IE6 in prima posizione.
ARGH!
Ragazzi, passate a Firefox. O piuttosto, aggiornate al 7.
Realizzato da Jhon Martz. Pagina Flickr.
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Ragazzi, passate a Firefox. O piuttosto, aggiornate al 7.
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The arrival of a new baby is a time of great excitement and becoming a parent can be one of the happiest moments of your life. Sometimes though, no matter how prepared you are, you can experience a few problems which make the experience a little more difficult than anticipated. Common problems can include tiredness, dealing with colic and excessive crying, post-natal depression and changes to your relationship with your partner, peers and family.
A Problem Shared was set up by Cry-sis and Colief Infant Drops in 2007 to encourage parents to share their problems with other parents and seek help, as the important thing to remember is you are not alone – these problems are very common, and there are plenty of solutions to help you enjoy the experience of being a parent.
Nella foto: Ben Cohen, 29, giocatore di rugby inglese, e sua figlia Isabelle per la campagna “A problem shared”
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Giusto per tirarsi un po’ su il morale, c’è sempre la GaGa che ne combina una delle sue.
È un mito di donna.
Non ci sono altre parole.
Via Popslut
Post programmati.
Far comparire domani quello che provo ora.
Perché non sono pronto a rilasciarlo ora, a tutto il mondo.
Perché mi sto tenendo tutto dentro e non mi fa bene.
Mi sto chiudendo su me stesso e allontanando, in un modo o nell’altro, un po’ tutti.
Vorrei prendere, urlare, scagliare iPhone contro muri (e sarebbe per lo meno il secondo), piangere.
Perché la situazione è assurda e non resisto mica.
E mi serve aiuto, ora e subito.
Aiutatemi.
A partire dalle cose materiali. Perché ho una consegna giovedì e anziché scrivere questo post che verrà pubblicato domani, dovrei essere a fare scansioni, scontornare e impaginare, visto che domani, mentre voi starete leggendo queste righe, io dovrei essermi già incontrato con i miei compagni di gruppo per stampare tutto e stare un po’ tranquilli.
Poi venerdì ho l’esame di informatica. Quello in cui ho già un parziale di 30 e lode. Ed è la cosa peggiore. Perché praticamente non ho ancora aperto libro/fatto esercizi. E questa volta si parla di Javascript e Action Script. E non so nemmeno se si parla del 2 o del 3. Siam messi bene, eh? Quindi ciao ciao lode, ciao ciao buon esito dell’esame.
E poi rimane matematica, da dare, prima o poi.
E come se non bastassè, c’è il lavoro. E quel clima schifoso e insopportabile che regna in ufficio.
Ho bisogno di una pausa, di fermarmi.
E invece mi trascino avanti, perché devo e non posso fare altrimenti. Non posso abbandonare il lavoro, non posso lasciare indietro l’uni, ora che finalmente faccio quello che voglio.
Ma ammetto che la voglia scarseggia.
E scarseggia ancor di più passando qui la notte.
Qui non ci voglio stare, me ne voglio andare.
Può non essere la soluzione giusta, ma è l’unica che mi viene in mente.
Mi dici che devo essere in pace con me stesso. Beh, non ce la faccio.
Ho dentro di me tanta, tanta rabbia.
E si accumula e mi lacera.
Mi rendo conto di non riuscire più a vederli come li vedevo prima.
Li odio. Puramente e semplicemente.
O forse la odio.
È iniziato quest’estate, in quei giorni terribili.
La prima volta che l’ho pronunciato ad alta voce, davanti a lei.
Covavo dentro di me quelle parole, stavo male a tenerle dentro, perché sono parole che fanno male.
Ma quando sono uscite, non ho provato nulla.
Rimpianti, dolore, necessità di chiedere scusa.
E ora meno che meno.
Voglio prendere ed andarmene e non voglio più averci nulla a che fare.
Io mi sono arreso, non ho più le forze di lottare e recupare qualcosa che non credo abbia senso di recuperare.
O più altro, è impossibile recuperare qualcosa che forse non è mai esistito.
E questo me l’ha fatto notare qualcuno che non avrei mai pensato avrebbe detto una cosa del genere, che bene o male mi conosce da quando sono nato.
E mi sono perso, con questo post assurdo.
So solo che non ce la faccio.
Voglio dormire.
E forse svegliarmi tra un sacco di tempo, quando potrò guardare indietro e sorridere a questo momento così lontano.
Ma non è possibile.
E c’è troppo da fare.
E non ho voglia.
E non ce la faccio.
E ho bisogno di aiuto.
Anche se lo rifiuto.
Vi prego.