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Guess who’s back

Tornato.

Che magari non vi avevo neanche detto che sarei partito.

Però è stata una fuga così veloce che è già  finita…

2,3/3 giorni in campeggio in dolce compagnia.

  • Molto molto sonno, interrotto da qualcuno che la mattina pretendeva di fare altro.
  • Tanto fresco.
  • Una nuotata nel lago sopra un materassino gonfiabile ben al riparo dai gamberoni giganti transgenici.
  • Una capatina oltre confine per contrabbandare un pieno di benzina e chili e chili di cioccolato.
  • Il Professor Layton e il Mistero della Tartaruga Rapita.
  • Un offline semi completo, visto che la 3 prendeva poco o nulla (beh, neanche vodafone e TIM). Giusto il tempo per disintossicarmi un po’ dalla Farmville e scoprire, una volta tornato a casa, che il server non aveva salvato il mio ultimo raccolto fatto prima di partire. Ora sto meditando di cancellare – per vendetta – l’account e bloccare l’applicazione.
  • Wired n° 7 dimenticato a casa.
  • un amico sparito da giorni e con cui avevamo un mezzo impegno per qualche giorno al mare che è finalmente ricomparso, dimenticandosi completamente del mare e iniziando subito a parlare di lavoro e di questo e di quell’altro e di incontri (di lavoro) che dobbiamo organizzare entro settembre.
  • La visione di un pessimo “La regina dei dannati” e di un ottimo “Edward mani di forbice” (ebbene, non l’avevo ancora visto).

E ora niente. Son di nuovo a casa. Solo. Con ancora 7 giorni di ferie davanti a me che brucerò sicuramente stando rintanato in casa (che tanto uscendo si muore dal caldo). E con 1000+ post da leggere sul Reader. Ansia.

Famiglia

Juanita: Mamma, che stai facendo?

Gabrielle: Andiamo ad una riunione di famiglia dalla zia Connie e voglio essere al massimo.

Juanita: Sarà  divertente?

Gabrielle: Beh, se ti diverte stare seduta sulle sdraio arrugginite nel vialetto mangiando lardo sotto forma di pollo… sì, sarà  divertente

Juanita: Le sdraio nel vialetto?

Gabrielle: Tu hai sei anni ormai, quindi penso sia ora di fare una bella chiaccherata. La famiglia di tuo padre è spazzatura. Hai qualche domanda?

Juanita: Se non ti piace, perché ti metti quei bei gioielli?

Gabrielle: Perché noi grandi facciamo così, tesoro. Quando qualcuno non ci piace, invece di picchiarlo o dirgli brutte cose… troviamo dei modi astuti per farlo vergognare a morte della sua vita.
Vedi questi orecchini? Zia Connie non può permetterseli. E sarà  un bel colpo. E questo [indicando un bracciale] la metterà  al tappeto. E questo [toccando il collier] sarà  come darle un bel calcio in gola.

Juanita: Se davvero li odi così tanto è meglio non andarci.

Gabrielle: O no, tesoro, dobbiamo andarci. È la famiglia.

Poi uno si dovrebbe pure chiedere come non si può amare Gabrielle Solis.

Desperate Houseviwes, ep. 5×23

Mille euro

Dania, sappilo. Li voglio anche io i mille euro da spendere in scarpe.

per anni ho fatto ironia sul fatto di essere precaria, ho scritto post, ho fatto interviste e pure un calendario sul precariato e mi beccavo prima gli insulti di quelli che “se sei precaria vuol dire che non sai fare un cazzo” poi di quelli diventati precari “cosa cazzo ridi del precariato, puttana” e anche di quelli che “se sei precaria e sorridi allora ti mantiene qualcuno”. Adesso che ho un lavoro più o meno fisso (un’agenzia con 2 soli dipendenti è come dire vaiacasaappenac’ècrisi) ma che guadagno una miseria, e me la godo lo stesso, tanto la vita è bella, vengono a farti la predica perché spendi i tuoi mille eurini in scarpe e non li dai a loro che nonostante la crisi si sono messi a figliare come ricci. Ma state sereni! Poveri e ricchi si può vivere bene uguale. Si vive malissimo quando si è teste di cazzo, invece

E chissene di quelle teste.

Via Mucio (tumblr)
Via
Dania (in un commento su FF)