento su di me la fiducia dei capi, soprattutto ora che non ho neanche più un “responsabbbile”. Ma sento su di me anche delle responsabilità . Il cui peso si farà  veramente sentire quando, per la prima volta, me ne dovrò stare solo soletto in ufficio ad attendere l’articolo sulla partita. E chiamare la tipografia per la conferma delle pagine. Sperando che non ci sia nessun problema.
Però inizio a pensare al mio futuro, a chiederemi che cosa succederà  alla fine di questi tre mesi. Mi chiederanno di restare? Mi offriranno un buon contratto? Io, ora, ho già  paura. Ho paura di dover decidere, come sempre. Perchè come sempre dovrò decidere di lasciare qualcosa che conosco per qualcosa di ignoto di cui non so affatto se sarò adatto o meno. E mi sento già  in trappola. Tra la paura di lasciare e deludere qualcuno. E quella di restare e deludere altri.

La calma

Giornata di cambiamenti @ work.
Dopo poco più di due settimane di lavoro, qualche complimento da parte dei capi che sembrano soddisfatti di me (oppure sono bravissimi a fingere), non ho più un responsabile e sarò responsabile di me stesso. Soprattutto quando (speriamo non succeda mai) mancherà  la mia collega, per varie ed eventuali.
Il che è abbastanza una tragedia. Perchè se prima il lavoro in 3 era abbastanza tranquillo, in 2 lo è un po’ meno. Soprattutto se ne succedono di tutti i colori come oggi. Riunioni con i capi, pagine mastro da modificare, pubblicità  che mancano (e lo si scopre all’ultimo), pubblicità  che arrivano in formati sbagliati dal preventivato (ovviamente più piccoli).
I piccoli problemi con le pubblicità  ci hanno obbligato a cambiare l’impostazione grafica di due pagine (che erano persino condivise tra i vari giornarli, e ognuna aveva bisogno di uno spazio pubblicitario di dimensioni diverse!). E hanno costretto i giornalisti a trovare altre notizie da aggiungere per altre 2 pagine.
Poi lo script per aggiornare le tivvù non andava su un computer. E quando finalmente erano pronte le 3 pagine delle tivvù (pesantissime da modificare e quindi lunga anche la creazione di eps e pdf).. ta dan! Era saltata un’immagine. Che però Quark mostrava. E nel pdf non c’era. E altro tempo perso. Per cosa poi? Per colpa di un’accentata nel nome del file.
Io odio Quark!
E, beffa finale, non riuscivamo a contattare la tipografia per avere la conferma della ricezione dei file. Rimbalzi di numero in numero, gente che non sapeva neanche cosa stampavano e che ci dicevano che avevamo sbagliato numero, dandoci quello di un’altra società  :S
E poi, all’alba delle 00:10 finalmente abbiamo chiuso alle nostre spalle il portone della redazione. Uno strappo a casa alla collega e poi dritto in autostrada verso casuccia cara. Col contachilometri fisso sui 90km/h. Perchè a volte è bello vivere la vita con calma. Anche solo quella mezz’oretta notturna di viaggio verso la propria tana.

Citazioni da un falso

Yeah, we rocked your friggin world, right? I mean 29 June 2007 might be the day the world changed, but today it just changed again. BlackBerry is dead. Microsoft is dead. Windows Mobile is dead. Amazon is dead. Kindle is dead. Nokia is dead. Motorola was already dead but now they are even more dead. Google’s Android is dead. Samsung is dead. LG is dead. Sony is dead. UTStarcom is dead. We’ve thrown $100 million into an iFund so people can build iApps to sell on iTunes and give us 30% of their iMoney. The coming onslaught of new applications will make iPhone the only smart phone that anyone in the entire world will ever want to use.

Tratto da “Happy now, bitches?” by Fake Steve Jobs
 


E tutto questo semplicemente perchè Apple ha rilasciato la beta del kit di sviluppo per le applicazioni per iPhone e iPod Touch, oltre ad avere annunciato un sacco di succulente (soprattutto per le aziende) novità  che verranno incluse nella v2.0 del software del melafonino. Nel frattempo le più grandi software house si sono buttate sullo sviluppo di applicazioni, tra cui anche EA che ha in programma addirittura una versione specifica per iPhone del suo prossimo gioco di simulazione: Spores. Per non parlare di Sun, Adobe e le centinaia e centinaia di sviluppatori indipendenti che si divertiranno a creare applicazioni (o ad effettuare il porting delle app attuali “non ufficiali”).
Ma vedremo, effettivamente, cosa succederà  a giugno, quando finirà  la beta dell’SDK e sarà  disponibile la nuova versione del software.

Odissea di un lungo viaggio verso casa

Giornataccia. Non tanto per il lavoro in sè, ma perchè è da metà  pomeriggio che mi ha fatto compagnia un mal di testa tremendo. E l’insonnia notturna è tornata a farmi compagnia. Sgrunt.
Per non parlare dell’odissea per tornare a casa. Perchè, nonostante il papi mi avesse informato della partita (ed effettivamente un mio collega si è fermato in redazione proprio per finire di impaginare la pagina sulla partita), una volta salito in macchina, ho attivato il pilota automatico. Che mi ha portato dritto dritto sulla circonvallazione e poi in piazzale Lotto. Un delirio, tremendo. Mi chiedo per quale motivo quando ci sono più di 3-4 persone insieme, il loro cervello sparisca e diventi persino inferiore a quello di una formica – non me ne vogliano i cari insettini.
Semaforo. Rosso per i pedoni. Verde per le macchine. 3-4 vigili per semaforo che continuavano ad urlare alla folla di NON attraversare. E continuavano ad attraversare, come se nulla fosse. E intanto, da dietro, altri poveri automobilisti che condividevano con me l’infelice destino di essere in piazzale lotto, iniziavano a suonare, perchè effettivamente era verde. La situazione è migliorata quando il collega automobilista al mio fianco ha accennato un’improvvisa accelerata che lasciava presupporre che ci saremmo trasferiti presto nel mondo digitale di Carmageddon. E così i pedoni si sono fermati. E siamo potuti finalmente passare. 10 metri. E di nuovo lo stesso discorso.
Poi di nuovo traffico bloccato su piazzale Kennedy. E qui entra in gioco la logica delle 5 corsie: spostarsi di corsia in corsia inseguendo il miraggio di essere in quella più scorrevole. Per poi accorgersi, all’ultimo, di essere dalla parte opposta a dove si dovrebbe essere. Tentando quindi di riposizionarsi nella corsia giusta, bloccato tutto e tutti. E il bello è quando a farlo è un camion con rimorchio..
E giusto per finire in bellezza l’avventura verso casa, cosa dire del “tratto di autostrada Marcallo mesero – Novare Est” chiuso per lavori? Anche se, arrivato al casello di Arluno non hanno forzato l’uscita. Ma ho preferito uscire lo stesso, perchè, con la fortuna di oggi, mi sarei beccato pure il casello chiuso. E mi avrebbe costretto a 24km in più di viaggio.

Ma ora, ncora qualche minuto perchè finisca il programma di Gatto Nero su RadioNation1 e andrò alla conquista delle coperte..

Paragoni di anno in anno

Appena tornato a casa ho iniziato a pensarci. Sono passato da un estremo all’altro. Quando ero bambino, a momenti non sapevo neanche cosa fosse un compleanno, perchè i miei non me ne avevano mai organizzato uno. E vedevo i miei compagni di classe che facevano mega feste di compleanno, con striscioni, gioconi, miliardi di regali e miliardi di invitati. Io, invece, massimo che ho fatto è stata una misera festicciola con una torta (così così) e 3-4 amici.
Quest’anno invece, sono settimane che continuo a festeggiare il mio compleanno. Prima col mega regalo by Love (che non ho ancora pubblicato nella Magenta Desk Family!!!), poi con la cena da V. & R., lo strano braccialetto della F. e il libro di E., poi la torta + regalo a sorpresa degli amici del paesello provincialotto. E questa sera, un’altra festicciola in quel di Bergamo.
E tra l’altro, mentre tutti gli altri anni sono impazzito per tentare di organizzare qualcosa di decente che si è rivelato sempre un mezzo fiasco, quest’anno non ho mosso un dito. E ci hanno pensato altri ad organizzare per me un sacco di belle cose.
E sono contento. Non perchè non ho fatto nulla o per via dei regali ricevuti. Ma perchè finalmente mi sento considerato. C’è qualcuno che si ricorda di me, di sua sponte.

Nello specifico, ci sarebbe molto da dire sulla serata di oggi. Sul ritardo reciproco, sulla fantastica cena polenta, arrosto e bollicine della Fra. Su quanto sia bello entrare in casa loro e trovare ogni volta qualcosa di nuovo. Sul mega schermo Samsung che però, dopo mille risontinazzazioni manuali, ci ha obbligato a vedere San Remo in bianco e nero (e come si fa a parlare male di come erano vestiti?). Sulle sagge parole della Fra. E sul rinnovato invito per essere presenti l’08-08-08. E sullo strano stato d’animo che mi ha accompagnato per tutto il viaggio di ritorno. Sul fatto che io – a Bergamo – con i miei Amici – ci sto veramente bene.