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Videogiochi ai raggi X: un approfondimento su tecnologie e processo di sviluppo

Ovviamente, l’unica volta che il Politecnico organizza una conferenza che mi interessa, non riesco ad andarci.

Visto che giovedì ho lezione tutto il giorno in Bovisa e la conferenza sarebbe in pausa pranzo.. a Leonardo!

Marco Mazzaglia – Milestone – dalle 12 alle 14 (2 ore)
Sala conferenze del Dipartimento di Elettronca e Informazione
Quali tecnologie si trovano all’interno di un videogioco? Come queste sono utilizzate? Con una prova sul campo, il seminario sarà l’occasione per analizzare e scoprire che il videogioco contiene tematiche che si affrontano nella quotidianità del percorso formativo universitario.Quali sono i metodi di analisi? Quali sono gli strumenti utilizzati durante la fase di sviluppo di un videogioco? Sarà proposto ai partecipanti e esaminato un caso reale avvenuto durante lo sviluppo di un prodotto in commercio.Il seminario fornisce l’opportunità di conoscere da un altro punto di vista l’oggetto videogioco che appassiona e tiene incollati allo schermo nelle nostre giornate. Marco Mazzaglia si e’ laureato in Scienze dell’Informazione all’Università degli Studi di Torino, si è occupato di intelligenza artificiale, architetture per il web e sistemi gestione flotte/localizzazione satellitare per enti ministeriali, Banca d’Italia e le Forze dell’Ordine. Attualmente è IT Manager presso Milestone; in questo contesto si occupa della gestione dei sistemi di sviluppo e del gioco online.

Which are the technologies inside a videogame? How are they used? This seminar wants to analyze and discover that videogames contain issues relevant to your studies. Which are the method of analysis? Which are the instruments used during the development of a videogame? A real case will be discussed.

Stoccolma: un riassunto di sfighe varie ed eventuali

Breve riassunto delle sfighe di questa 4 giorni svedese, che adesso è meglio che mi metta sotto le coperte:

  • arrivati al figosissimo e centralissimo Sheraton la convenientissima prenotazione risultava annullata causa errore della carta di credito e causa mia non risposta ad una mail mai arrivata; risolto – dopo arrabbiature varie – con una nuova prenotazione online fatta direttamente dall’iPhone, sotto il portico dell’albergo. Meno conveniente della prima, ma per lo meno avevamo dove dormire;
  • sabato mi compaiono delle macchie rosse su faccia mani braccia e torace. Andiamo all’ospedale: dopo essere stato oggetto di studio delle infermiere, sono stato visitato da un dottore svedesissimo che sosteneva fosse una semplice reazione allergica, magari al bagnoschiuma aromatizzato dello Sheraton;
  • febbre varia ed eventuale;
  • domenica sera scopro di essere diventato rosso a macchie bianche e blu, febbre alta, infezione sulle tonsille. Torniamo in ospedale. Sono ancora una volta oggetto di studio, tra tirocinanti, medici, specialisti, studenti del Karolinska Universitetssjukhuset. Personaggio preferito: la dottoressa Kris di Kris&Kris di MTV e dottor Kelson che girava sul triciclo per l’ospedale. Fatti gli esami del sangue. Nulla di grave, solo mononucleosi.

Sgrunt.

Seguirà – probabilmente sul blog di chi sapete voi – post con le cose belle (l’Amo crocerossino, il Vasa, il barettino in piazza accademia, il Moderna e la carta da parati di Andy Warhol, la Hall dello Sheraton e la King Suite vista canale)!

Problemi energetici

Ovviamente, primo treno perso.
E così, per non buttare via del tempo prezioso (che di solito manca) mi metto a lavorare su uno dei numerosi progetti in ballo.
Ovviamente salta la corrente in tutto il quartiere. E maledico la mia cronica dimenticanza di premere il fondamentale mela-s.
E poi solo l’arrivo al pelo in stazione, dopo aver affrontato un cancello automatico senza corrente.
Ottimo.

Pelucchi

Ora.

Non più di 4 giorni fa mi è arrivato il mostriciattolo.

La tanto desiderata Canon EOS 450D.

Bene.

Ora mi sono accorto che nel mirino c’è quello che sembra un pelucco, leggermente sopra il punto sinistro di messa a fuoco.

Ovviamente, non è sull’obiettivo, visto che pur togliendolo, si vede comunque. Non è sul sensore, perché con la pulizia automatica sarebbe dovuto andare via, no? E in ogni caso, in foto non viene.

Quindi è sicuramente da qualche parte all’interno del mirino ottico. E non so come cavolo fare a toglierlo (sempre che sia un pelucco) senza fare danni.

Sgrunt.

E in ogni caso, qualcuno mi spiega come ha fatto a penetrare lì, all’interno? L’obiettivo non l’ho mai staccato in questi 4 giorni di scatti compulsivi. E non dovrebbe essere tutto sigillato!? E perché sono così sfortunato? ;-(

Ma soprattutto, vero che è un pelucco e non una micro-rottura di uno degli specchietti? Bwwwaaaaaaaa

Acqua

Tornando a casa, vedevo davanti a me brutti e accecanti fulmini, accompagnati da lampi e bagliori vari.
Arrivato al paesello è iniziato a piovere. Sempre più forte, man mano che mi avvicinavo a casa.
Ovviamente,mi sono letteralmente inzuppato in quei 30 secondi necessari per aprire il garage e nel brevissimo tragitto, di corsa, dal garage a casa.
Tanto è bastato per avere goccioloni cadermi dai capelli e anche le calze bagnate.
E ora? Nulla! Fuori tutto tace, a parte il leggero ticchettio delle goccie acqua che scorrono nei pluviali.
Non poteva, dico io, diluviare 5 minuti prima o 5 minuti dopo il mio arrivo a casa?

Odissea di un lungo viaggio verso casa

Giornataccia. Non tanto per il lavoro in sè, ma perchè è da metà pomeriggio che mi ha fatto compagnia un mal di testa tremendo. E l’insonnia notturna è tornata a farmi compagnia. Sgrunt.
Per non parlare dell’odissea per tornare a casa. Perchè, nonostante il papi mi avesse informato della partita (ed effettivamente un mio collega si è fermato in redazione proprio per finire di impaginare la pagina sulla partita), una volta salito in macchina, ho attivato il pilota automatico. Che mi ha portato dritto dritto sulla circonvallazione e poi in piazzale Lotto. Un delirio, tremendo. Mi chiedo per quale motivo quando ci sono più di 3-4 persone insieme, il loro cervello sparisca e diventi persino inferiore a quello di una formica – non me ne vogliano i cari insettini.
Semaforo. Rosso per i pedoni. Verde per le macchine. 3-4 vigili per semaforo che continuavano ad urlare alla folla di NON attraversare. E continuavano ad attraversare, come se nulla fosse. E intanto, da dietro, altri poveri automobilisti che condividevano con me l’infelice destino di essere in piazzale lotto, iniziavano a suonare, perchè effettivamente era verde. La situazione è migliorata quando il collega automobilista al mio fianco ha accennato un’improvvisa accelerata che lasciava presupporre che ci saremmo trasferiti presto nel mondo digitale di Carmageddon. E così i pedoni si sono fermati. E siamo potuti finalmente passare. 10 metri. E di nuovo lo stesso discorso.
Poi di nuovo traffico bloccato su piazzale Kennedy. E qui entra in gioco la logica delle 5 corsie: spostarsi di corsia in corsia inseguendo il miraggio di essere in quella più scorrevole. Per poi accorgersi, all’ultimo, di essere dalla parte opposta a dove si dovrebbe essere. Tentando quindi di riposizionarsi nella corsia giusta, bloccato tutto e tutti. E il bello è quando a farlo è un camion con rimorchio..
E giusto per finire in bellezza l’avventura verso casa, cosa dire del “tratto di autostrada Marcallo mesero – Novare Est” chiuso per lavori? Anche se, arrivato al casello di Arluno non hanno forzato l’uscita. Ma ho preferito uscire lo stesso, perchè, con la fortuna di oggi, mi sarei beccato pure il casello chiuso. E mi avrebbe costretto a 24km in più di viaggio.

Ma ora, ncora qualche minuto perchè finisca il programma di Gatto Nero su RadioNation1 e andrò alla conquista delle coperte..

Shopping a.k.a. “quando si parla di fortuna, parte 2”

Benissimo.. dopo aver lasciato sconsolato la malefica e disorganizzata concessionaria Opel e aver raggiunto (in qualche modo) il parcheggio di Lampugnano, dovevo semplicemente prendere la metro per arrivare in Duomo, fiondarmi alla Fnac, acquistare un libro, prendere un paio di altre cose.
Beh, metropolitana ferma ore e ore in galleria, libri spostati in fnac e non trovavo più nulla, bancomat che prima non viene letto e poi dice codice errato, telefonino scarico (su cui per sicurezza avevo annotato il codice.. che era giusto!), figure del cavolo, tessera-punti non passata, la Giuly con cui mi dovevo trovare per pranzo che non riusciva a chiamarmi ed io ero in ritardissimo. Una corsa per arrivare al bar, praticamente distrutto e senza fiato. E nel frattempo il casino per tentare di trovare la Cia, che mi aveva mandato un sms per vederci e che avevo letto di sfuggita prima che il nokiastupido morisse. Ma alla fine sono riuscito a contattarla, usando addirittura un telefono pubblico che funzionava addirittura a moneta, leggendo il numero dall’iPod (w l’iSync!!!). Ma perchè non mi è venuto in mente prima? Vabbè, incontro al volo con la Cia, prima anche scappasse a lezione. Poi io sono ri-scappato in centro per fare altri acquisti. E omologarmi al resto del mondo (perchè l’ho fatto?) comprandomi un Eastpack, verdone scuro. Alla fine..l’unico zaino della forma e delle dimensioni che dicevo io, dopo che il Fila si è rotto anni or sono e si è rotto pure quell’oscenità che usavo ora come zaino. E il bancomat dal Tre Esse Sport funziovana! Grrrr. Ritorno veloce in uni, cercando un computer libero e chattare con qualcuno per sfogarmi un po’. Io senza cellulare mi sento morto. Anche non lo uso mica sempre! Nel frattempo si fa tardi è quasi ora di lezione. E – finalmente – vedo la Francy. E come rifiutare un caffè e aggiornamenti reciproci di news? Tanto arrabbiato nero com’ero non sarei mica riuscito a seguire… Poi in Cadorna a recuperare (finalmente) il nuovo abbonamento elettronico ed infine metro, Lampugnano, traffico, coda, traffico, Ghisolfa, imbecilli in strada, casello, telepass che ancora non funziona e redazione.
Faccio un paio di lavori, mi girano le scatole per un paio di cose che scopro all’ultimo (perchè non ho detto che oggi sarei dovuto essere al corso Roland, vero? Ma lasciamo perdere, va…). Ed infine, ore 8:30, casa. Cena. Computer. Blogger. Msn. E poi.. Wii. Ho dei conigli dementi e un super idraulico galattico da provare. Già già.

Quando si parla di customer care a.k.a. "quando si parla di fortuna, parte 1"

Lasciam perdere la giornata di oggi.
Il tutto inizia verso le 8 di questa mattina. Finalmente è tutto pronto per portare la mia macchina dalla concessionaria, visto che è stata richiamata per non si capisce bene quale difetto di fabbricazione. Prendo diretto l’autostrada, confidando sull’efficienza del telepass. Di fatti la sbarra non si alza. Premo il pulsantone per chiamare l’help.. attendo.. e dopo un po’ bippa e la sbarra miracolosamente si alza. Ottimo.
Trovo coda. Alla barriera di Ghisolfa. Sul ponte sulla ferrovia dove ora c’è la chicane da formula uno. Allo svincolo per certosa. Prima dell’uscita di Cormano. All’uscita di Cormano. Sul vialone per arrivare al Niguarda. E anche su viale Fulvio Testi, ovviamente chiuso per metà per i lavori della linea 5 della metro milanese.
Arrivo alla concessionaria. Entro nel cortile per parcheggiare la macchina. Beh, tento di entrare: c’è un camion che deve uscire, quindi devo fare retromarcia. Giro dell’isolato (perchè nel frattempo, fermo a fare uscire il camioncino, i milanesi impazienti di andare a lavoro mi avevano già strombazzato più e più volte). Parcheggio. Sono in coda al banchetto accettazione, fuori, al freddo. 3 persone davanti a me. Accettato dopo soli 30 minuti. Inizio a parlare, faccio vedere la lettera del richiamo e…

Meccanico: “va bene, fissiamo un appuntamento”
Io: “Cosa vuol dire che fissiamo un appuntamento? Avevo telefonato e mi avevano detto che potevate fare il tutto in giornata”.
Meccanico: “beh, se le han detto così, facciamo così”.

E già.. saltano fuori un po’ di dubbi. Ma si parlano tra di loro? Hanno una procedura univoca per gestire certe cose? non mi sembra proprio.
Mi dicono di aspettare 10 minuti che controllano se c’è effettivamente da sostituire il pezzo.
Passano 10, 15, 20, 25 minuti.

“Sì, il pezzo è da sostituire, quando finiamo la chiamiamo.”

Mi avvio alla fermata del tram.. finalmente arriva il tram e ricevo una chiamata..

“sì, siamo della concessionaria. Non abbiamo il pezzo di ricambio, quindi non possiamo fare l’intervento”

COSA?!?!?!? Torno indietro.. e devo – ovviamente – attendere il mio turno per parlare di nuovo all’accettazione. Mi spiegano che il pezzo non è disponibile, che l’hanno ordinato e che quando arriva mi chiamano e fissiamo un appuntamento, così ho “modo di organizzarmi”. E io sinceramente non ho parole. Opel fa un richiamo di tutte le Corsa vendute in un certo periodo.. le concessionarie SANNO che macchine hanno venduto e se sono più o meno affette dal difetto e.. non hai il pezzo di ricambio? Cioè, se gli avessi lasciato la macchina per l’appuntamento.. avrei perso una giornata per scoprire che SI’, è difettosa. E che NO, non hanno il pezzo. E sarei dovuto tornare un altro giorno? Ma cosa gli costa tenere quei pezzi di ricambio per quel richiamo ufficiale? Vabbè… no comment, no comment.
A quel punto non mi resta che attendere che mi riportino la macchina. Altri 10 minuti. E altri 5 minuti per tentare di uscire. Un altro camioncino deve fare delle consegne e ovviamente si è piazzato davanti all’uscita. E attendiamo…
E nel frattempo rimugino. Meno male che questo concessionario Opel è il più grande di tutta la Lombardia. E a volte si presume che visto il giro d’affari che hanno (e che devono gestire) sia anche il più organizzato. Ma a quanto pare, mi sbagliavo…

(fine della prima parte. Continua. Presto)