È che io, con la tua famiglia, mi ci trovo dannatamente bene.
Tutti gli articoli di Lore!
Shopping mancato
È che sei in uni, stai lavorando allegramente in gruppo, apri la mail e ti trovi l’invito alla vendita online Bikkembergs su BuyVIP.
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E ti viene voglia di prendere e comprare l’ennesimo paio di scarpe. Però questo ce l’ho, questo pure, anche questo e quest’altro. E finiresti a prendere un doppione, ma in una combinazione di colori leggermente diversa. E poi, cavolo solo 75€ (più 10€ di spese di spedizione e un mese di attesa) al posto di 170€ in negozio, per delle scarpe che alla fine sono ancora lì belle, integre e comode.
Però boh, alla fine ho lasciato perdere.
E so che me ne pentirò.
Tipo tra un paio di mesi, quando mi accorgerò che necessito nuove scarpe e andrò in via Manzoni a comprarmi l’ennesimo paio di Bikkembergs a 170€, con sacchetto nero incluso.
Necessità e dipendenze da Dharma
Google 4 Halloween
Oggi #2
2 anni.
Di te + me.
Oh mamma don’t die
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Nuovo singolo per gli Aqua, estratto dall’ultimo loro greatest hits, che in Italia non è ancora arrivato.
Atmosfere stranamente dark rispetto a quello che la band ci aveva abituato e un testo decisamente triste.
We dreamed a dream…
Woke up and lived it…
We had the music in our hands…The drops of rain…
Became a river…
And now it’s time to end this dance
So “Thank You!”My mamma said that the best thing in life was getting me to love
Somebody higher than anything else in this world, baby
My mamma said she would give her life up for meMy mamma said
My mamma said
My ma-ma-mammaMy mamma said that the worst thing in life was getting used to love
Somebody is harder than anything else in this world, baby
Knowing you’re going to, knowing you’re going to lose it all…1! 2! 3! 4!
Mamma don’t leave
Don’t go
Don’t run
Don’t hide
Don’t cry
Don’t ever feel scared nowMamma just crossed
Just crossed
To the parallel world
She crossed
She crossed
To the multiverseCircling protons
Soul vibrations
Circling neutrons
All vibrationsMamma just crossed
Just crossed
To the parallel world
She crossed
She crossed
To the multiverseAnd now you’re lying there
Taking your last breath
I’m holding back the tears
Oh, mamma don’t die…My mamma said that the best thing in life was getting me to love
Somebody higher than anything else in this world, baby
My mamma said she would give her life up for meMy mamma said
My mamma said
My my-my-mamma..My mamma said that the worst thing in life was getting used to love
Somebody is harder than anything else in this world, baby
Knowing you’re going to, knowing you’re going to lose it all(Oh!)
My mamma said,
My mamma said!
My mamma said,
My mamma said!Mamma, hold on
Give in
Let go
Release yourself
From everything
Out thereMamma just crossed
Just crossed
To the parallel world
She crossed
She crossed
To the multiverseCircling electrons
Soul vibrations
Circling electrons
All vibrationsMamma just crossed
Just crossed
To the parallel world
She crossed
She crossed
To the multiverseAnd now you’re lying there
Taking your last breath
I’m holding back the tears
Oh, mamma don’t die…My mamma said that the best thing in life was getting me to love
Somebody higher than anything else in this world, baby
My mamma said she would give her life up for me.My mamma said
My mamma said
My ma-ma-mamma
My mamma said
My mamma said
My ma-ma-mamma
My mamma said
My mamma said…
Influenza
Brodino caldo.
Patate.
Pollo lesso.
Oggi va un po’ così
Oggi.
-1.
Normale mattinata a lavoro.
Poi la scelta di tornare a casa, anziché andare in uni, visto che – ecco – non è che mi sentissi così tanto bene.
Lezioni interessanti perse.
E anche un aperitivo simil organizzativo con un po’ di gentaglia.
E, insomma, passare un altro pomeriggio da solo, un po’ pesa.
Credo che ormai tutto questo social 2.0 mi abbia un po’ stufato. Poco facebook (tranne che per quegli addicted giochi della Playfish), poco Friendfeed, Twitter di sfuggita. Persino la tab di Gmail va e viene, cosa assolutamente impensabile fino a qualche giorno fa. E non parliamo poi del Reader. Con quel 1000+ ormai ho perso ogni speranza. E persino queste pagine non mi vanno.
Ora va così.
Ecco, forse son malato.
Gerenza
Quattro chiacchere con Rolling Stone
Oggi giornata interessante @ PoliMi.
Un seminario organizzato dai professori del Laboratorio di Metaprogetto.
Relatore: Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone Italia.
Un personaggio scoppiettante, forse addirittura esplosivo, assolutamente provocatore.
Affascinante, nel modo in cui ha raccontato il momento storico in cui è nato Rolling Stone, tutta la carica che aveva e quali sono i valori insiti nel brand in America.
Un brand che porta con sé la fiducia nell’esperienza diretta, non l’informazione ma la capacità di raccontare una storia, un giornale che allarga le coscienze senza confini definiti (musica, cinema, TV, letteratura, politica), un brand che è attento allo spazio pubblico, alla politica e che fa della cultura visiva una parte fondamentale della comunicazione.
Antonelli è stato implacabile nei raffronti con la realtà italiana, in cui però sono riusciti a trovare delle analogie per portare, con successo, Rolling Stone anche nelle nostre edicole.
Frasi, freddure, provocazioni, cinismo e forse anche un ego notevole.
Frasi che forse estrapolate dal contesto vogliono dire poco o nulla, ma che mi hanno comunque colpito.
E poi abbiamo trovato tutti quei distretti industriali, sparsi in Italia. Dove si lavorava e lavorava, da lunedì a venerdì. E allora rock ‘n’ roll per noi era quello che se ne stava da lunedì a venerdì chiuso nella sua uniforme, nella giacca e cravatta. E dal venerdì alla domenica si toglieva la sua polo con le Hogan, mostrava il tatuaggio e si sfondava con il SUV, drug e con altre cose che – per brevità – chiameremo Marrazzo
Snob. Radical chic.
Un personaggio che dice che – ehi – il mondo dell’editoria cartacea e delle riviste è in crisi. Non ha più senso fare una rivista cartacea che poi, per metà mandi al macero. Eppure è lì e la dirige, e sembra anche bene.
Si son ritagliati la loro fetta di mercato
senza andare contro i poveracci [le altre riviste musicali]; come Robin Hood siamo andati contro i giganti che facevano giornali gay tout-court, senza dichiararlo
hanno de-targettizzato il giornale, l’hanno reso senza tempo, collezionabile, inclusivo di tutti gli stili esistenti, rilassante.
Rolling Stone. Rock ‘n’ Roll style magazine.
PS: Carlo Antonelli assume Ritalin. E lo ammette pure.
PPS: se n’è uscito anche con un
ora per noi è rock Natalie, quell’armadio di due metri che si faceva le righe – e non solo – col badge della regione Lazio