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Che poi, va a finire che in in questi momenti di pessimismo cosmico l’unica cosa che vorrei è andarmene da questa vita che mi fa sentire sempre meno a mio agio e riiniziare con una nuova, pulita e scintillante. Dall’altra parte del mondo.

C’è la gente normale. E poi ci sono io

Si dice che quando ha qualcosa dentro è peggio perché ci stai male ed invece devi buttarlo fuori, perché così ti sfoghi e stai meglio.

Ecco, no, non so se è una cosa che mi funziona. Più che altro perché io, quando tiro fuori le cose, va a finire che mi arrabbio ancora di più e sto peggio, quindi, forse, tanto vale tenermele dentro e starci male solo io piuttosto che soffrirne in due, dieci o centomila.

Quelle frasi, quelle parole, quei gesti

Sono fatto strano. E probabilmente già si sapeva.

Eppure sempre più spesso mi trovo a ripensare a frasi, parole, gesti successi uno, due, tre giorni prima e ci rimugino e rimugino e le analizzo e il più delle volte finisco per arrabbiarmi.

Perché sono un po’ stufo di essere quello che lascia sempre correre, una volta, due volte, tre volte.

Perché sono stufo che gli altri si preoccupino solo di loro stessi fregandose delle conseguenze che le loro azioni hanno su di me.

Sono stufo di battute che dovrebbero fare ridere su quello che sono, quello che faccio e come decido di vivere la mia vita, il rapporto con i miei genitori, il rapporto con gli amici e con il mio conto in banca.

Sono stufo di persone che si definiscono amiche e si ricordano di me solo quando hanno bisogno, tranne poi essere in grado di tagliare i ponti in un istante, senza dare spiegazioni, sparendo nel nulla.

Sono stufo di essere sempre l’escluso che scopre le cose per ultimo perché semplicemente si dimenticano di dirmele, di invitarmi, di avvisarmi.

Quindi, sinceramente, se le cose stanno così, tanto vale allontanarsi da tutto e tutti e vivere la mia vita per conto mio, fregandomene del mondo.

E se proprio volete, sapete come contattarmi. Ma tanto mica mi illudo.

Everything is better with zombiesâ„¢

È Halloween e tutte le serie americane se ne escono con puntate a tema. Ma c’è chi ha fatto di più.

La AMC se ne esce con il pilot (trasmesso praticamente in contemporanea mondiale) di The Walking Dead, un mini serial di 6 puntate tratto dall’omonimo fumetto di Robert Kirkman.

Ansia e paura a parte (soprattutto la prima parte), il pilot è fatto veramente bene. A livello di regia (gli esperti dicono Frank Darabont), inquadrature e atmosfere.  E poi, voglio dire, ci sono gli zombie!

Un raggio di sole nel buco del *censored* di un dinosauro

Fondamentalmente la gente pensa che siamo solo dei rompicoglioni, ma essere umorali è una cosa spossante. In un attimo la vicinanza si trasforma in distanza e quello che ci lega agli altri diventa quello che ce li fa percepire anonimi e lontani. E più lo stimolo scatenante è oggettivamente una cazzata, più ci incazziamo; e più le nostre reazioni sono irrazionali e sovradimensionate, più ci appaiono motivate e vincolanti, perché, nate dal nulla, cominciano a trovare la loro ragion d’essere nel fatto stesso di esistere, e si alimentano dei loro stessi effetti, e diventano distruttive, e più annientano più miseramente ci soddisfano. Ma noi dall’umore volubile queste dinamiche le conosciamo e abbiamo imparato a restare un po’ in disparte non appena percepiamo quel piccolo scollamento, quella distanza iniziale: aspettiamo il processo inverso e speriamo che nel frattempo qualcuno ci chieda quanto prima ma che hai?

L’originale lo trovate su Errata Corrige
Io l’ho solo fatto mio e modificato leggermente.