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Kill ‘em all – Ep. 04 [riscritto]

Già hai una macchina enorme, brutta e ingombrante. In più sei pure convinto che per fare benzina si devono occupare entrambe le pompe, fare la coda dal lato sbagliato rispetto a quello del bocchettone (quando quello giusto era senza macchine in fila) e bisogna essere lenti, indecisi e imbranati.

Per la gioia di moglie e suocera, che aspettavano in macchina con uno sguardo molto ma molto pericoloso.

Sì, insomma, avevamo scritto più o meno qualcosa del genere. Però la WordPress App per l’iPhone l’ha fatto sparire nel nulla…

Telepass bippanti e semafori giallo rossi

Capita che il Telepass voglia funzionare un passaggio sì e l’altro forse, in maniera completamente casuale. Sì, probabilmente il triplo bip significa che la batteria è scarica, però succede che di giorno funziona senza problemi e la sera da’ problemi.

Così, previdente, ho imparato a passare per le corsie promiscui, così se la sbarra non si apre col Telepass, ritiro il biglietto e poi pago all’uscita. Peccato che questa sera non avevo neanche 10 centesimi nel portafogli! Avevo finito i soldi, finito le monete. Dovevo ricordarmi di prelevare, una volta uscito dall’ufficio. E ovviamente me ne sono dimenticato.

Così, arrivato al casello di uscita, penso di pagare col bancomat o con la carta di credito e mi sembra praticamente inutile andare in una con l’omettino. Entro quindi nell’unica corsia che accetta le carte, che ha anche il Telepass.

Il mio Telepass si sveglia, dialoga col casello e bippa allegramente: un bel bip acuto, come se tutto fosse a posto. Peccato che la sbarra è abbassata, il semaforo è rosso. Inserisco il biglietto, ma mi accorgo che il display della colonnina che non ha dati di ingresso del Telepass. Subito dopo compare la tariffa e tento di infilare la carta. Non me la fa infilare in alcun modo. E mentre tento di pagare in qualche modo, la voce mi saluta e mi ringrazia, il semaforo rosso si spegne e la sbarra si alza.

Boh.. alla fine non ha voluto farmi pagare direttamente, mi ha alzato la sbarra. Potrò passare, no? Sì, peccato che appena mi son mosso, mi son visto accecare dallo specchietto con la luce del flash: mi hanno fotografato. Argh!

Ora.. spero, sinceramente, che sia andato tutto bene. E spero di non ritrovarmi brutte sorprese in fattura. Però domani proverò a chiamare l’assistenza clienti e vediamo se a loro risulta tutto regolare.

In ogni caso, giusto per non farmi mancare stranezze, arrivato nel paesello, il semaforo mi accoglieva con 5 lampeggi gialli e uno rosso lunghissimo. Me ne ero accorto da lontano. E mi sono avvicinato pian piano, studiando il “nemico”. Sì, nemico, visto che a quel semaforo c’è la macchinetta antipassaggicolrosso. Così, appurato il comportamento strano, tentavo di calcolare il ritmo per essere sicuro di passare col giallo e non correre il rischio di essere fotografato. Ovviamente, mentro ero fermo al semaforo, sopraggiunge in tutta fretta un grosso SUV che slampeggia all’impazzata con i suoi fari allo xeno.

Me ne frego e mi prendo tutto il tempo che voglio per passare, subito dopo che il rosso è finito. Il SUV, ovviamente, è passato subito dopo di me. Col rosso. Ed è stato flashato.

E tutto sommato gli sta bene. Perchè anche se il comportamento del semaforo era decisamente anomalo e anche se non so quanto sia corretta una multa per passaggio col rosso con un semaforo impazzito, poteva starsene tranquillo e capire che, se ero fermo a quel semaforo, avevo pure qualche motivo, no?

Come arrivare a lavoro già stressato in una semplice mossa (#2)

La ricetta:

  • Corsie Telepass riservate disponibili: 2
  • Corsie Telepass promisque disponibili: 1
  • Corsie Telepass (riservate + promisque) bloccate: 3

Il Procedimento:

Aggiungere camion messi di traverso, camion che tentano di fare retromarcia dalle corsie bloccate, atuomobolisti in coda, imbecilli che arrivano a tutta velocità e si infilano tra le macchine in coda o tra i camion (imbecilli) che tentano di fare manovra (eppure è così facile!).

Il risultato:

Arrivare a lavoro già stressato.

Poche semplici regole per arrivare a lavoro già stressato

  1. Ricordarsi all’ultimo che il casello dietro casa è chiuso.
  2. affrontare l’attraversamento di ben 3 paeselli, inserendosi nel serpentone di macchine dirette verso l’autostrada
  3. vedere un camion tagliarti la strada, ad un semaforo, che per lui era rosso
  4. sbagliare strada alla rotonda successiva, perchè, sovrappensiero stavi andando col pilota automatico verso gli amici della grande città, non verso la lingua d’asfalto che ti condurrà al lavoro
  5. fare inversione, un po’ sporca, al semaforo succesivo
  6. trovarsi davanti un camion che va a 20 all’ora
  7. il suddetto camion ti abbandona solo alla rotonda del casello dell’autostrada. Oltre al danno, la beffa
  8. in autostrada ci sono un po’ di soliti imbecilli
  9. a Milano ci sono un po’ di soliti imbecilli
  10. stanno ancora intonacando quel cavolo di sottopassaggio
  11. un camioncino esce dallo stop (senza passare dal via), ti taglia la strada e inchioda, per entrare in un parcheggio
  12. mentre hai la freccia sinistra lampeggiante, perchè devi andare a sinistra, un mercedes nero tenta di superarti, a sinistra, perchè deve andare dritto
  13. esci dalla macchina e schiatti nell’afa milanese
  14. arrivi in ufficio, fai presente che stanno facendo un po’ di casino con i tuoi stipendi e le risposte non ti convincono

Motociclisti. Hoavutotantapaura.

Stavo tornando a casa, distrutto da una giornata niente male a lavoro.

Calmo, tranquillo per la mia strada. Strada che, nello specifico, passando nel sottopasso di Scarampo/Serra, si restringeva ad una corsia (quella di sinistra), visto che (dice il Byb) lo stanno imbiancando.

Fatto sta che me ne esco calmo e tranquillo dal sottopasso ristretto ad una corsia, andandando alla mia bella e tranquilla andatura cittadina post lavoro e metto la freccia per tornare sulla prima corsia di destra, visto che – si sa – di notte ci sono pazzi che vogliono sfrecciare.

Finalmente non arriva più nessuno e inizio a spostarmi sulla destra e – come me – noto che vogliono fare la stessa manovra anche altre macchine più indietro. Esco quasi dalla mia corsia e compare, all’improvviso, nell’angolino dello specchietto, un motocicista. Arriva da un’altra strada che si immette su quella che stavo percorrendo ora. Entra nella corsia di accelerazione, supera una macchina sulla prima corsia, entra sulla seconda e continua a spostarsi sempre più verso sinistra, per entrare sulla terza corsia, ad elevata velocità.. e sembra quasi che mi punta. Do’ una brusca sterzata (ed una frenata) per evitarlo e lui incurante continua alla sua velocità e lo vedo scomparire, lì davanti a me, zizgagando.

E io, in realtà, ho avuto paura.

Paura di uno che arriva a velocità folle da un’altra strada, si è buttato sulla “mia” strada, ha superato tutto e tutti e mi ha tagliato la strada (3 corsie + quella di accelerazione bruciate in un secondo). Ho avuto paura di uno che percorre a quella folle velocità una strada pericolosa, piena di buche, in piena notte. Ho avuto paura di non riuscire ad evitarlo e che lui si schiantasse contro la mia portiera. E mi sono immaginato la moto sbalzata chissà dove, lui per terra, la telefonata al 118, l’ambulanza, i lampeggianti della polizia, il traffico bloccato. Ma ho avuto paura anche di controsterzare troppo e finire contro la barriera in cemento e prendere il volo. E farmi male, distrugger la macchina. Così, per nulla, per colpa sua.

E non lo capisco il desiderio di velocità, di infrangere i limiti, di mettere a rischio la propria vita (cavoli, vai in giro su due ruote, mica in un cassone con quattro!) e degli altri. Sì, anche degli altri. Perchè, credo, se uno ti viene addosso e si fa male, tanto male, e non è neanche colpa tua, certamente non stai bene, ti senti un po’ la causa di tutto. O almeno, io mi sentirei così.

E così per tutto il viaggio ho avuto questa bruttissima sensazione addosso. Sì, ok, va bene, non è successo nulla. Me se non mi fossi accorto che arrivava? Se non avessi sterzato e frenato in tempo? Se mi prendeva in pieno?

Ci sono eventi, attimi che mi rimangono impressi.

E continuo a pensarci, ragionarci.

Forse troppo.

E a starci male.

Forse troppo.

 

PS:  Uscita obbligatoria al casello di Arluno. Autostrada ristretta da 3 corsie ad una sola. E un pazzo, il più furbo di tutti, che arriva a tutta velocità sulla seconda corsia. Vuole rientrare, visto che nel giro di pochissimo la corsia diventa unica. Peccato che sull’unica corsia disponibile c’ero io. Con la mia solita andatura tranquilla da profonda notte, su un’autostrada letteralmente tempestata di lavori in corso, da anni. E così mi vede, capisce che non può rientrare e tira dritto, tirando su tutti i segnalini “restringi corsia” ed evitando per un soffio una ruspa lì parcheggiata. Senza abbassare minimamente la velocità. Altro spavento. Ma continuo con la mia solita velocità. Esco col telepass. E indovinate lui dov’è? E’ fermo al casello, in coda, per pagare in contanti.

Non ho parole. Ma quanto è stupida e scellerata la gente?

Odissea di un lungo viaggio verso casa

Giornataccia. Non tanto per il lavoro in sè, ma perchè è da metà pomeriggio che mi ha fatto compagnia un mal di testa tremendo. E l’insonnia notturna è tornata a farmi compagnia. Sgrunt.
Per non parlare dell’odissea per tornare a casa. Perchè, nonostante il papi mi avesse informato della partita (ed effettivamente un mio collega si è fermato in redazione proprio per finire di impaginare la pagina sulla partita), una volta salito in macchina, ho attivato il pilota automatico. Che mi ha portato dritto dritto sulla circonvallazione e poi in piazzale Lotto. Un delirio, tremendo. Mi chiedo per quale motivo quando ci sono più di 3-4 persone insieme, il loro cervello sparisca e diventi persino inferiore a quello di una formica – non me ne vogliano i cari insettini.
Semaforo. Rosso per i pedoni. Verde per le macchine. 3-4 vigili per semaforo che continuavano ad urlare alla folla di NON attraversare. E continuavano ad attraversare, come se nulla fosse. E intanto, da dietro, altri poveri automobilisti che condividevano con me l’infelice destino di essere in piazzale lotto, iniziavano a suonare, perchè effettivamente era verde. La situazione è migliorata quando il collega automobilista al mio fianco ha accennato un’improvvisa accelerata che lasciava presupporre che ci saremmo trasferiti presto nel mondo digitale di Carmageddon. E così i pedoni si sono fermati. E siamo potuti finalmente passare. 10 metri. E di nuovo lo stesso discorso.
Poi di nuovo traffico bloccato su piazzale Kennedy. E qui entra in gioco la logica delle 5 corsie: spostarsi di corsia in corsia inseguendo il miraggio di essere in quella più scorrevole. Per poi accorgersi, all’ultimo, di essere dalla parte opposta a dove si dovrebbe essere. Tentando quindi di riposizionarsi nella corsia giusta, bloccato tutto e tutti. E il bello è quando a farlo è un camion con rimorchio..
E giusto per finire in bellezza l’avventura verso casa, cosa dire del “tratto di autostrada Marcallo mesero – Novare Est” chiuso per lavori? Anche se, arrivato al casello di Arluno non hanno forzato l’uscita. Ma ho preferito uscire lo stesso, perchè, con la fortuna di oggi, mi sarei beccato pure il casello chiuso. E mi avrebbe costretto a 24km in più di viaggio.

Ma ora, ncora qualche minuto perchè finisca il programma di Gatto Nero su RadioNation1 e andrò alla conquista delle coperte..